martedì 31 marzo 2009

TANGENTOPOLI NON E' MAI MORTA

(AGI) - Roma, 31 mar. - "Ho sempre sostenuto che Tangentopoli non e' mai morta e che bisognava alzare la guardia e non abbassarla". Cosi' il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, commenta l'arresto di Mario Chiesa nell'ambito di un'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti. "Sul piano personale - spiega l'ex Pm di Milano - mi fa riflettere il fatto che quell'uomo forse non ha capito la lezione. Ma sul piano etico e sul piano politico non e' il solo e non e' il primo: la verita' e' che in tutti questi anni e' prevalso il senso dell'impunita', del poter fare quel che si voleva, perche' tanto prima o poi sarebbe arrivata una legge, un indulto, un condono una denigrazione del magistrato o un blocco dei processi e di conseguenza una vittoria di chi delinque. Per Di Pietro "non e' la stagione di Tangentopoli ad essere archiviata, semmai e' finita da anni la stagione di 'Mani pulite'. Tangentopoli era la citta' che bisognava ripulire con la ramazza, mentre 'mani pulite', era la ramazza con cui bisognava pulire il malaffare. A quella ramazza si e' impedito di lavorare e in tutti questi anni si e' preferito criminalizzare coloro che hanno scoperto i reati e non gli autori dei reati. Il risultato e' - conclude il leader di Idv - e' che ci ritroviamo sempre qui con gli stessi metodi"

Franceschini sfida Berlusconi

Il leader del Pd: «Non mi candido alle Europee, io non imbroglio».

ROMA «Lancio io una sfida a Berlusconi. Facciamo tre dibattiti, uno con mille disoccupati, un altro con mille tra insegnanti e studenti e un altro con mille imprenditori e vediamo chi ha le proposte più convincenti per il paese». È questa la "contro-sfida" che il leader Pd, Dario Franceschini, rivolge a Silvio Berlusconi parlando alla Stampa estera.Sulla questione "Elezioni europee", il segretario del Pd, Dario Franceschini, risponde «no, grazie» al premier Silvio Berlusconi che lo aveva sfidato a candidarsi come farà lui. Il numero uno dei democratici ha poi aggiunto: «Si tratta di una sfida tutta berlusconiana, a chi imbroglia meglio gli italiani. Io rispondo, no, grazie. Non mi candiderò, l’Italia ha bisogno di chi lavora e non di chi imbroglia». «Farò come fa Fini - ha aggiunto - che è di destra ma è una persona seria, e siccome è incompatibile non si candiderà alle prossime elezioni». Berlusconi è «l’unico premier al mondo che nega l’esistenza della crisi e passerà i prossimi mesi facendo una lunga campagna elettorale. Ha confermato la scelta di candidarsi alle elezioni europee come capolista e io trovo che questa sia una vergogna». «È l’unico capo del governo al mondo - ha insistito il numero uno del Pd - che nei prossimi mesi, invece che a lavorare per risolvere la crisi, andrà in giro a fare comizi e chiedere voti. Dubito che persone come Sarkozy o la Merkel si candidino alle Europee come fa Berlusconi che dovrà dimettersi un minuto dopo l’elezione perché lo dice la legge».
(Fonte: La Stampa, 31 marzo 2009)

sabato 28 marzo 2009

Franceschini: «Il premier guardi avanti, dice le stesse cose del '94»

«Berlusconi dice le stesse cose, usa gli stessi slogan dal 1994, quando avevano tre anni molti degli elettori che voteranno nelle prossimo elezioni di giugno. Bisogna che si tolga dal linguaggio e dalla mente cose del passato e faccia uno sforzo di guardare avanti»: Dario Franceschini reagisce così all'intervento di Berlusconi al congresso Pdl.Il discorso del premier non è piaciuto nemmeno al deputato Pd Pierluigi Castagnetti, che lo ha definito «pieno di odio e falsità, senza la forza di guardare al futuro. Di certo – aggiunge – non degno di chi si trova a governare un paese». «Le parole di Berlusconi – prosegue Castagnetti – suonano come un invito ad imbracciare le armi, mentre il paese soffre una crisi economica e sociale senza precedenti e non ha certo bisogno di un populismo capace solo di accendere micce e creare divisioni per nascondere l'incapacità nella risoluzione dei problemi».Infine, interviene anche Bersani. «Non è detto che chi ha il 40% dei consensi nei sondaggi debba per forza avere ragione», commenta. «I rapporti di forza sono questi – ha aggiunto – ma il Partito Democratico non può pensare di risalire nei consensi con delle invenzioni. Dobbiamo impegnarci sul territorio a favore dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei giovani e dei piccoli imprenditori. Insomma, tutti quelli a cui questo governo non pensa».

(Fonte: www.unita.it)

Berlusconi nuovo ducetto d'Italia

Padova, 27 mar. - (Adnkronos) - "Invertendo l'ordine degli addendi la somma non cambia: al comando c'e' Silvio Berlusconi e la voglia di fare il 'nuovo ducetto d'Italia', togliendo spazio all'informazione, togliendo spazio addirittura al Parlamento, dato che Berlusconi non vuole piu' neppure che vada a votare". Cosi' il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro commenta drasticamente il congresso del Pdl apertosi oggi a Roma. In occasione di un appuntamento elettorale a Padova Di Pietro attacca duramente il leader del Pdl che "toglie ogni possibilita' ai magistrati e alla giustizia di fare il proprio dovere". "Insomma -stigmatizza il leader dell'Italia dei Valori- vuole un Paese del piu' forte, del piu' furbo, del piu' spregiudicato che poi si mette dietro tutta una corte di colonnelli per essere ancora piu' forte e questo e' ancora piu' grave".

venerdì 27 marzo 2009

ANTONIO DI PIETRO IN VENETO

Venerdì 27 Marzo 2009
*PADOVA ore. 19.00. Incontro pubblico con la cittadinanza dal titolo "La Politica delle responsabilità: dal governo delle città al governo del Paese" presso il Centro Congressi "Papa Luciani" di Via Forcellini.
*VERONA Ore 20.45. Incontro pubblico con la cittadinanza dal titolo "Da Roma a Bruxelles, un patto per i Valori" presso l'auditorium Verdi dell'Ente Fiera di Verona di Viale del Lavoro.

mercoledì 25 marzo 2009

Gioacchino Genchi non si tocca

Da ieri Gioacchino Genchi è stato sospeso da ogni funzione dalla Polizia di Stato. Col provvedimento di sospensione dal servizio sono stati ritirati il tesserino, la pistola e le manette. La motivazione è addirittura una replica ad un giornalista di Panorama che lo accusava di essere un bugiardo lasciata sulla sua bacheca di Facebook, in cui Genchi si difendeva in modo misurato e contenuto. Riteniamo che ieri si sia toccato il fondo in una vicenda che ha chiarito, qualora ce ne fosse stato bisogno, cosa può accadere a chi cerca di fare luce sui coni d’ombra di cui l’Italia è piena, a chi vuole dare giustizia ai familiari delle vittime delle stragi, a chi vuole smantellare i comitati d'affari e le nuove P2. Chi tocca i fili dell'alta tensione muore. Noi forse siamo ancora in tempo.
Siamo indignati e sconcertati da quello che sta accadendo ad uno dei migliori uomini dello Stato italiano, un uomo che forse quello stesso Stato fondato sul sangue delle stragi del 1992, non merita, come non lo meriteremmo noi se rimanessimo inermi ad assistere a questo massacro. Abbiamo deciso che è ora di reagire, e non più con comunicati, con articoli e con sterili prese di posizione. Noi vogliamo mostrarci, vogliamo farci vedere da chi in questo momento sta decidendo sul futuro del dott. Genchi. Senza violenza e senza aggressività, senza guerriglia, che non ce ne voglia il ministro Brunetta. Pacificamente vogliamo dimostrare che Gioacchino Genchi è circondato da persone per bene che nutrono per lui una stima e un'ammirazione incondizionata. Per questo vi invitiamo ai sit in davanti A TUTTE LE QUESTURE D'ITALIA SABATO 28 MARZO DALLE ORE 10 ALLE 15. Vi chiediamo di contattarci nonappena avrete formato un gruppo di almeno 10 persone per coordinarci e per darci un'unica regia che ci unisca in una manifestazione che sensibilizzi e che spieghi, a chi nulla sa di questa vicenda, cosa sta davvero accadendo. Noi temiamo che la sospensione di Gioacchino Genchi non sia il punto d’arrivo. Temiamo che altro possa accadergli. Reputiamo scandaloso, infine, che coloro che hanno dato il la a questa sporca vicenda, i Ros dei Carabinieri, siano guidati da un soggetto che in questo momento è sotto processo a Palermo con l´infamante accusa di favoreggiamento aggravato nei confronti di cosa nostra. E’ Mori che deve essere sospeso, non chi ha assestato colpi durissimi a cosa nostra, una organizzazione che non dimentica e colpisce chi lo stato non è riuscito a proteggere.

Sonia Alfano
Benny Calasanzio
Salvatore Borsellino

(Fonte: www.sonialfano.it)

martedì 24 marzo 2009

Crisi: Le proposte del Pd

Come uscire dalla crisi economica? Leggi le proposte presentate all' Assemblea dei Circoli

L’Italia è nel pieno di una crisi economica straordinaria, il cui impatto sociale è già pesante e si preannuncia ancor più duro per i mesi futuri. Centinaia di migliaia di lavoratori precari nel pubblico impiego e nel settore privato rischiano di ritrovarsi senza salario e senza alcuna rete di protezione sociale. Le piccole e medie imprese sono sempre di più in difficoltà, soffrono la stretta creditizia e in numero crescente sono costrette a sospendere le loro attività. La società italiana è dominata da un sentimento concreto di paura, di incertezza, di crescente difficoltà economica, che spinge a rallentare i consumi e ad allontanare ogni prospettiva di ripresa. Di fronte ad uno scenario così grave, il Governo italiano dimostra di essere totalmente inadeguato e - unico tra gli esecutivi di tutti gli altri paesi occidentali - nasconde la crisi economica, la sottovaluta clamorosamente, propone soluzioni inadeguate, estemporanee, minimali. É chiara la distanza tra il Paese reale e un Governo immobile e irresponsabile, che sceglie di non scegliere, che lascia soli sia i più deboli, sia le forze migliori del mondo del lavoro e dell’impresa, vera leva su cui bisognerebbe tornare ad investire per ritrovare la strada della crescita economica. Il Partito Democratico vuole dare voce a questa realtà, quella dell’Italia che lavora e che produce, ma che, in questa tempesta, da sola non ce la fa. Siamo il Partito che si batte per davvero contro la crisi, che offre una prospettiva concreta per uscirne. Vogliamo dare un contributo serio, presentando proposte credibili, come abbiamo già fatto in queste ultime settimane: dall’assegno di disoccupazione al contributo straordinario di solidarietà da parte dei redditi sopra i 120.000 euro, dall’election day per risparmiare fondi da investire nella sicurezza delle città al blocco dei licenziamenti dei precari nel pubblico impiego, all’alleggerimento del patto di stabilità per i comuni. In questi giorni ci siamo battuti perché queste proposte venissero discusse e votate in Parlamento.Ora è il tempo di portare le nostre idee nel Paese, in ogni città, in ogni territorio, col lavoro capillare dei Circoli del Partito Democratico, aprendo un dialogo con la società, a partire dal mondo del lavoro. Per questo, troverete in allegato alcune schede tematiche sulle principali proposte a cui abbiamo lavorato in queste settimane e che possono rappresentare uno strumento utile su cui concentrare l’iniziativa politica dei Circoli in vista delle prossime elezioni amministrative ed europee. Nei prossimi giorni, troverete sul sito internet www.partitodemocratico.it aggiornamenti e altri materiali utili sulle proposte programmatiche del PD che accompagneranno il nostro lavoro, fino all’appuntamento elettorale di giugno. Ci attende un lavoro duro, che possiamo affrontare solo con l’impegno e il contributo di passione e di idee di ognuno, mettendo in moto tutte le migliori energie, a partire dai nostri Circoli, che sono la vera forza del PD.

La Segreteria nazionale del PD

Contributo di solidarietà
Un contributo straordinario "una tantum", pari a due punti Irpef sui redditi superiori ai 120.000 euro a partire da quelli dei parlamentari, per venire in aiuto delle persone maggiormente in difficoltà con la crisi economica. Questo contributo finanzierà circa 500 milioni per far fronte alla crisi. Questa è la proposta del PD, lanciata dal suo segretario durante un incontro con le associazioni di volontariato che si occupano delle persone meno abbienti. Il contributo di 2 punti Irpef toccherebbe circa 200 mila contribuenti, particolarmente benestanti, e sarebbe valido solo per il 2009. A beneficiarne sarebbero i comuni e le associazioni di volontariato che utilizzerebbero i 500 milioni di euro a loro disposizione per contrastare la povertà estrema. "Andrebbe rifinanziato - ha dichiarato Franceschini - il sostegno al Terzo settore previsto dalla legge quadro 328/2000, nonché il Fondo sociale per i comuni che il governo ha tagliato di 300 milioni di euro. L'iniziativa del PD va inquadrata quindi nel novero delle misure urgenti per affrontare l'emergenza crisi, che vanno accompagnate da misure strutturali;
- lotta all'evasione fiscale, attraverso la reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti;
- rifinanziamento degli interventi socio-assistenziali e del fondo per le politiche sociali.

Una politica meno costosa e piu’ efficiente: dimezziamo i parlamentari
Il PD propone di:
- dimezzare il numero dei parlamentari;
- riformare le pensione dei parlamentari eliminando i privilegi insiti nel trattamento previdenziale dei parlamentari, uniformando il metodo di calcolo dei vitalizi a quello previsto per la generalità dei lavoratori;
- migliorare i regolamenti parlamentari;
- istituire una sola Camera che faccia le leggi e un Senato delle autonomie. Le leggi, tranne quelle costituzionali, di revisione costituzionale e quelle che ordinano i rapporti tra centro e periferia, dovrebbero - in caso di conflitto persistente - essere approvate dalla sola Camera.

Sostegno per le piccole e medie imprese
La crisi mette in ginocchio il paese, a soffrirne sono le imprese e i lavoratori. Per sostenere le imprese il Pd ha presentato alcune proposte concrete:
Credito alle imprese: aumentare la dotazione dei fondi di garanzia per il credito alle piccole e medie imprese e allungarne la scadenza trasformandolo da breve a medio e lungo termine con una garanzia pubblica.
Accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese: sono circa 50 miliardi di euro che spettano loro e possono dare ossigeno prezioso nella crisi. Se l’amministrazione pubblica non è in grado di accelerare i pagamenti, può ‘certificare’ la validità della fattura emessa dall’impresa e quindi favorire il pagamento da parte delle banche; in alternativa alle banche, la Cassa Depositi e Prestiti può anticipare i fondi e quindi scontare le fatture ‘certificate’ a prezzi di mercato.
Alleggerire il peso del fisco nel picco della crisi:
- ridurre di 20 punti percentuali dell'acconto IRPEF, IRES ed IRAP 2009 da versare a giugno a beneficio delle imprese, dei piccoli artigiani, delle ditte individuale, dei titolari di partita Iva;
- estendere il regime semplificato ( forfettone) fino a 70 mila euro di fatturato e 45 mila euro di costi (rispetto al tetto di 30 mila euro di fatturato e di 15 mila euro di costi previsti oggi) per portare quindi a circa due milioni i soggetti che possono applicare un’unica imposta sostitutiva del 20% e quindi eliminare Iva, Irpef, Irap e studi di settore;
- ridurre la ritenuta d’acconto dal 20% al 10% per evitare i frequenti crediti fiscali, soprattutto per i professionisti più giovani;
- aumentare la quota di interessi passivi deducibili fino al 50% del reddito operativo loro, rispetto all’attuale 30%, per il 2009 e il 2010;- consentire di portare l’Iva a rimborso anche a i piccoli esportatori, ossia a quelli che hanno meno del 25% di vendite all’estero sul totale, e innalzare l’ammontare dell’Iva che si può portare in compensazione fino a un milione di euro all’anno, dagli attuali 561 mila euro;
- consentire la parziale detassazione degli investimenti produttivi alle imprese attive nei distretti industriali.

Più risorse ai Comuni
La Camera dei Deputati ha approvato la mozione del PD per alleggerire il patto di stabilità per i comuni e garantire maggiori risorse economiche agli enti locali, così da far fronte alla grave crisi economica che ha colpito l’Italia. Ci sono migliaia di comuni, che hanno i soldi per aprire i cantieri e dare ossigeno a lavoratori e a piccole e medie imprese, ma che non possono spenderli perché una norma del governo lo impediva. Con la nostra mozione da subito potranno ripartire l'edilizia e gli investimenti negli enti locali.La mozione del PD ha infatti impegnato il governo:
- a garantire ai comuni l'integrale copertura del minor gettito derivante dall'abolizione dell'Ici sulle abitazioni principali;
- adottare iniziative per consentire l'utilizzo dei soldi presenti negli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale, in particolare per far partire lavori pubblici di medio importo realizzabili entro il 2009;
- ad adottare iniziative per escludere dai saldi utili del patto di stabilità interno i pagamenti a residui concernenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa, a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell'articolo 183 del testo unico degli enti locali;
- a incentivare l'utilizzo del patrimonio immobiliare per sostenere la spesa in conto capitale ed abbattere il debito, in particolare, eliminando i vincoli che impediscono l'utilizzo dei proventi della vendita del patrimonio degli enti locali per finanziare la spesa per investimenti.

Il nostro Federalismo fiscale
Il federalismo fiscale è per il Pd uno strumento per:
- utilizzare meglio le imposte versate dai cittadini portando le pubbliche amministrazioni a rispettare standard di efficienza verificabili nella prestazione e nel costo dei servizi;- garantire e migliorare il livello e la qualità dei servizi pubblici offerti in ogni area del paese;
- avvicinare ai cittadini i luoghi delle decisioni.
È’ un obiettivo che si può realizzare se si rende più efficiente l’amministrazione pubblica e si rafforzano comuni, province e regioni, e dunque il governo di prossimità come il centrosinistra ha concretamente fatto negli ultimi decenni. Due principi sono per noi irrinunciabili:
1. ogni persona ha diritto a ricevere i servizi che garantiscono i suoi diritti essenziali;
2. le imposte sono progressive e ogni cittadino, indipendentemente dalla regione o dalla città nella quale risiede, partecipa al finanziamento dei beni e dei servizi pubblici e collettivi sulla base della sua capacità contributiva. Il federalismo fiscale deve essere accompagnato da una Carta delle Autonomie che ridefinisca competenze e funzioni dei diversi livelli di governo per assegnare le risorse in modo equilibrato, che definisca l’assetto di Roma capitale e delle città metropolitane, che porti all’abbandono del bicameralismo perfetto e all’istituzione del Senato federale. All’azione del Pd in Parlamento e nel Paese si devono modifiche importanti del disegno di legge delega presentato dal governo. Tra queste il patto per la convergenza per il quale in ogni area del paese si deve arrivare a standard uniformi di costo e di copertura dei servizi essenziali, la perequazione nella spesa per gli investimenti, a partire dagli squilibri nelle dotazioni esistenti nelle diverse aree del paese e la programmazione su più anni degli interventi speciali per le aree svantaggiate. Una base di dati accurata e condivisa è condizione necessaria per giocare al meglio la sfida dell’efficienza, passare quindi dalla spesa storica al costo standard dei servizi per migliorarne la diffusione e la qualità. É questo l’unico modo per evitare che il federalismo possa portare ad un aumento della pressione fiscale.

Piano casa
Ad oggi il governo non ha varato alcun "piano casa": si tratta di annunci, cui non e’ finora seguito alcun atto concreto.
Piano casa: cosa andrebbe bene
Riqualificare e rinnovare il patrimonio edilizio individuando provvedimenti immediati ed efficaci, cantierabili da subito, può essere un volano per rilanciare l’economia, nel segno della qualità. É fondamentale che il piano casa promuova interventi per rendere più moderno, efficiente e di qualità il patrimonio edilizio italiano. É interesse di tutti far sì che dalla riqualificazione del patrimonio edilizio arrivi una nuova qualità del progettare e del costruire. Questi criteri devono valere anche quando si demolisce e si ricostruisce. Nei principali Paesi Europei, processo di riqualificazione patrimonio edilizio esistente è legato a obiettivi di efficienza energetica e di diffusione dell’uso delle fonti rinnovabili. Anche un Italia, lo sgravio fiscale del 55% (introdotto dal Governo Prodi e salvato in extremis dopo la cancellazione nell’ultima finanziaria di Tremonti dove è stato depotenziato - lo sgravio è spalmato su cinque anni invece che su tre), è stata una misura che ha ottenuto degli effetti ingenti e importanti. Lo hanno già utilizzato 230 mila famiglie, ha messo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro. Ha coinvolto migliaia di imprese e decine di migliaia di occupati. La semplificazione degli adempimenti in materia edilizia è un obiettivo da sottoscrivere. Il difficile rapporto con la Pubblica Amministrazione, spesso non in grado di rispondere nei tempi previsti dalle leggi, è una delle debolezze non solo del settore delle costruzioni, ma spesso di tutto il Paese. Avviare un piano di edilizia abitativa pubblica e a basso costo per le famiglie a reddito più basso.
Piano casa: cosa non andrebbe bene
Devastante segnale di tana libera tutti che viene mandato al paese Il solo "effetto" condono nelle precedenti sanatorie edilizie generò nel 2003 40mila nuove case illegali, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2001. Lo stesso accadde nel 1994 grazie al condono Berlusconi-Radice: durante i mesi di discussione delle legge furono costruite 83mila abitazioni fuorilegge, cifra record per l’ultimo decennio. Il piano è debolissimo sul fronte degli incentivi per il miglioramento energetico degli edifici.Un’occasione persa perché le case italiane sono fra le più sprecone d’Europa (una casa italiana tradizionale consuma tra i 150 e i 200 Kwatt/ora/mq annui, una casa tedesca fra i 40 e i 70). Inoltre fra una casa ben costruita e una no, si può arrivare fino a 1000 euro di risparmio annuo a famiglia. Le risorse annunciate per il piano di edilizia pubblica e popolare sono insufficienti (200 milioni subito per arrivare 550 milioni). Come è oggi rischia di trasformarsi in un condono permanente. Il provvedimento riscrive completamente la normativa in materia di edilizia abolisce il permesso di costruire, sostituendolo con una semplice autocertificazione. Si allargano così le maglie per autorizzazioni in deroga e accertamenti postumi. In pratica si può sanare tutto e sempre. Sarebbe stato il sogno dei proprietari di Punta Perotti e dell’Hotel Fuenti a Vietri sul Mare. La trasformazione in "atto libero", consente trasformazioni anche sostanziali degli appartamenti, comprese opere sotterranee con un aumento di cubatura di oltre 20%, possano essere effettuate senza informare nessuno e senza bisogno di alcun controllo o di una supervisione tecnica. Una clamorosa spinta al fai da te dell’edilizia e al lavoro nero, ma anche un rischio per la sicurezza e la stabilità degli edifici.

lunedì 23 marzo 2009

Europee: Franceschini "fa fuori" Bassolino

La direzione del Partito Democratico ha approvato all'unanimità il regolamento che individua i criteri per la scelta delle candidature alle elezioni europee di giugno. Tra i requisiti richiesti, ribaditi con determinazione dal segretario Dario Franceschini nel suo intervento, l'imperativo che chiunque sia eletto nelle liste del Pd dovrà poi lavorare al Parlamento europeo. Dunque, i parlamentari democratici che saranno candidati dovranno garantire, qualora eletti a Strasburgo, le dimissioni dal parlamento italiano. Durante la direzione, inoltre, è stata ribadita l'indicazione, già preannunciata nei giorni scorsi da Franceschini della non candidabilità di amministratori il cui mandato non va a scadenza naturale in vista del voto di giugno. Questa norma, di fatto, va letta in chiave anti-Bassolino. Il presidente della Campania, che ci teneva molto a essere candidato alle Europee, rimane quindi fuori dalle liste, dato che le Regionali sono nel 2010 e non quest'anno. Dove non riuscì Veltroni... è riuscito Franceschini...

(Fonte: Affaritaliani.it)

venerdì 20 marzo 2009

Brunetta chieda scusa agli studenti

«Brunetta dovrebbe ricordarsi che è un ministro, dovrebbe mordersi la lingua prima di insultare gli studenti che manifestano pacificamente contro i tagli alla scuola». Lo ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini replicando ai cronisti che, a margine di un incontro con la Comunità ebraica di Roma, gli chiedevano delle parole di ieri del ministro della Pubblica amministrazione che ha apostrofato gli studenti che hanno manifestato alla Sapienza come 'guerriglieri'. Secondo Franceschini, Brunetta dovrebbe «chiedere esplicitamente scusa e provare a dare risposte alle loro richieste». «Mi sembra che la destra si stia dividendo praticamente su tutto», ha commentato il segretario Pd . «Anche perché - aggiunge Franceschini - quando accettano proposte che non stanno né in cielo né in terra come l'idea di affidare la sicurezza a ronde di privati prima o poi ci si accorge, o per le reazioni dei cittadini, o perché ci si pensa di notte, che sono proposte che non stanno in piedi».«Spero che quel ravvedimento sulle ronde - conclude - porti a rivedere un provvedimento sbagliato. Piuttosto si diano risorse alle forze di polizia, una cosa che si potrebbe fare con l'abbinamento del referendum a europee e amministrative che porterebbe a un risparmio di 400 milioni. Lo abbiamo chiesto e lo riproporremo in Parlamento: sarebbe un segnale concreto».

L'Economist: «Franceschini incisivo»

«Nuovo leader, vecchi problemi». Titola così, The Economist, l'intervista a Dario Franceschini, nel numero in edicola sabato. Un articolo dedicato al cambio di passo del principale partito d'opposizione italiano, che al settimanale inglese non sembra dispiacere. Franceschini viene definito «incisivo» e «fortunato» perché la crisi economica che ha colpito il Paese «per la prima volta» ha messo «Berlusconi sulla difensiva». Infatti, spiega The Economist, se una delle maggiori ragioni per cui Berlusconi rispetta Franceschini è il fatto che viene bene in televisione, è anche è vero che finora il leader del Pd lo ha messo in crisi sulla sostanza, non sull'immagine. Dall'assegno per i disoccupati alla tassa di solidarietà da applicare ai redditi superiori ai 120mila euro annui, le proposte hanno reso Berlusconi «vulnerabile» alla accuse di non combattere abbastanza la crisi. «Ho l'impressione - dice Franceschini nell'intervista - che egli creda che, siccome la crisi è globale, le sole risposte siano quelle globali».Berlusconi, riporta ancora The Economist, ha tentato di screditare il suo avversario definendolo un catto-comunista: «Anche i suoi più fedeli sostenitori sanno che non ha senso», scrive l'autore dell'articolo, perché «Franceschini è la perfetta espressione delle “due Italie” emerse dalla seconda guerra mondiale». Infine, secondo il settimanale inglese, il neo segretario del Pd sarà «più fortunato» del suo predecessore perché «gli incessanti bisticci hanno distrutto il governo di centrosinistra di Romano Prodi e anche minato Veltroni». Quanto alla sua «temporaneità», è lo stesso Franceschini a spiegare nell'intervista che «tutti i leader sono temporanei, solo Berlusconi crede di essere insostituibile».

(Fonte: L'Unità, 19 marzo 2009)

mercoledì 18 marzo 2009

Crisi: Decalogo per le famiglie

Sull'ultimo numero della rivista delle Acli dieci consigli pratici e creativi elaborati dall'economista Luigi Campiglio

Roma, 18 marzo 2009 - Non è certo un decalogo dei miracoli, ma un modo «insieme pratico e creativo» per non essere travolti dalla difficile situazione economica che il nostro Paese sta attraversando. Sono i dieci consigli per le famiglie in tempo di crisi elaborate dall'economista Luigi Campiglio per le Acli e pubblicate sull'ultimo numero della rivista Aesse delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, interamente consultabile on line (www.acli.it/aesse).
Primo. Stare insieme: «perché nelle fasi avverse i "gruppi", siano esse famiglie allargate o gruppi di amici, assorbono meglio le conseguenze dell'incertezza e del rischio crescente. Creare gruppi di acquisto o ritrovare un gruppo di amici restituisce un po' di certezze e permette qualche risparmio». Secondo. Migliorarsi sul piano professionale: «non è mai troppo tardi per acquisire nuove conoscenze o rafforzare quelle esistenti». Terzo. Scoprire occasioni nuove di convenienza per la spesa quotidiana: «almeno il 10% del risparmio dipende dal tempo dedicato alla ricerca dei prezzi più bassi». Quarto. Eliminare gli sprechi nei consumi quotidiani: «in Gran Bretagna le famiglie sprecano circa un terzo di ciò che acquistano e circa un quinto di ciò sarebbe riutilizzabile». Quinto. Vivere verde: «utilizzare al meglio le opportunità di energie alternativa, ridurre i consumi energetici, usare di più i mezzi pubblici, camminare, usare la bicicletta (e migliorare la salute)».
E ancora. Controllare i costi di fatture, bollette, estratti conti: «l'aumento si annida nei dettagli di piccole spese aggiuntive». Usare internet in modo sistematico approfittando dei servizi gratuiti (telefonate, informazione) e delle opportunità di acquisto o scambio vantaggiose. Chiedere più pareri sulle questioni di rilevanza economica che si devono affrontare, «per poter scegliere la soluzione più conveniente e congeniale, dal medico al dentista, all'elettrodomestico da cambiare». Dare il buon esempio con i figli sul come affrontare con energia e dignità le difficoltà del vivere quotidiano. Infine, l'ultimo consiglio del decalogo: pensare diverso. «Se qualcosa sta insegnando questa crisi - è scritto su Aesse - è quanto possa essere epidemico il pensiero unico e negativo sul futuro. L'economia si alimenta di aspettative positive sul futuro».

Le storie raccontate in questo numero
Ampio spazio su Aesse, come ogni mese, alle storie dell'Italia che fa bene. In Umbria, il disagio abitativo si combatte con l'autocostruzione della casa. Un'iniziativa avviata nel 2001 dalla cooperativa Alisei, che permette alle famiglie, italiane e straniere, di realizzare materialmente la propria abitazione abbattendo i costi e facendo integrazione. In Lombardia, l'esperienza del fondo di solidarietà istituito dalla diocesi di Milano e gestito dalle Acli e dalla Caritas. A Roma, il "Rito del caffè", circolo istituito da donne etiopi ed eritree per promuovere l'integrazione degli stranieri, diffondere la cultura etiope tra gli italiani e sostenere le immigrate nelle difficoltà quotidiane.
Per le nuove rubriche. "Scelta di parte", storie di imprenditori per la legalità: Franca De Candia, commerciante sarda trasferita in Umbria, racconta la sua scelta di non farsi rubare la vita e il lavoro dagli usurai. "Il mondo è qui", storie di cittadini stranieri che fanno l'Italia con il loro lavoro: Thomas Kihara, pendolare tra l'Italia e il Kenya per la cooperazione internazionale. "La Costituzione": il presidente emerito della Coste Costituzionale, Valerio Onida, commenta l'art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale".

Donne e giovani tra rischi e opportunità

Venerdì 20 marzo 2009 - Ore 9.30-17.00 Roma, Sede nazionale Acli, Via Marcora 20
CRISI: DONNE E GIOVANI TRA RISCHI E OPPORTUNITA'.
Un "nuovo protagonismo" incentrato su un diverso modello di consumo
Nel corso del seminario, presentazione dell'indagine "Donne: uno sguardo diverso sull'economia?"

Donne e giovani sono tra i soggetti sociali più esposti alle conseguenze della grave crisi economica che anche l'Italia sta attraversando. Ma i rischi legati alla loro condizione possono trasformarsi in opportunità per un nuovo protagonismo, incentrato su un diverso modello di vita, di sviluppo e di consumo. Ne sono convinte le Acli che all'argomento dedicheranno un'intera giornata di approfondimento venerdì 20 marzo, a Roma, a partire dalle ore 9,30, presso la sede nazionale dell'associazione in via Marcora 18 (Zona Trastevere, piazza Ippolito Nievo): "Povertà e impoverimento tra economia, cultura e soggetti sociali: quale protagonismo per le donne e per i giovani?"
Nel corso del seminario, promosso dal Dipartimento Welfare, il Coordinamento Donne e i Giovani delle Acli, verranno presentati il risultati dell'indagine - "Donne: uno sguardo diverso sull'economia?" - realizzata attraverso un questionario su un campione di mille donne "acliste" sul territorio nazionale.
I lavori inizieranno venerdì mattina a partire dalle 9.30 con una tavola rotonda sul rapporto tra economia, consumi e soggetti sociali. Intervengono, tra gli altri: Leonardo Becchetti, dell'Università Tor Vergata di Roma, Maura Franchi, dell'Università di Parma, Emanuela Mora, dell'Università Cattolica di Milano, Emanuela Scalpellini, dell'Università degli Studi di Milano. Chiude la sessione l'intervento del presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero. Nel pomeriggio, dalle ore 14.30, seconda tavola rotonda sulle "buone pratiche" di responsabilità sociale diffuse sul territorio italiano: i gruppi di acquisto solidale, i bilanci di giustizia, il turismo sociale, il consumo responsabile.

lunedì 16 marzo 2009

PD: Facciamo opposizione

I giovani del Pd devono avere il coraggio di contestare il partito, se non sono d'accordo su qualcosa ed evitare di farsi assimilare a correnti che rispondono al nome di questo o quel dirigente. E' l'invito rivolto dal segretario democratico Dario Franceschini alla platea dei mille delegati under 30 del Pd riuniti a Fieramilano. "A 20 anni - ha detto Franceschini - non bisogna avere paura di andare contro il partito se non si è d'accordo su qualcosa". La voce del segretario è stata poi coperta dagli applausi quando ha espresso "fastidio all'idea che tra i giovani possano esserci 'dalemiani' 'franceschiniani' o 'bettiniani". "Non delegate la vostra appartenenza politica - ha concluso - al nome o al cognome di qualcuno".
Il piano casa è una norma demagogica "Dobbiamo contrastare senza ambiguità l'idea di devastare il paesaggio con una norma demagogica": Dario Franceschini si è scagliato nuovamente contro il piano casa proposto dal premier, Silvio Berlusconi. "Valuteremo il piano in modo aperto - ha detto il leader del Pd di fronte all'assemblea dei giovani del partito a Fieramilano - ma in base a quello che uscirà dal consiglio dei ministri, non in base alle battute di Berlusconi". "Siamo d'accordo sulla semplificazione delle procedure - ha proseguito - ed è vero che nelle città ci sono tanti edifici brutti che potrebbero essere demoliti e ricostruiti più belli e con criteri ecosostenibili, ma non possiamo accettare una norma demagogica che consente automaticamente a tutti gli edifici un ampliamento del 20%". Il piano casa annunciato dal governo Berlusconi e' "una norma demagogica fatta unicamente per raccogliere qualche voto": per questo il Pd, come ha detto il segretario Dario Franceschini nel suo intervento all'assemblea nazionale dei giovani Democratici, "non la puo' accettare". "Dobbiamo difendere il nostro territorio, le nostre coste i nostri centri storici - ha sottolineato Franceschini - anche se alla maggioranza piace l'idea di devastare il territorio con una norma demagogica". Franceschini ha poi preannunciato una valutazione serena della proposta come uscira' dal consiglio dei ministri: "per ora e' solo una battuta di Berlusconi", ha commentato ricordando che non e' ancora stato presentato il progetto. "Siamo per esempio d'accordo sulla demolizione di edifici non adeguati e la loro ricostruzione secondo criteri moderni, ma non possiamo accettare la possibilita' di aumentare del 20% tutte le case. Questo e' ingiusto, chi ha una villa da tremila metri quadrati ne puo' fare un'altra di 600 metri quadrati, mentre i 12 metri quadrati che spettano ad un appartamento di 60, dove li si costruiscono? Sul pianerottolo? E' chiaro che questa norma crea ulteriori disuguaglianze".

Election day: cartolina a Berlusconi per non buttare i soldi dalla finestra Il leader Pd va all'attacco anche sull'election day e spedisce una cartolina a palazzo Chigi: "Presidente, questa è un'emergenza! Aiuta gli italiani davvero e unifica la data del voto!". La missiva è stata imbucata questa mattina in un ufficio postale di Rho, e così prosegue: "Votare in due giorni diversi per elezioni e referendum comporterà un costo in più di oltre 460 milioni di euro, perchè buttare questi soldi dello Stato e dei cittadini?. Il PD propone di utilizzarli per potenziare con uomini e mezzi le forze dell'ordine, acquistare il carburante alle volanti, riparare quelle ferme, perchè rotte, e pagare gli straordinari al personale".

Sondaggi: Berlusconi modesto, sono al 92%! Al suo arrivo all’assemblea dei giovani del Pd a Rho, Dario Franceschini scherza su quanto assicurato da Berlusconi ieri a Roma alla Convention dei Riformatori liberali del centrodestra: «Non so perchè Berlusconi sia così umile, io ho un sondaggio qua in tasca secondo il quale il suo partito è già al 51 per cento e alle Europee può arrivare al 92 per cento...».


IdV: "Vogliamo conservare sua testimonianza"

Roma, 16 mar. (Apcom) - "La fine tragica e sconvolgente e ancora oggi misteriosa di Aldo Moro ha segnato nella vita pubblica italiana uno spartiacque: è stata sì la fine del terrorismo, ma anche la rottura del rapporto di fiducia tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni, culminata con le vicende di Tangentopoli". Lo dichiara Felice Belisario, capogruppo dei senatori dell'Italia dei Valori, ricordando con commozione il presidente della Democrazia Cristiana nel giorno del trentunesimo anniversario del suo rapimento e della strage degli uomini della sua scorta.
"Dopo la sua tragica scomparsa si è in qualche modo sbriciolato anche lo Stato. Aldo Moro - ricorda Belisario - si ispirava ad uno stile di vita sobrio e ad una rigorosa distinzione tra pubblico e privato. Ha sempre esaltato lo spirito di servizio verso le istituzioni ed il dovere da parte di queste di ascoltare le istanze provenienti dalle diverse e articolate categorie sociali". "Noi dell'Italia dei Valori - conclude Belisario - continueremo ad ispirarci a questo modo particolare di vivere le istituzioni cercando di conservarne fede e testimonianza".

venerdì 13 marzo 2009

PD: Basterebbe recupero 10% evasione

Cernobbio, 13 mar. (Apcom) - Il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, ritiene che "basterebbe recuperare il 10 per cento" dell'evasione fiscale in Italia per finanziare "molte delle cose che tutti stiamo chiedendo". A suo parere, ha continuato durante il suo intervento al Forum di Confcommercio, "non è normale un Paese con 110 miliardi di euro di evasione" e dove invece di recuperarne almeno una parte "in questi mesi si sono persi altri 6-7-8 miliardi".
Il segretario ha sottolineato che molte delle richieste avanzate dai commercianti "si assomigliano" con quelle del Pd e ha aggiunto di avere apprezzato gli appelli alla lotta all'evasione fiscale: "Venendo qui i miei consiglieri mi hanno detto di non parlare qui di evasione, ma io provo fastidio - ha continuato - per i politici che dicono cose diverse da un luogo all'altro. Non se ne può più".
Franceschini ha ricordato la propria esperienza professionale da avvocato durante la quale recuperava cambiali e vedeva "i drammi". Un modo per sottolineare che ci sono forme diverse di evasione fiscale: "So che c'è chi evade per vivere - ha proseguito - e chi per comprarsi la seconda casa. Rientra nella discrezionalità del Governo capire da dove iniziare nel recupero". A suo parere la lotta al sommerso aprirebbe inoltre la strada a un possibile abbassamento della pressione fiscale.

FRANCESCHINI: TREMONTI NON TOCCHI BANKITALIA
(AGI) - Cernobbio, 13 mar. - "Voglio dire una cosa chiara al ministro Tremonti: litighiamo tra maggioranza e opposizione ma lasciamo fuori Bankitalia, non tocchiamo la liberta' e l'autonomia di Bankitalia". Cosi' il leader del Pd, Dario Franceschini, durante il suo intervento al Forum della Confcommercio a Cernobbio torna sulla questione degli osservatori sul credito, dopo che il governatore Draghi ha escluso che i prefetti possano chiedere direttamente alla banche i dati sull'andamento del credito. Una cosa che "ha provocato la reazione piccata del ministro dell'Economia", ha detto Franceschini, che ha replicato con la possibilita' di dare la vigilanza alla Bce. Franceschini ha parlato del sistema del credito definendo "un'assurdita' questa storia delle prefetture, che non hanno le competenze per fare controlli, che e' quello che ha detto anche il governatore Draghi".

giovedì 12 marzo 2009

Crisi: Il PD accusa il governo

(AGI) - Roma, 12 mar. - L'aula della Camera ha bocciato la mozione presentata dal leader del Pd, Dario Franceschini, sull'istituzione dell'indennita' di disoccupazione. Sulla mozione il governo per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, aveva espresso parere contrario. Ma il Pd proprio con Franceschini accusa il Pdl: "C'e' una differenza di fondo tra noi e voi al di la' delle singole scelte: noi pensiamo che nella crisi debbano scattare meccanismi di solidarieta' nelle comunita'. Voi pensate che nella crisi sia inevitabile che qualcuno soccomba e qualcuno si salvi. Noi sappiamo che il paese si salva tutto assieme o non si salva nessuno". "Noi siamo consapevoli che le cose che abbiamo proposto, come l'assegno per i disoccupati, non sono risposte strutturali alla crisi. Ma sappiamo che in un momento difficile chi guida il paese deve si' pensare ad interventi strutturali, ma anche immaginare come affrontare nel frattempo l'emergenza per aiutare chi sta peggio" aggiunge Franceschini. "Noi vi abbiamo fatto delle proposte, spiegando anche le coperture e voi rispondete dicendo che si tratta di demagogia - incalza - piuttosto, rispondete nel merito: dite si' o no a delle proposte che servono a aiutare categorie piu' in emergenza di altre in attesa di definire misure strutturali. Io vengo da una terra nella quale, quando il Po stava per straripare, si mettevano pile di sacchi di sabbia per evitare che arginasse e poi, passata l'emergenza, si lavorava a rinforzare gli argini. Solo con il buon senso si puo' aiutare chi non ce la fa". Il segretario del Pd sottolinea la disponibilita' a discutere sulla riforma degli ammortizzatori sociali ma nel frattempo, ribadisce, "l'assegno a chi perde il lavoro e' un intervento necessario che costa 5 miliardi. E non dite agli italiani che non siete in grado di trovare questi miliardi dopo che li avete buttati dalla finestra con l'abolizione dell'Ici per i redditi alti e con il suicidio dell'operazione Alitalia".

LE ACLI A FA' LA COSA GIUSTA!

Milano, 13-14-15 marzo 2009 (fieramilanocity)

Roma, 12 marzo 2009 - Inizia domani, venerdì 13 marzo, a Milano, Fa' la cosa giusta!, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili giunta quest'anno alla sesta edizione, con il titolo: "Consumare meglio, consumare meno" (13-14-15 marzo, fieramilanocity).
Le Acli nazionali, le Acli regionali della Lombardia e le Acli provinciali di Milano partecipano con una serie di iniziative lungo l'arco dei tre giorni della fiera. Tra queste, in particolare: "Legal-mente. Quali basi per la nostra convivenza civile?" (sabato 14 marzo, ore 15.00, Sala Balaffi). Con il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero e il presidente nazionale di Libera Associazioni don Luigi Ciotti.
A seguire (ore 16.30): "Per una nuova primavera sociale". Presentazione della manifestazione "Diritti in Piazza": le iniziative delle Acli contro la crisi economica.

mercoledì 11 marzo 2009

Apprezzamento per proposta Franceschini

CRISI: ACLI, SOLIDARIETA' REDDITI ALTI "REGOLA AUREA" DEMOCRAZIA

Roma, 11 marzo 2009 - «La solidarietà dei più ricchi nei confronti dei più poveri è una «regola aurea» della democrazia e della cittadinanza, fin dall'antichità». Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono il loro apprezzamento per la proposta avanzata da segretario del Partito Democratico Dario Franceschini di introdurre una tassa di solidarietà "una tantum" sui redditi più alti, per venire in aiuto alle fasce più povere degli italiani che si trovano in ulteriore difficoltà a causa della crisi.
«Non riesco a capire lo scandalo di molti rispetto a una proposta di questo tipo - afferma il presidente nazionale Andrea Olivero - . E' giusto che in un momento di fatica chi gode di più dei benefici del benessere si faccia carico di chi è in affanno: è una regola aurea della cittadinanza fin dall'antichità, oltre a rispondere al principio evangelico della solidarietà. Per questo mi aspetto un'apertura da parte del Governo, che già una volta, del resto, ha dimostrato di non rifiutare questa logica del togliere ai più ricchi per dare ai più poveri. A ben vedere - suggerisce Olivero - questa sarebbe per il governo una seconda "Robin Hood Tax"»
Le Acli erano tra le associazioni presenti all'incontro di questa mattina a Roma per rendere conto, dal proprio osservatorio, della fatica e del disagio con cui una parte della popolazione italiana sta subendo le conseguenze della crisi economica. «L'idea di sostenere con questo fondo potenziale di 500milioni di euro il lavoro del Terzo Settore e dei Comuni, secondo quanto previsto dalla legge quadro 328, apre ad una logica di sussidiarietà e rilancia la prospettiva di un welfare comunitario che da sempre come associazioni andiamo sostendendo».

VENETO: GALLO (PD),MAXI PREMIO AI DIRIGENTI? DA GIUNTA REGIONALE DECISIONE SFACCIATA

Venezia 11 mar. (Adnkronos) - ''Le risorse per garantire la cassa integrazione a migliaia di lavoratori del Veneto non le trovano. Pero', per coprire d'oro i top manager della Regione, Galan e la sua Giunta i soldi li scovano subito''. Il commento e' del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Veneto, Giovanni Gallo secondo il quale ''Scegliere, in piena crisi economica, di elargire indistintamente ai top manager il premio massimo consentito e' a dir poco sfacciato. Non e' infatti normale votare una delibera dove si dice che tutti questi dirigenti hanno raggiunto il 100% del risultato''. ''D'altra parte questa vicenda e' solo l'ultimo dei capitoli di una lunga storia fatta di privilegi - prosegue il capogruppo del Pd - Recentemente, infatti, gli stessi dirigenti avevano tentato di mettersi al riparo dai tagli allo stipendio imposti dal ministro Brunetta in caso di malattia. Per non parlare poi dei Direttori generali delle Ulss, anch'essi premiati con palate di euro e anch'essi in maniera indipendente dai meriti e dai risultati ottenuti''. ''Questo e' l'andazzo nel palazzo - conclude Gallo - e Galan ne e' il massimo responsabile: senza alibi ne' giustificazioni''.

martedì 10 marzo 2009

Don Luigi Merola maestro di legalità

TESTIMONI. Don Luigi Merola, prete anti camorra, all’istituto Canova
«L’ordine sociale nascedalle piccole azioni» (Fonte Il Giornale di Vicenza)

Vicenza. Scortato da due carabinieri che gli fanno da scorta 24 ore su 24, rinunciando a farsi pagare gli straordinari perché hanno sposato la sua causa, Don Luigi Merola ha fatto l'altra sera il proprio ingresso nell'aula magna dell'Istituto per geometri Canova. Il prete di frontiera, che dopo esser stato per 7 anni parroco nel quartiere napoletano di Forcella ha dovuto cambiare aria allontanato dalle minacce della Camorra, ed è stato nominato dall'ex ministro dell'Istruzione Fioroni come testimonial della legalità nelle scuole, ha accolto l'invito dell'Associazione genitori scuole cattoliche e dell'Ispettore dell'Ufficio scolastico regionale, Fernando Cerchiaro, per parlare a genitori e ragazzi di legalità e Costituzione.Giubbotto nero in gore-tex, jeans neri e stivaletti, il 37enne Merola ha tutto per andare d'accordo con i giovani. Non solo il look e la parlata alla Massimo Troisi, ma anche messaggi schietti e diretti. E storie interessanti da raccontare: «Quando venni ordinato a Forcella, feci il giro del quartiere.“Che belle quelle telecamere agli angoli delle strade che lo Stato ha messo per controllare la situazione” mi dissi. Poi venni bloccato da due persone in borghese, che mi perquisirono. Pensavo fossero agenti delle forze dell'ordine, invece erano sentinelle di un clan. Anche le telecamere purtroppo le aveva messe la camorra». Ma dopo l'arrivo di Merola le cose cambiarono.«Alla mia prima messa c'erano solo tre vecchiette. Nel quartiere mancavano cinema, teatro, biblioteca e oratorio. Mi dissi che se tutti si rimpallavano la responsabilità, dovevo agire io». Raccogliendo fondi, Merola levò dalla strada tanti scugnizzi. La camorra cominciò a minacciarlo di morte: la voce di quel leader spirituale le dava fastidio. Ora Merola parla nelle scuole italiane. E dice agli studenti: «Anche un chewingum appiccicato sotto il banco, sporcare un muro o rompere una sedia è illegalità. Partiamo dalle piccole cose per riportare l'ordine sociale. La Costituzione invita i cittadini a contribuire al progresso materiale e spirituale della società. Fatelo anche voi». E poi: «Chattate di meno e guardate di meno la tv spazzatura. Leggete libri, mantenete la vostra mente lucida. Siete voi la speranza, assieme alle tante associazioni di volontariato che ogni giorno si danno da fare per strappare le persone alla marginalità e dalla miseria morale e culturale».

(Fonte: Il Giornale di Vicenza, 9/3/2009, pag.16)

Convegno: Moro, un caso ancora vivo dopo 30 anni

Vicenza. Aldo Moro analizzato attraverso la formazione nella Fuci e l’azione costituente. Questa la tematica alla quale è stato dedicato il convegno sabato scorso, in Camera di commercio, dalla Fuci, per approfondire la figura dello statista democristiano, ucciso dalle Br nel 1978, «e lasciato nell’oblio proprio perché la società italiana deve ancora metabolizzare quei tragici fatti», come sottolinea Guido Formigoni, docente di storia contemporanea allo Iulm di Milano, che ha illustrato la formazione di Moro. «La Fuci che Moro incontra - spiega - è quella che risente dell’influenza montiniana, legata alla tradizione ma aperta alle novità. Sono gli anni del fascismo e Moro aderisce al Guf, partecipando ai “littoriali”, perché obiettivo della Fuci è cercare di agire nell’ambito del regime per modificare gli assetti dall’interno. La parola d’ordine che lancia, quando nel ’39 diventa presidente nazionale, è “umanesimo cristiano”, che significa che nell’incontro con le persone è l’umanità del credente che deve parlare per la sua fede. Moro, insomma, arriva alla Costituente non da politico, ma nella quota delle associazioni cattoliche. Entra in politica da intellettuale, poi, però, fa politica fino in fondo».Proprio il ruolo nella Costituente è l’aspetto indagato da Franco Todescan, ordinario di filosofia del diritto a Padova, che ha raccontato il suo ruolo di mediatore tra le varie anime cattolica, liberale e socialcomunista, soprattutto sul piano dei valori. «Moro - spiega il prof. Todescan - si oppose all’idea comunista di lasciare fuori l’ideologia dalla Carta, ma anche alla concezione che dovesse essere un documento “neutro”, “riempito” in seguito dai governi. Per lui, infatti, sarebbe stato rinunciare al valore profondo del valore della Costituente, che doveva invece compiere grandi scelte culturali e politiche».Durante l’incontro non è mancato un riferimento al caso Dal Molin, chiamato in causa dal sindaco Achille Variati, che nel suo saluto ha sottolineato come «mancano persone così equilibrate e sagge, visto come lo Stato sta trattando la questione della base».Un richiamo sullo stesso tema è venuto anche da Mario Serafin, presidente del Meic, che ha invitato il sindaco ad «organizzare a Vicenza incontri in cui si parli di pace non solo dal punto di vista dei militari. La Pira organizzava infatti incontri del Mediterraneo a Firenze, tanto più lo deve fare una città sede dell’Africom».

(Fonte: Il Giornale di Vicenza, 9/3/2009, pag.16)

lunedì 9 marzo 2009

L'Italia cementificata

Il piano per la casa del governo, che secondo il premier Silvio Berlusconi avrà effetti formidabili, «è bocciato» perché si tratta «di una cementificazione dell'Italia» e per di più anche «campata sulla luna»: così il segretario del Pd Dario Franceschini, nel corso di In mezz'ora su Raitre, commenta la proposta del premier di un nuovo piano per l'edilizia.

RISCHIO CEMENTIFICAZIONE - «C'è assolutamente bisogno di far ripartire l'economia e le imprese, rimettere in moto gli artigiani, perchè gli italiani non avendo soldi non spendono più - ha detto il leader democratico - . Ma la proposta del governo è senz'altro uno sbaglio, una specie di cementificazione dell'Italia e per di più campata in aria». Per Franceschini si tratta di una proposta «un po' sulla luna» perché «Berlusconi parla di aggiungere due, tre stanze alle ville e dimostra così di non sapere come vivono gli italiani che stanno in condomini al terzo, o quarto piano, dove aggiungono le stanze sul pianerottolo?». Secondo il segretario del Pd perciò questo piano è «pericolosissimo» soprattutto in Italia perchè «quello che ci rende unici nel mondo è il paesaggio, i nostri centri storici. Così, invece, si rovina il territorio, quindi la proposta è bocciata: è come se un paese arabo bruciasse il petrolio».
«BERLUSCONI INADEGUATO» - Nel corso della trasmissione è stata ricordata la differenza di vedute sugli strumenti per affrontare la crisi. Il premier aveva ad esempio detto no all'ipotesi di un sussidio a favore di chi perde il proprio lavoro. «A nessuno di noi, nemmeno nella foga di un comizio - ha detto il leader del Pd - , è mai venuto in mente di dire che la crisi è colpa del governo Berlusconi; ma il modo inefficace e inadeguato in cui si affronta la crisi è certamente colpa del governo Berlusconi».«Noi abbiamo fatto proposte finalizzate all'emergenza del 2009 - ha aggiunto -, tra cui anche l'assegno di disoccupazione». Che però è solo un primo passo, perchè «non è che pensiamo di risolvere la crisi solo con questa misura».

(Fonte: Il Corriere della Sera)

PD: Un anno senza licenziamenti

Il Governo deve approvare subito una moratoria dei 100.000 licenziamenti di lavoratori precari nella pubblica amministrazione.

Continua la battaglia contro il precariato del segretario del PD, Dario Franceschini, che dopo l’assegno per i lavoratori precari licenziati privi di cassa integrazione, lancia la nuova proposta: “Proponiamo al governo una moratoria di un anno, quindi per la durata della crisi, bloccando i provvedimenti che porteranno, se non corretti, al licenziamento di 60 mila lavoratori del pubblico impiego e circa 40 mila della scuola. Creando disagio agli utenti, alle famiglie per il taglio di servizi, per la chiusura delle classi e la chiusura delle scuole nei piccoli paesi”.Già, perchè con questo governo ci si deve abituare ai paradossi: “Mentre lo Stato con una mano cerca di occuparsi di chi ha perso o perderà il lavoro, con l'altra mano licenzia i propri dipendenti. Questo non ha senso”.
L’operazione verità. I democratici devono impegnarsi in “un'operazione verità contro l'operazione immagine del governo per nascondere la crisi - ha aggiunto Franceschini accusando il governo di voler “impedire che la percezione individuale della crisi diventi percezione collettiva. Per Silvio Berlusconi l'importante è negare, eppure "non c'è paese al mondo in cui il capo del governo nasconde la crisi”. E durante l’assemblea dell’Associazione A sinistra il segretario ripercorre le oepraizoni immagini, una al giorno, dell’esecutivo.I soldati per le strade…qualcuno li ha visti? I miliardi per eliminare l'Ici o l'operazione tutta mediatica di Alitalia, di cui oggi si vede il tragico fallimento.
300.000 italiani licenziati senza protezione, ma dicono non all’assegno! Eppur el’opposizione del PD ha fatto continue propose, idee come l'assegno di disoccupazione, “ma appena faccio una proposta dicono che è demagogia, non dicono si o no nel merito – ha spiegato Franceschini - lo sa Berlusconi che nel 2008 sono stati 300.000 gli italiani che hanno perso il lavoro e non hanno una protezione? Lo sa, ha insistito, che tutti i paesi europei hanno una forma di sostegno all'occupazione?”. Anche per questo non è il momento dell'astensionismo. Per Franceschini serve “recuperare lo spirito delle primarie, quando 3 milioni e mezzo di persone andarono a votare, mentre gli iscritti a Ds e Margherita erano un milione”. E la battaglia, ha chiarito, non si esaurirà con le elezioni europee e amministrative: “Ora quello che il Pd deve affrontare è un lavoro doppio: costruire un partito e fare opposizione. Non basta più dire chi è Berlusconi, lo sanno anche quelli che lo hanno votato, bisogna fare proteste e proposte, dobbiamo mettere in campo delle idee buone”.

Ma. Lau.

venerdì 6 marzo 2009

8 MARZO: ACLI, DONNE "PROTAGONISTE DI UN'ECONOMIA DIVERSA"

Roma, 6 marzo 2009 - Hanno una visione ampia e complessa dell'economia, ma si sentono più capaci di spendere bene che di rischiare in investimenti economico-finanziari. Si dividono, di fronte alla crisi, tra chi vorrebbe sostenere i consumi e chi vede nella sobrietà e nel risparmio la strada da percorrere per superare le difficoltà. Sono le donne nel loro rapporto con l'economia, secondo le prime anticipazioni di un'indagine realizzata dalle Acli - "Donne: uno sguardo diverso sull'economia?" - che verrà presentata il prossimo 20 marzo a Roma, nel corso di un seminario promosso dal Dipartimento welfare, il Coordinamento donne e i Giovani delle Acli.
Appassionate dell'economia "reale" e critiche «rispetto ai modelli dominanti di produzione e di consumo», le donne delle Acli hanno predisposto per l'8 marzo un breve documento per raccontarsi come "Protagoniste di un'economia diversa": «Il divario tra l'economia reale e la bolla speculativa e finanziaria ha messo in luce quello che, come donne, già sapevamo: il rischio di una crescita senza promozione umana e di uno sviluppo senza incremento delle opportunità, per tutti e per ciascuno». Ma la crisi - si legge - può essere anche un'opportunità per «riaffermare il ruolo positivo e propositivo che un rinnovato protagonismo femminile può giocare nell'attuale fase, per ribadire la centralità e il primato della persona in ogni ambito della vita». «Il nostro modo di essere cittadine responsabili, portatrici di un'economia diversa, per la quale la felicità non risiede nella quantità dei beni posseduti ma nella qualità delle relazioni vissute».

giovedì 5 marzo 2009

SOCIAL CARD: DENUNCIA DELLE ACLI

SOCIAL CARD: 200MILA PERSONE IN ATTESA DEI 120 EURO DI ARRETRATI"CHE FINE HA FATTO LA PROROGA PROMESSA?"
La denuncia delle Acli e la proposta del presidente Olivero: «Abolire i criteri dell'età per l'accesso alla carta acquisti»Il 40% rimande escluso dalla Social Card per requisiti anagrafici

Roma, 5 marzo 2009 - 200mila persone attendono ancora di veder caricata la propria Carta acquisti con i 120 euro dei mesi di ottobre, novembre e dicembre. Tanti - si stima - coloro che hanno chiesto e ottenuto la social card a partire dal 1° gennaio 2009 e ai quali il Governo aveva garantito pubblicamente il riconoscimento degli "arretrati". «Ma ad oggi - denunciano le Acli - nessuno ha ottenuto i 120 euro, e della proroga promessa non v'è traccia».
Il Governo aveva fissato una prima scadenza al 31 dicembre 2008 per concedere, a chi avesse presentato la domanda entro quella data, la ricarica retroattiva dei mesi di ottobre, novembre e dicembre: 40 euro al mese, 120 euro in tutto. Di fronte al ritardo con cui era partita la macchina organizzativa e alla complessità oggettiva delle operazioni, le Acli avevano chiesto di spostare la scadenza al 28 febbraio. Il Governo aveva accolto la richiesta annunciando più volte pubblicamente la predisposizione di un decreto per la concessione di 2 mesi di proroga. «La data del 28 febbraio è passata è il decreto non c'è stato - spiegano le Acli - I 120 euro "promessi" non sono stati mai caricati sulle carte di circa 200mila persone che restano senza soldi e senza risposte». «Che fine ha fatto la proroga?» si interrogano le Acli, che chiedono al Governo di mantenere la promessa fatta e insieme avanzano una proposta: «Abolire i requisiti anagrafici per l'accesso alla social card».
Il Governo, infatti, aveva ipotizzato inizialmente una platea di beneficiari della social card pari a 1 milione e 300mila cittadini. E aveva stabilito per questo - adottando un condivisibile criterio selettivo, riconoscono le Acli - una serie rigorosa di requisiti tra cui due principali: reddito Isee inferiore ai 6000 euro, età del richiedente inferiore ai 3 anni (bambini) o superiore ai 65 anni (pensionati). Ma le Carte acquisti finora distribuite sono state tuttavia "solo" 560mila, meno della metà del previsto. E i dati a disposizione del Caf Acli dimostrano che il 40% di coloro che avrebbero diritto alla Carta secondo il requisito del reddito, ne rimangono esclusi per via dell'età. La proposta avanzata dal presidente delle Acli Andrea Olivero è conseguente: «Abolire i requisiti anagrafici per l'accesso alla social card». «Si può essere "poveri" a 60 come a 65 anni, con figli di 3 anni piuttosto che di 5. Il requisito dell'età è quello meno comprensibile e giustificabile. Abolendolo rimarremmo comunque entro le previsioni di spesa ipotizzate dal Governo».

PD: ASSEGNO SI PUO' FARE DOMATTINA

(AGI) Dario Franceschini sfida il governo Berlusconi dagli studi di Matrix: "La nostra proposta e' fattibile, lo abbiamo dimostrato che ci sono le coperture. Se il governo vuole si puo' fare domattina". Il leader del Pd, inoltre, spiega che "sarebbe deprimente" utilizzare la nostra proposta come tema di campagna elettorale, come sta facendo il governo. "Il problema di centinaia di migliaia di persone che perdono il lavoro e stanno in una situazione drammatica non e' di destra ne' di sinistra ma e' dovere dello Stato occuparsene. La nostra proposta non e' una proposta a cui si deve dire si o no in blocco, ci facessero le loro controproposte, noi siamo pronti a confrontarci".

(AGI) "Oggi il governo ha fatto una cosa incomprensibile che una classe dirigente seria non dovrebbe fare: ha creato confusione buttando li' l'operazione sull'eta' pensionabile delle donne al solo scopo di coprire la crisi". Cosi il segretario del Pd, Dario Franceschini, durante la registrazione di Matrix. Franceschini ricorda che il ministro Sacconi ha negato oggi che esista una bozza di proposta sull'innalzamento a 65 anni dell'eta' pensionabile delle donne: "basterebbe che i vari ministri si telefonassero e che non trasmettessero un senso ulteriore di incertezza al Paese". Se e quando ci sara' una proposta concreta sulla riforma del sistema previdenziale il Pd sara' pronto al confronto in Parlamento. Ma, avverte Dario Franceschini, "non si puo' pensare che siano le donne le prime a pagare il prezzo di un riequilibrio dei conti della previdenza. Non si puo' cominciare da questo tema, perche' le donne gia' pagano un prezzo alto". Infine, Franceschini ribadisce che la riforma delle pensioni "non c'entra nulla con la nostra proposta" di assegno per i disoccupati, "che e' una misura d'emergenza".

mercoledì 4 marzo 2009

PD: FRANCESCHINI, SETTIMANA MOBILITAZIONE DEI CIRCOLI SU ASSEGNO

Roma, 4 mar. - (Adnkronos) - "Faremo una settimana di mobilitazione straordinaria in tutti i circoli del Pd sul tema della crisi e sulla nostra proposta per un assegno mensile per i disoccupati". Lo ha spiegato al termine delle segreteria del Pd con Dario Franceschini, il presidente dell'assemblea di segretari regionali, Andrea Manciulli. Il tema della crisi sara' al centro della campagna elettorale delle europee e gia' da questo fine settimana partiranno "iniziative, incontri, assemblee pubbliche aperte a tutti gli interessati" in cui verra' illustrata anche la proposta del Pd sull'assegno "coinvolgendo parlamentari e esponenti del partito".
L'idea della mobilitazione, accolta dalla segreteria, e' stata lanciata da Franceschini che ha insistito appunto sulla necessita' che le ripercussioni della crisi economica diventino centrali nella campagna per le europee. Quanto al dibattito sulle pensioni, Manciulli stoppa: "Forse c'e' il tentativo di spostare l'attenzione ma per il Pd le questioni restano distinte".
La prossima settimana torneranno a riunirsi la segreteria e l'assemblea dei rappresentanti regionali per iniziare ad entrare nel vivo delle candidature per le elezioni. "Mercoledi' prossimo inizieremo a lavorare sui criteri delle liste e a mettere giu' il regolamento che dovra' essere approvato poi dalla direzione del partito -spiega il segretario regionale campano, Tino Iannuzzi-. Di certo, specie per i capolista, si lavorera' a candidature di prestigio e in grado di raccogliere ampio consenso. Quindi, si recepiranno le indicazioni che arrivano dal territorio per la selezione delle candidature".

martedì 3 marzo 2009

Quote latte: Zaia non prenda in giro il Paese

Dichiarazione di Colomba Mongiello, responsabile Pd del Dipartimento agricoltura.

Non è mai demagogica una battaglia per la legalità. Governo e maggioranza sbagliano a sottovalutare o a considerare strumentale una protesta legittima contro un decreto che è un condono a favore delle aziende, per fortuna poche, che si sono mosse nell'illegalità e non garantisce minimamente i tanti, tantissimi allevatori che in questi anni, a costo di enormi sacrifici, hanno rispettato regole e leggi. Come può il Ministro negare l'evidenza di fronte a dati così schiaccianti? Secondo i calcoli gli splafonatori che hanno generato oltre il 75% dei 168 milioni di multe per il superamento delle quote latte sarebbero appena 646, a fronte di 41 mila produttori. Zaia può tentare di giustificare il suo decreto, ma non lo può fare prendendo in giro il Paese. Noi siamo al fianco di chi protesta, sostenendo con convinzione e solidarietà la denuncia e l'allarme diffusi per lo scarso interesse del Governo nei confronti sia di quanti, anche elettori dell'attuale maggioranza, portano avanti una battaglia di legalità e trasparenza, sia per le Regioni che non sono state coinvolte sulle modalità di ripartizione delle quote nel territorio nazionale. Abbiamo chiesto e continueremo in tutte le sedi a chiedere la correzione del ddl di conversione del decreto sulle quote latte. Occorre che chi non ha rispettato in questi anni la legge, prima di poter usufruire dell'assegnazione delle quote, provveda al pagamento degli arretrati e rinunci ai contenziosi giudiziari. E inoltre, che vengano introdotte opportune garanzie in termini di contributi previdenziali e di copertura del Fondo di solidarietà per le assicurazioni.

Berlusconi dice no ai disoccupati

(Apcom) - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia il coraggio di andare in Parlamento a dire no alla proposta di istituire un assegno di disoccupazione per tutti coloro che perdono il lavoro. Il segretario del Partito democratico Dario Franceschini lo dice intervenendo ad un iniziativa del Partito democratico romano, spiegando che non bastano le dichiarazioni pronunciate dal presidente del Consiglio nei giorni scorsi: "Berlusconi non pensi di cavarsela così, con una conferenza stampa a Bruxelles. Il suo è un no sbattuto in faccia a quelle persone che non hanno i soldi per andare avanti". Continua Franceschini: "Noi faremo finta di non averlo sentito, dovrà venire in Parlamento e dire alla sua maggioranza di votar no contro il provvedimento che gli proponiamo".

lunedì 2 marzo 2009

Epifani, da Papa richiamo importante

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani esprime apprezzamento per le parole del Pontefice, che ha richiamato autorità politiche e civili e imprenditori a dare la priorità ai lavoratori e alle loro famiglie: ''E' un richiamo importante al mondo politico e alle imprese a mettere al centro della loro attenzione il lavoro'', ha detto. Quella del Papa, ha aggiunto, ''è una esortazione di grande rilievo a chi rischia di sottovalutare la portata e la drammaticità della crisi, non facendo tutto il possibile per dare le risposte necessarie a chi sta perdendo il lavoro''.

E.Letta: "Facciamo pagare i più ricchi"

Intervista rilasciata da Enrico ad Alessandro Barbera, pubblicata su «La Stampa» di lunedì 2 marzo.

Enrico Letta ha appena ricevuto una telefonata di Dario Franceschini. Il leader Pd lo ha messo al corrente delle dichiarazioni da Bruxelles di Silvio Berlusconi. «Il premier dice che la nostra proposta non è sostenibile. Eppure hanno appena stanziato otto miliardi in due anni per rimpinguare uno strumento pensato per il mercato del lavoro di trent'anni fa. Ma se anche quelle risorse non bastassero per una riforma, perché Berlusconi non viene in Parlamento con una bozza di riforma delle pensioni? Siamo pronti a discutere di questo, così come siamo favorevoli ad un contributo di solidarietà delle fasce più ricche, dai parlamentari in su». Il responsabile welfare del Pd - finora fra i più dialoganti nel suo partito verso le scelte dell'asse Tremonti-Sacconi - alza i toni della critica, ma sfida il governo a chiedere il consenso dell'opposizione su proposte concrete. Il governo teme ripercussioni sulla tenuta dei conti pubblici. Voi non siete preoccupati? «La linea del governo su questo punto è quella di Giulio Tremonti. Capisco la sua prudenza, ma è ora che faccia i conti con i costi occulti che questa crisi può provocare». Quali? «Quest'anno potrebbero perdere il lavoro più di 500mila persone. Una catastrofe sociale che potrebbe causare un calo pesante dei consumi, e dunque scaricarsi sui conti delle imprese. La maggioranza ironizza, ci taccia di demagogia, dice che non è il tempo delle riforme strutturali. Beh, si sbagliano di grosso. Il consenso dell'opposizione per fare le riforme lo può avere oggi, non quando la crisi sarà alle nostre spalle. Per allora le priorità saranno altre: in Italia le cose sono sempre andate così». Nelle intenzioni del governo gli otto miliardi stanziati grazie all'accordo con le Regioni dovrebbero comunque permettere di allargare i beneficiari della cassa integrazione, ad esempio a favore dei dipendenti delle piccole imprese. «E' certamente un passo avanti, ma la vera emergenza oggi sono i lavoratori parasubordinati, ovvero quella fascia di italiani, in gran parte giovani, che resteranno senza lavoro, senza cassa integrazione e senza sussidio di disoccupazione». Ci dice con esattezza cosa proponete? «Un assegno unico per tutti coloro che perdono il lavoro. Un nuovo sistema di ammortizzatori che superi la discrezionalità del sistema della cassa integrazione, ordinaria e straordinaria. Non chiediamo il reddito minimo garantito, che pure andrebbe varato: ci rendiamo conto che in questo momento costerebbe troppo». Quanto costerebbe una simile riforma? «Gli esperti de lavoce.info calcolano una decina di miliardi di euro a regime. Non è poco, ma non è distante anni luce da quanto il governo ha deciso per la cassa in deroga. Possiamo discutere anche di un intervento graduato per tipo di contratto». Giuliano Cazzola punta il dito contro gli squilibri del sistema previdenziale. Un buco nero che assorbe tanto i contributi previdenziali dei giovani quanto le risorse per maternità e sussidi. Cosa risponde? «Che ha ragione, ma ciò dimostra quanto sia valida la nostra proposta. Perché sarebbe due volte ingiusto far pagare i costi della crisi a chi già avrà una pensione più bassa dei propri genitori. Per questo, se le risorse verranno destinate alla riforma degli ammortizzatori, siamo disponibili a discutere di una riforma delle pensioni a partire dall'equiparazione dell'età uomo-donna nel settore pubblico. Il governo la smetta con gli annunci e ci presenti un progetto. Fino a prova contraria - lo dico a Brunetta - le proposte le deve fare chi governa». Ipotizziamo che il governo scarti l'ipotesi di un intervento sulle pensioni. Alternative? «E' necessario reperire in fretta uno o due miliardi di euro? Non consideriamo scandaloso introdurre un contributo ad hoc per le fasce più ricche. Vedo che ama dirlo spesso anche Tremonti: calano i prezzi, le tariffe di luce e gas, gli interessi sui mutui. Fino a prova contraria, per chi ha un lavoro sicuro il 2009 sarà un anno migliore del 2008».

VENETO/SCUOLA: PD, REGIONE CHIEDA A GELMINI IL TEMPO PIENO

(ASCA) - Venezia, 2 mar - ''La Giunta veneta si attivi a difendere il ''tempo scuola'', con particolar riguardo al tempo lungo e al tempo pieno, garantito fino ad oggi (anno scolastico 2008-2009) dalle scuole del Veneto, per venire incontro alle modalita' organizzative e di vita delle famiglie venete''. La richiesta parte da una mozione che il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, primo firmatario Andrea Causin, ha presentato oggi in coincidenza con la presenza ad Abano Terme del Ministro Mariastella Gelmini che incontrera' una delegazione di Sindaci e assessori comunali all'istruzione che presenteranno analoga richiesta al rappresentante del Governo.''Tutti questi problemi - spiega Causin - nascono in gran parte dal fatto che la legge 169/08, nota come Tremonti-Gelmini, non e' una vera e propria riforma della scuola che affronta i nodi dell'istruzione italiana in una visione piu' complessiva, ma, di fatto, solamente una legge di carattere finanziario finalizzata al taglio di costi nel triennio 2009-2011. Con questi tagli l'ammontare di ore dedicate all'insegnamento nel Veneto, il cosiddetto ''tempo scuola'', subira' una notevole riduzione''.