I giovani italiani sono sempre più internet-dipendenti (quattro su cinque navigano in rete almeno una volta la settimana) e "schiavi" del cellulare (lo usa il 97,2%), ma pronti anche a ritagliare spazi importanti ai libri: il 74,1% ne legge almeno uno l'anno (testi scolastici esclusi, ovviamente) e il 62,1% più di tre.
E' l'identikit tracciato dal settimo Rapporto sulla comunicazione Censis/Ucsi, promosso da H3G, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia.
Lo studio registra un aumento generalizzato nell'impiego di tutti i media, ma ad apparire "enorme" è soprattutto il balzo in avanti nell'uso del web da parte degli italiani tra i 14 e i 29 anni: tra il 2003 e il 2007, in questa fascia d'età l'utenza complessiva (uno o due contatti la settimana) è passata dal 61 all'83%, e l'uso abituale (almeno tre volte la settimana) dal 39,8% al 73,8%.
A stupire, invece, non è tanto che il telefonino sia usato praticamente da tutti i giovani (il 97,2%), quanto constatare che l'abitudine alla lettura fa nuovi proseliti: il 77,7% dei giovani legge un quotidiano (a pagamento o free press) una o due volte la settimana (erano il 59,9% nel 2003), mentre il 57,8% legge almeno tre giornali la settimana; i periodici hanno un'utenza complessiva pari al 50% dei giovani, 6 punti percentuali in più rispetto a quattro anni prima. Quanto alla flessione nell'uso della televisione tradizionale (dal 94,9 all'87,9%), appare compensata dall'incremento conosciuto in questi anni dalla tv satellitare, cresciuta dal 25,2 al 36,9%.
"Le differenze di genere - segnala la ricerca - si sono notevolmente ridotte, ma non annullate: nell'utenza complessiva dei media (una o due volte la settimana), le femmine ascoltano di più la radio (il 90,3% contro l'83,1% dei maschi) e leggono di più i periodici (il 55,2% contro il 45,3%), i maschi leggono di più i quotidiani (l'80,4% contro il 74,6% delle ragazze) e guardano di più la tv satellitare (il 39,9% contro il 33,6%)".
Più marcate le differenze legate alle diverse fasce d'età. I giovanissimi tra i 14 e i 18 anni sono i più voraci consumatori di media, con due importanti eccezioni: quotidiani e radio. Se il dato relativo all'ascolto della radio riferito a tutti i giovani è in aumento (gli utenti complessivi sono passati dall'82,8 all'86,5%), nella fascia 14-18 anni è in calo al 78,9%. "Sono le stesse funzioni e tecnologie del linguaggio radiofonico ad essere profondamente mutate - scrivono gli autori del rapporto - perché la 'colonna sonora' della giornata di un adolescente si compone ormai di podcast e download di mp3 dalla Rete, telefonini e lettori usati anche come apparecchi radio, playlist scambiate attraverso i blog".
Morale: aumenta il numero dei media ed è sempre più difficile tracciare un confine tra di essi, grazie soprattutto al ruolo di internet. Ma i giovani si trovano a loro agio in questo contesto e praticano un vero "nomadismo mediatico" che realizza, in pratica, il compimento di quella multicanalità che i teorici del web e delle tlc avevano preconizzato alla fine degli anni '90.
Esistono comunque alcune differenze fra le abitudini dei giovani italiani e quelle dei coetanei europei: ovunque si fa un grande uso del telefonino, ma negli altri paesi gli utenti abituali scendono dal 96,5% dell'Italia all'89,3% della Germania, all'83,9% della Gran Bretagna, all'83,7% della Spagna e al 73,8% della Francia. Per i giovani inglesi e tedeschi internet riveste un ruolo ancora più importante che in Italia (l'uso abituale raggiunge il 77,7% in Gran Bretagna e il 76,5% in Germania) mentre i ragazzi spagnoli e francesi non solo usano meno internet (rispettivamente il 69,5% e il 65,7%), ma leggono anche meno libri dei coetanei europei: almeno tre libri l'anno per il 43,3% degli spagnoli e il 48,1% dei francesi, contro il 60,7% dei tedeschi, il 62,1% degli italiani e il 64,5% dei britannici.
(fonte: Affari Italiani)
martedì 10 giugno 2008
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