domenica 30 novembre 2008

Il Papa ricorda Alcide De Gasperi

Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio tocchi i cuori di chi crede che la violena può risolvere i problemi degli uomini. Le vittime di Mumbai e di Jos hanno dato occasione oggi a Benedetto XVI di rinnovare “l’orrore e la deplorazione” per il terrorismo e di pregare “il Signore di toccare il cuore” dei violenti. La preghiera del Papa ha segnato una domenica nella quale Benedetto XVI ha sottolineato l’inizio del tempo liturgico dell’Avvento, ha avuto un ricordo di Pio XII ed ha rivolto un augurio ai fedeli ortodossi del Patriarcato ecumenico. Momenti che hanno scandito la domenica di Benedetto XVI che prima si è recato in visita nella basilica romana di San Lorenzo (nella foto) e poi ha recitato, in piazza San Pietro, l’Angelus, alla presenza di circa 15mila persone.
“Il tempo liturgico dell’Avvento – ha detto al’Angelus - celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: ‘Vegliate!’ (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche ‘a tutti’, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha invitato i fedeli alla preghiera “per le numerose vittime sia dei brutali attacchi terroristici di Mumbai, in India, sia degli scontri scoppiati a Jos, in Nigeria, come pure per i feriti e quanti, in qualsiasi modo, sono stati colpiti. Diverse sono le cause e le circostanze di quei tragici avvenimenti, ma comuni devono essere l’orrore e la deplorazione per l’esplosione di tanta crudele e insensata violenza. Chiediamo al Signore di toccare il cuore di coloro che si illudono che questa sia la via per risolvere i problemi locali o internazionali e sentiamoci tutti spronati a dare esempio di mitezza e di amore per costruire una società degna di Dio e dell’uomo”.
Oggi, inoltre, “ricorre la festa dell’Apostolo sant’Andrea, fratello di Simon Pietro”. “Sant’Andrea – ha ricordato il Papa - è patrono del Patriarcato di Costantinopoli, così che la Chiesa di Roma si sente legata a quella costantinopolitana da un vincolo di speciale fraternità. Perciò, secondo la tradizione, in questa felice circostanza una delegazione della Santa Sede, guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, si è recata in visita al Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Di tutto cuore rivolgo il mio saluto e il mio augurio a lui e ai fedeli del Patriarcato, invocando su tutti l’abbondanza delle celesti benedizioni”.
Dell’Avvento, Benedetto XVI aveva parlato anche questa mattina, recandosi in visita all’antica basilica romana di San Lorenzo, per la conclusione dell’Anno lauretano, per i 1750 anni dalla morte del santo.
La visita ha dato occasione a Benedetto XVI di evocare alcuni degli eventi più recenti legati alla storia della chiesa, costruita sotto l’imperatore Costantino. “Cade quest’anno – ha ricordato - il 50° anniversario della morte del Servo di Dio, Papa Pio XII, e questo ci richiama alla memoria un evento particolarmente drammatico nella storia plurisecolare della vostra Basilica, verificatosi durante il secondo conflitto mondiale, quando, esattamente il 19 luglio 1943, un violento bombardamento inflisse danni gravissimi all’edificio e a tutto il quartiere, seminando morte e distruzione. Non potrà mai essere cancellato dalla memoria della storia – ha proseguito - il gesto generoso compiuto in quella occasione da quel mio venerato Predecessore, che corse immediatamente a soccorrere e consolare la popolazione duramente colpita, tra le macerie ancora fumanti. Non dimentico inoltre – ha detto ancora - che questa stessa Basilica accoglie le urne di due altre grandi personalità: nell’ipogeo infatti sono poste alla venerazione dei fedeli le spoglie mortali del beato Pio IX (ultimo papa non sepolto in Vaticano, ndr) mentre, nell’atrio, è collocata la tomba di Alcide De Gasperi, guida saggia ed equilibrata per l’Italia nei difficili anni della ricostruzione post-bellica e, al tempo stesso, insigne statista capace di guardare all’Europa con un’ampia visione cristiana”.

sabato 29 novembre 2008

Sorge: Nuova stagione di impegno politico

(ASCA) - San Miniato (Pi) - ''Si e' aperta la nuova stagione dell' impegno dei cattolici in politica auspicata dal Papa lo scorso settembre a Cagliari''. Lo ha affermato a San Miniato padre Bartolomeo Sorge, intervenendo alla Tre Giorni Toniolo, dedicata a ''Movimento cattolico e popolo di Dio, dalla Rerum Novarum ad oggi''.Sulla scorta delle recenti dichiarazioni rese dal presidente francese Sarkozy in presenza di Benedetto XVI, per padre Sorge, direttore di Aggiornamenti Sociali ''Anche tra i non credenti e tra i politici sta prendendo piede una nuova laicita' positiva, non si e' mai sentito il presidente della laicissima Francia parlare di necessita' della politica di rifarsi ai valori della fede cristiana''. Questo consente di aprire un dialogo ''senza steccati'' sulle questioni globali.Per padre Sorge, dopo l'ultima tornata elettorale, il problema della collocazione partitica dei cristiani e' da archiviare: ''Tra i cattolici deve nascere un movimento dal basso ispirato all' antropologia della dottrina sociale''.Scettico sul futuro del Pd, il gesuita guarda piuttosto alle ragioni che avevano fatto nascere la Rosa per l'Italia e, come ha scritto sulla rivista milanese, guarda con interesse alla nuova idea formulata da Alberto Monticone, di un' esperienza originaria che trovi nei valori della Costituzione repubblicana e nell'azione condotta sulla scorta della dottrina sociale della Chiesa, il fondamento della sua azione: una iniziativa che trovi nelle esperienze civiche locali alimento e denominata provvisoriamente Incipit (Iniziativa civica popolare italiana).Nel 90* anniversario della morte di Toniolo, la VI Tre Giorni della fondazione a lui intitolata intende offrire una riflessione sulla vicenda complessiva del movimento cattolico italiano alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha avuto con esso un rapporto autenticamente dialettico (basti pensare che la Rerum Novarum segue, non precede, la nascita dell'associazionismo sociale moderno dei cattolici, non solo italiani, risultando, tuttavia, decisiva per il suo sviluppo ulteriore).

giovedì 20 novembre 2008

Made in Italy: dalla formazione al lavoro

Domani a Verona, per Job&Orienta, il convegno nazionale delle Acli

Roma, 20 novembre 2008 - Il "Made in Italy: dalla formazione al lavoro". Questo il titolo del convegno previsto domani mattina alla Fiera di Verona (Auditorium Verdi), nell'ambito della seconda giornata di Job&Orienta, il tradizionale appuntamento dedicato all'orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro.
Promosso dall'Enaip, l'ente di formazione delle Acli, il Ministero del Lavoro e la Regione Veneto, il convegno porrà l'accento sul valore della formazione come punto di partenza per una produzione di eccellenza e di qualità per molti dei prodotti a marchio italiano.
Interverranno, a partire dalle 9.30: il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero; il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, il presidente della Commissione scuola e formazione di Confindustria Alberto Barcella; il presdiente di Cnos-Fap Mario Tonini; il presidente dell'Isfol Sergio Travisanato; quindi il sottosegretario al lavoro, salute e politiche sociali Pasquale Viespoli.
E ancora: gli assessori alle politiche dell'istruzione, della formazione e del lavoro delle Regioni Veneto, Elena Donazzan, Lombardia, Gianni Rossoni, Liguria, Massimiliano Costa.
L'incontro, aperto alla partecipazione degli studenti delle scuole, sarà preceduto dalla conversazione dei ragazzi con due giovani "talenti" del made in Italy, i veronesi Damiano Cunego, 28 anni, ciclista vicecampione del mondo 2008, e Silvia Battisti, 19 anni, miss Italia nel 2007.

mercoledì 19 novembre 2008

Famiglia Cristiana accusa il Governo

Nuova, durissima critica di Famiglia Cristiana alle politiche del governo in tema di sicurezza e immigrazione. Mentre al Senato slitta a dopo la Finanziaria il voto sul cosiddetto pacchetto sicurezza, il nuovo editoriale del giornale dei paolini, a firma di Beppe Colle, condanna il contenuto del disegno di legge proposto dal ministro dell'Interno Maroni. Un provvedimento «indegno di uno stato di diritto», lo giudica il settimanale cattolico: caratterizzato da misure «inutili» rispetto «ai fini a cui sono rivolte» ed estremamente difficili «da metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze». Inoltre, aggiunge Famiglia Cristiana, «esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom». Insieme alle ronde e al permesso a punti per gli immigrati, inserite nel pacchetto Maroni su spinta della Lega, il settimanale cattolico non risparmia critiche alla schedatura dei senza fissa dimora, un'altra idea del Carroccio che, ricorda Del Colle, non ha nulla a che vedere con il progetto della Bartolomeo&C, l'associazione fondata da Lia Varesio nel 1980 a Torino, gestita da volontari che tutte le notti uscivano nelle strade per cercare e aiutare i clochard che dormivano sulle panchine o sotto i portici delle stazioni. «Per loro – scrive Del Colle - Lia aveva attuato, in accordo con il comune, la reiscrizione anagrafica, in modo tale che potessero riacquistare un'identità, visto che molti erano stati davvero cancellatì». Un'opera, insomma, che era spinta «da una cultura opposta a quella della paura, del rifiuto del diverso e del ricorso all'autodifesa in cui le ronde rischiano di essere il simbolo di un comportamento che uno Stato di diritto non può e non deve permettersi». Inoltre, osserva il settimanale, molti clochard una dimora «ce l`hanno, anche se non è scritta in nessun registro pubblico: sono le panchine dei giardini in cui passano le notti, rischiando di essere bruciati vivi dai soliti ignoti, come è capitato a uno di loro a Rimini».Immediata, dopo la pubblicazione del giornale paolino, la replica del Carroccio. «Tante polemiche per nulla, ha affermato la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia a Montecitorio, secondo la quale le ronde sono una risposta «reale» per garantire la sicurezza e legalità, mentre le critiche di Famiglia Cristiana sono tutte «polemiche ideologiche, come quella già costruita sulle impronte digitali per i rom». A puntellare le tesi di Beppe Colle, che aveva già accusato il governo Berlusconi di essere forte con i deboli (rom e immigrati) e pavido e tollerante con i delinquenti, è intervenuto il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei della Camera. «L`intero pacchetto – ha sottolineato Farinone – risponde alla necessità di diffondere nella gente un senso di insicurezza. Pensiamo solo alle ronde. Non ci sono paragoni nel resto d`Europa. Davvero il ministro Maroni ritiene che gruppi di persone possano garantire maggiore sicurezza? Non teme che in questi gruppi si possano infiltrare esaltati e mitomani?».
(Fonte: L'Unità)

martedì 18 novembre 2008

Rai: Di Pietro ringrazia Pd e Udc

(AGI) - Roma, 18 nov. - L'Italia dei Valori abbandona la Commssione di vigilanza Rai e affida a Walter Veltroni "il compito di individuare con tutte le altre forze di opposizione una soluzione condivisa, se mai Villari dovesse dimettersi". Lo ha confermato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro dopo che i due componenti Idv della Vigilanza, Leoluca Orlando e Pancho Pardi, avevano annunciato le loro dimissioni dall'incarico. Di Pietro ha sottolineato che i due membri di Idv non saranno sostituiti e che "Idv andra' in giro per l'Italia per denunciare la pericolosa deriva antidemocratica che si sta realizzando nel nostro Paese". Di Pietro ha sottolineato che la scelta dell' Idv di ritirare la sua delegazione in Commissione di Vigilanza e' stata decisa "prendendo atto del veto posto nei suoi confronti dal presidente del Consiglio, dal governo e dalla maggioranza". Il leader dell'Idv ha aggiunto che non c'e' "nessuna resa dei conti con Veltroni e con il Pd che ringrazio, come ringrazio l'Udc e Casini che coerentemente hanno cercato di mantenere vivo un principio democratico. Non abbiamo niente da recriminare perche' Veltroni e il Pd sono stati vittime come noi, anzi lo stati due volte, perche' offesi dall'esterno e traditi dall'interno". "Non cadremo nel tranello di chi si aspetta da noi una resa dei conti - ha proseguito - usciamo dalla Vigilanza affinche' si assuma la responsabilità di andare avanti e deleghiamo a Veltroni il compito di individuare con le altre opposizioni una soluzione condivisa sulla presidenza, perche' Villari e' il presidente della maggioranza e non dell'opposizione. E' stata stanata cosi' l'ambiguita' della sua posizione perche' ora il suo incarico non ha piu' ragion d'essere, noi considereremo corretta la scelta che fara' il Pd e non interverremo in alcun modo. Naturalmente sempre che Villari si dimetta, perche' se dovesse restare e' chiaro che sarebbe il presidente della maggioranza e non certo espressione di garanzia della commissione". Di Pietro ha quindi annunciato che l'Italia dei Valori, a partire dalla campagna elettorale in Abruzzo, "andra' in giro per il Paese Paese affinche' i cittadini decidano chi ha tenuto un comportamento eversivo, se noi oppure la maggioranza. Nei nostri confronti - aggiunge - c'e' stato un veto da parte della maggioranza e di qualche scheggia dell'opposizione. Chiederemo quindi ai cittadini se e' eversivo il nostro comportamento o quello del premier e dei suoi sodali".

lunedì 17 novembre 2008

Bizzotto: Udc faccia un atto di chiarezza

(ASCA) - Venezia, 17 nov - ''Come può rimanere in maggioranza chi si dichiara nemico del federalismo? Le ridicole esternazioni di Casini contro il federalismo, sono un motivo in più per chiedere all'Udc veneta un atto di chiarezza''. A evidenziare le ''ricadute'' in Veneto, negli equilibri regionali di maggioranza, delle dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini in materia di riforma federalista è Mara Bizzotto, consigliere regionale della Lega Nord del Veneto. ''Come possono gli esponenti dell'Udc pretendere di rimanere in maggioranza in Regione - domanda il consigliere regionale vicentina - quando il loro leader si erge a nemico pubblico numero uno del federalismo?''. Secondo Mara Bizzotto ''le parole di Casini spingono sempre piu' l'Udc fuori dalla maggioranza e dalla Giunta dopo la crisi di queste settimane''.''Ovviamente qualunque decisione spetta al nostro segretario federale Umberto Bossi e al nostro segretario nazionale Gian Paolo Gobbo - conclude Mara Bizzotto - ma è francamente difficile poter essere alleati a livello locale con chi rifiuta e persino combatte il federalismo''.

Silvio si è fermato a Trento

[Sceltro per voi]
di Marco Damilano – (Fonte: L’Espresso)

Il prossimo boccone si chiama Croce rossa italiana. "La nostra gente è stanca della gestione romanocentrica. I volontari sono in gran parte padani, se si va avanti così rischiamo di perderli. Sarebbe un guaio", ha dettato Umberto Bossi in persona: "Per il futuro bisognerà valutare le capacità manageriali, al Nord ci sono tanti nomi competenti". Traduzione dal padano all'italiano: la Lega punta a commissariare il vertice della Cri e a metterci una persona di fiducia. E non importa che la poltrona da cui si controllano 5 mila dipendenti e un buco di bilancio degno dell'Alitalia sia ambita anche da Alleanza nazionale, con Francesco Rocca, uomo del sindaco Gianni Alemanno. Bossi reclama quella postazione e la otterrà: tra alleati di governo non ci si spara sulla Croce rossa.La Lega pigliatutto è il volto più autentico del centrodestra, ben visibile all'indomani delle elezioni provinciali in Trentino. La sera del 10 novembre, nella sede della Lega di Trento in via di Torre Verde, il deputato bossiano Maurizio Fugatti, stanghette degli occhiali nere colorate di verde, ostentava soddisfazione: "In provincia siamo il primo partito del centrodestra". Lo stesso tripudio espresso dal quotidiano 'La Padania': 'Trento, il Carroccio avanza alle elezioni', ha titolato il giorno dopo i risultati il foglio leghista. E a palazzo Madama, il capo dei senatori padani Federico Bricolo ha chiesto al suo gruppo di applaudire il collega Sergio Divina, candidato alla presidenza della Provincia trentina. Peccato che per il resto del centrodestra la performance elettorale sia stata una catastrofe, con il Pdl bloccato a un misero 12,3 per cento, dopo aver preso il 27,4 alle elezioni politiche del 13 aprile. In termini assoluti la sconfitta è ancora più bruciante: in sei mesi il partito di Silvio Berlusconi ha più che dimezzato i voti, passando dagli 86 mila elettori di aprile ai 33 mila di novembre. La prima sconfitta dell'era berlusconiana, nelle vallate trentine dove l'onda azzurra è stata bloccata dal presidente del centrosinistra Lorenzo Dellai detto il Principe, lui sì un vero tritasassi elettorale, 20 anni al potere, mai un'elezione persa. Un Obama trentino di poche parole, alla guida di una coalizione Pd-Lista civica che piace tantissimo a Enrico Letta e a Bruno Tabacci, i più agguerriti sostenitori della necessità di esportare a Roma il modello trentino: il Pd alleato con un forte partito di centro.
Eppure, fino al giorno prima, i leghisti erano convinti della vittoria di Divina. Avevano in tasca gli ultimi sondaggi che davano il partito di Bossi oltre il 20 per cento, nell'unica regione del Nord dove non aveva mai sfondato. E il Senatur era venuto a benedire il trionfo annunciato: "Domani è il giorno della liberazione, nessuno potrà fermarlo". Accompagnato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, volato apposta da Mosca all'Adige per mettere in guardia i trentini: "Con Dellai sono guai".Invece, nei guai è finita l'alleanza Pdl-Lega. Sulla paternità della sconfitta i leghisti non hanno dubbi: "Noi abbiamo triplicato i voti, è il Pdl che è andato giù, molto sotto le aspettative. Se Berlusconi si fosse impegnato in prima persona, avremmo vinto", punta il dito il capogruppo alla Camera Roberto Cota. È la linea del Senatur: senza il Cavaliere il Pdl non esiste. La Lega esiste eccome, invece. Viste dagli azzurri, però, le cose stanno in maniera opposta. "Vuole sapere perché a Trento abbiamo perso? Vada a vedere cosa sta succedendo in Senato", spiega uno dei peones berlusconiani più incavolati. Nell'aula di palazzo Madama in questi giorni si vota sul pacchetto sicurezza ed è un carnevale verde padano. Una sarabanda leghista: ogni giorno un emendamento, ogni votazione una trovata. Prima il permesso di soggiorno a punti per gli immigrati. Poi il registro dei clochard, che obbliga il ministero dell'Interno a schedare i barboni. E ancora, la norma che permette ai comuni di "avvalersi di associazioni tra cittadini al fine di segnalare eventi che possono arrecare danno alla sicurezza o situazioni di disagio sociale e cooperare al presidio del territorio": in altre parole, per la prima volta le ronde padane sono riconosciute da una legge dello Stato, "il nostro capolavoro", quasi si commuove Mario Borghezio, un tenerone. Infine, l'emendamento che prevede referendum locali sui campi nomadi o sulla costruzione di nuove moschee: non si capisce cosa c'entri con la sicurezza dei cittadini, ma è benzina per il motore padano che si assicura nuove, epocali battaglie sul territorio contro nomadi e islamici.
A ogni passaggio si ripete la stessa scena: i colleghi del Pdl mugugnano, ma poi votano disciplinatamente per gli emendamenti leghisti. Mentre i senatori del Nord non ricambiano la cortesia. È bastato che Gianfranco Fini con Massimo D'Alema parlasse di commisssione Bicamerale sulla riforma federale per scatenare l'ira leghista: "Un carrozzone", lo definisce il solito Cota. E di Bicamerale non si parlerà più.
Insomma, è la Lega pigliatutto, la Lega che detta legge e mette gli occhi sulle poltrone che contano: non solo il commissario della Croce rossa. Un'egemonia che fa ballare la maggioranza: i primi a ribellarsi sono stati quelli della Lega Sud, i parlamentari dell'Mpa del governatore siciliano Raffaele Lombardo che da settimane votano sistematicamente contro il governo. An e Forza Italia soffrono in silenzio, almeno per ora. "Da quando è nato il Pdl abbiamo smesso di fare politica", si sfogano gli azzurri, stretti tra il movimentismo del Carroccio e l'attivismo istituzionale di Fini. E gli effetti si vedono: non c'è solo il Trentino a dimostrare che la Lega aumenta i suoi voti e il Pdl li perde. Nel Nord-est, secondo l'ultima indagine Demos, il partito di Bossi raccoglie la fiducia di quattro elettori su dieci, il consenso del Pdl si ferma a quota 34 per cento. Dati che confermano il trend: la Lega toglie voti al Pdl, ma poi non riesce a guidare l'alleanza alla vittoria.In Veneto ci sono ben 11 punti di distacco tra la Lega e il partitone berlusconiano: 42 per cento contro 33. Nella regione dove sta per aprirsi la partita più pesante: Bossi reclama la presidenza della Regione per il sindaco di Verona Flavio Tosi, il Veneto alla Lega è uno dei patti non scritti su cui si regge il governo Berlusconi. Il presidente forzista Giancarlo Galan non ci sta, da tempo ha lanciato l'allarme: "Con la Lega si perde, da Roma non possono dirci cosa dobbiamo fare", il flop elettorale del Pdl in Trentino gli dà ragione. Galan è un grande amico di Dellai, chi lo conosce racconta che ha tifato apertamente per il candidato del centrosinistra contro l'avversario leghista. E ora, il Doge veneto potrebbe seguire l'esempio del Principe trentino: mollare la Lega e fondare un partito territoriale aperto anche ad alleanze con il Pd. Un ribaltone negli equilibri che di certo non lascerebbe indifferente la Lega a Roma. Il Veneto val bene il governo.

(Fonte: L’Espresso, 17 novembre 2008)

domenica 16 novembre 2008

Chiti: Alleanza con Udc è soluzione credibile

(ASCA) - Roma, 15 nov - ''L'alleanza Pd-Udc e' stata la piu' credibile. Ed e' la stessa strada da seguire, sia a livello locale che nazionale''.Ad affermarlo e' il senatore Pd Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, in un'intervista al quotidiano 'Liberal' sulle recenti elezioni nella provincia di Trento.''Priorita' programmatiche, obiettivi chiari, persone credibili. Penso che l'Italia abbia bisogno, per realizzare in tutti i campi un'innovazione di cui c'e' bisogno, di una stabilita' -ha detto ancora Chiti- che dia fiducia, dopo anni di contrapposizioni e di coalizioni eterogenee. E penso che questo nuovo centrosinistra, che ha nel Pd e nell'Udc i soggetti fondamentali, possa dare questa risposta al Paese''.''Su un'eventuale partecipazione della maggioranza di Rifondazione, Chiti ha sostenuto che ''alla sinistra del Pd c'e' una situazione abbastanza confusa, la maggioranza di Rifondazione non sembra disponibile a spendersi in una coalizione riformista di Governo, ma se Vendola e Fava volessero partecipare, a quel punto parleranno i contenuti.La compatibilita' va verificata nel merito, e deve essere rigorosa''.Riguardo al rapporto con l' Idv, ''io -ha aggiunto Chiti- penso che quando si sta all'opposizione sia giusto trovare soluzioni convergenti, mentre se si tratta di stabilire una piattaforma programmatica di governo non possono esserci incertezze. Quindi per partecipare a un'azione di governo l'Idv dovrebbe mettere rigorosamente fuori pista ogni indulgenza verso il populismo''.

venerdì 14 novembre 2008

Il re è nudo e il prezzo lo pagano i cittadini

Bruno Tabacci e Francesco Boccia a YouDem

Una gradita novità quella di ieri a Dem mattina, trasmissione in diretta della Tv del PD: a intervenire in studio è stato Bruno Tabacci, elemento di spicco dell'Udc, che ha inaugurato la prima partecipazione di un ospite politico non eletto nel Partito Democratico. Con lui anche il deputato democratico Francesco Boccia a discutere della crisi internazionale, delle misure adottate dal governo e delle prospettive future per l'interesse del paese.La prima battuta è stata relativa all'attuale situazione, critica, in cui verte Alitalia, al blocco delle trattative tra sindacati autonomi e vertici Cai e allo sciopero dei voli. Per Tabacci dopo i grandi festeggiamenti di Berlusconi per l'accordo raggiunto mesi fa ora “il re è nudo il prezzo lo pagano i cittadini. Le inesattezze delle politiche sindacali che si sono comportati come se fossero padroni della compagnia e la confusione con cui si ha governato il passaggio di Alitalia al nuovo soggetto, hanno portato alla crisi attuale”. É un giudizio molto critico quello di Tabacci per cui non si quo pagare un prezzo così rilevante per la chimera del “mito dell'italianità della propaganda di Berlusconi. Oggi si legge che Colaninno vuole come partner straniero AirFrance: un boccone prelibato per 16 amici imprenditori che vogliono cacciare fuori il meno possibile per quello che gli riguarda”. E mentre si discute con l'Ue in merito alla legittimità del prestito ponte ancora si discute “si dimentica che la compagnia francese era disposta a comprare Alitalia ad un prezzo più alto e con maggiori garanzie per i dipendenti. Alla fine AirFrance comprerà la nostra compagnia di bandiera in barba al piano quinquennale Cai con un conseguente vantaggio solo per gli imprenditori”.Anche Boccia è convinto che le vicende Alitalia rappresentino un classico “pasticcio all'italiana”. “Si tratta di propaganda elettorale che si trasforma in decisione politica. E gli imprenditori se ne sono approfittati. Nessuno ha guardato all'interesse del paese ma solo proprio interesse compreso il sindacato che non ha certo garantito gli interessi dei lavoratori. Davvero una brutta pagina di come fare capitalismo, una pagina che apparteneva al passato”.Dopo il sondaggio uscito ieri mattina su “le Rupubblica” ad'opera di Ipr Marketing che mostra il calo di consenso del governo Berlusconi, Tabacci ribadisce come “c'era da attenderselo. Il controllo mediatico sulla stampa è durato troppo. Basta pensare a quello che si leggeva tempo fa sul Corriere della Sera apertamente schierato quando dichiarava 'finalmente un governo che decide'. Tutto questo oggi davanti alla grave crisi che vive il paese rasenta il ridicolo. Qualche anno fa si assisteva alla cattiva coscienza di attribuire tutte le colpe al governo Prodi. Oggi si trovano nuove giustiicazioni. Tutte le volte che c'è Belrusconi al governo si assiste ad un disastro: prima le Torri gemelle oggi la crisi mondiale, fosse che porta sfortuna? Il giudizio critico del paese è destinato a crescere. Le elezioni in Trentino Alto Adige sono un segnale e non un sondaggio”.Proprio le elezioni in Trentino aprono la riflessione su nuovi scenari politici e nuove alleanze. Le porte potrebbero aprirsi per avvicinare il PD e l'Udc. Boccia, in tal senso, ha dichiarato che il Partito Democratico non può essere uno schieramento esclusivo, “l'Udc intercetta consenso storico del paese, che in alcune regioni è determinate. Dal Trentino ci arriva la necessità di fare una valutazione politica profonda che non lasciata ai singoli o a interviste sui giornali”.Sulla possibile alleanza con il PD Tabacci non si sbilancia ma preferisce ricordare come “il sistema elettorale è profondamente sbagliato. La riflessione va fatta cambiando un sistema di voto che da un premio di maggioranza troppo forte anche a chi ha ottenuto solo il 44% dei consensi del paese.L'Italia sta cambiando ma non seguendo le indicazioni del Nord America, bensì quelle del Sud America. L'interpretazione che Berlusconi dà al sistema istituzionale è deleteria. La misura della qualità va cambiata. In quel campo lui è il campione del mondo, infatti si è arricchito solo lui! E gli italiani se ne stanno accorgendo. Sta stravolgendo la costituzione sul piano sostanziale. Ha inaugurato un sistema presidenziale che elimina la figura del Parlamento perché viene suffragata solo dal consenso popolare. Si va verso l'idea argentina di Stato con quello che poi ne consegue. Negli altri stati nessuno gestisce il partito come se fosse proprietà privata, l'esempio viene dalla Germania o Francia”. Insomma Berlusconi continua con il suo pensiero di partito azienda.Condivide il concetto anche Boccia che dichiara “l'errore che non si può più fare è quello di accettare di giocare nel terreno di Berlusconi. In alcuni momenti storici ci siamo andati e abbiamo perso perché è chiaro che in quel mondo è lui che comanda: lui vende sogni e si regala certezze. Questa stagione è finita non per ragioni anagrafiche ma perché è finito un ciclo dove l'Italia arriva vecchia, povera e ripiegata su stessa con disperato bisogno di ripartire e di essere uno snodo vero tra Oriente e Occidente. Il mondo ora è molto più aperto: l'Italia che viene raccontata da Berlusconi è un paese che non c'è, una piccola provincia in difficoltà”. “Il parlamento – continua Boccia – è diventato un votificio a prescindere dalla discussione. È sconfortante vedere che, in commissione parlamentare, anche quando vedi il tuo interlocutore disposto a crederti non può farlo per gli ordini impartiti dall'alto”.Tabacci ha rincarato la dose affermando che Berlusconi nonostante abbia “nelle mani forte maggioranza ha proseguito a legiferare attraverso decreti legge convertiti con il contributo della fiducia. Certo molto efficie per il suo governo ma non per il benessere del paese. L'Italianità viene venduta come obiettivo da raggiungere in deroga a ogni regola con una vera operazione di potere, con Tremonti teorico della gestione e dignitario del pensiero leghista che viene tenuta calma”.Per Boccia c'è una grande sottovalutazione dell'impatto culturale anche – e soprattutto – da parte degli organi di informazione. “Esiste una generazione intera che da 10 anni vive anestetizzata. Il timore di toccare il potere acquisito dal partito di riferimento è troppo forte. E tutto questo in stretto legame con il mondo degli editori”. Per il deputato PD questi verranno ricordati “come gli anni della debolezza strutturale del politica e dove il mondo economico ha determinato la politica e non viceversa come ci hanno insegnato i grandi statisti del passato. Il perimetro dove l'economia dovrebbe agire dovrebbe essere determinato dalla politica”.Tabacci alla domanda su quale prospettive vedesse dopo le elezioni americane, ha dichiarato che è necessaria una revisione del modello di sviluppo mondiale e, soprattutto, analizzarlo in rapporto con la qualità dei prodotti. “Spero che l'elezione di Obama sia un valido contributo al cambiamento. L'alternativa non è rosea, basta pensare che se i cinesi, oggi massimi produttori del low cost - dalla qualità discutibile - volessero cambiare rotta e vivere alla americana sarebbero necessari altri quattro pianeti come la Terra”. A.Dra

(Fonte: www.partitodemocratico.it)

giovedì 13 novembre 2008

Lavoro: Seminario Acli a Bruxelles

«Il riconoscimento dei diritti individuali di formazione è il miglior strumento di sostegno e promozione delle persone, dentro e fuori il lavoro». Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, a Bruxelles, nel corso del seminario organizzato dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul tema: "Conoscenza, lavoro e cittadinanza: condizioni dello sviluppo economico e sociale europeo". Con il contributo dell'Unione europea e dell'Eza, il Centro europeo per le questioni dei lavoratori.
«La formazione permanente - o Life long learning - rappresenta un diritto sociale e di cittadinanza» ha spiegato Olivero. «Ma da fattore di inclusione sociale rischia oggi di tradursi in ulteriore fattore di disuguaglianza. C'è infatti un problema di redistribuzione delle opportunità anche in riferimento alla formazione. Chi oggi riesce ad accedere alle attività di formazione sono i segmenti meno deboli della popolazione, spesso già in possesso di titoli di studi secondari. E' tempo di adottare in Italia una legislazione che riconosca la formazione permanente come diritto civico, realmente esigibile lungo tutto l'arco della vita»

mercoledì 12 novembre 2008

Orlando: Auguravo intesa con Udc in Abruzzo

(ASCA) - Roma, 11 nov - ''Nella vicenda abruzzese c'e' una cosa molto importante da far notare, abbiamo dimostrato che tra Idv e Pd c'e' un'alleanza strategica. Non siamo una corrente del Pd e credo che la forza di questa alleanza nasca proprio dalla diversita' dei due partiti''. Leoluca Orlando (Idv), intervistato da Lucia Annunziata su Red a ''Titoli'', ha commentato anche la mancata alleanza con l'Udc: ''Non dico nulla di segreto, mi auguravo che si potesse andare insieme anche con l'Udc, che pero' ha ritenuto di fare scelte diverse. Ne prendiamo atto''.

Tabacci a Tremonti: lei è un arrogante

ROMA - "Sì, sì, parli pure al telefono... lo fa perché lei è un arrogante". A Bruno Tabacci (Udc), che interviene nell'aula di Montecitorio sulla finanziaria, l'atteggiamento del ministro Tremonti non piace e gliele canta "a viso aperto, come sono abituato a fare. Lei parla al telefono perché vuol farci capire che ha cose piu' importanti da fare che ascoltarci, che noi non contiamo...".
Tabacci dice poi la sua sulla finanziaria e sulla crisi economica: "Le possibilita' che la crisi finanziaria si trasformi in crisi reale sono elevate. Molte famiglie rischiano di non mangiare il panettone". E il suo partito, l'Unione di Centro, garantisce il vicepresidente della comissione Bilancio, "sostiene le iniziative a favore delle famiglie e delle imprese, ma - è la stoccata di Tabacci- "il Governo cambi registro e adotti metodi piu' trasparenti". Perché, sottolinea l'esponente dell Udc, "occorre ristabilire con il Parlamento un rapporto istituzionale schietto, concreto e rispettoso delle rappresentanze del Paese che siedono alla Camera e al Senato".
(Fonte: Dire, 11/11/2008)

martedì 11 novembre 2008

Pd, Paolo Giaretta apre all'Udc

Appello a Casini: «C’è un’incompatibilità politica e culturale con il Carroccio»
Paolo Giaretta guiderà il Pd del Veneto fino alle elezioni europee ed amministrative della prossima primavera. Poi sarà il congresso a cercare quel ricambio generazione che l'ex sindaco di Padova sperava di innescare da subito. Lo ha confermato ieri lo stesso segretario di fronte ai 400 delegati regionali convocati a Padova per approvare il nuovo statuto del partito, assicurando che nelle prossime elezioni amministrative i candidati a sindaco e a presidente della provincia saranno selezionati con le primarie.
Ma è l'appello all'Udc l'aspetto politico più rilevante della sua relazione. Cogliendo l'affanno di un centrodestra bloccato dall'irrigidimento della Lega in Regione, Giaretta si è augurato che il partito di Casini «comprenda come vi sia una incompatibilità politica e culturale con la Lega dei Tosi e dei Gentilini, e si renda conto che vi è uno spazio per un serio rapporto politico con il Pd». Una strategia questa che potrebbe avere sviluppi a breve scadenza proprio su Padova, e in particolare per la candidatura alla presidenza della Provincia, dove il centrosinistra ha congelato ogni scelta interna in attesa di un segnale da parte dell'Udc.
Giaretta ha scaldato la platea attaccando Pdl e Lega ed affondando il colpo contro il presidente Giancarlo Galan. «Non facciamoci fuorviare dalle feroci divisioni tra Pdl e Lega ha avvertito - Sono semplicemente espressione di un durissimo braccio di ferro per la spartizione del potere dopo il forte travaso di voti che ha dovuto subire il Pdl. Alle prossime regionali il Pdl dovrà chinare la testa ed onorare il patto nazionale sottoscritto con la Lega, perché in questa terra di federalisti la politica la fanno a Roma». A Galan ha ricordato che sono 15 anni che governa la Regione senza che sia ancora stato aperto il Passante di Mestre, senza che la Pedemontana abbia fatto nemmeno un metro, senza che la Romea Commerciale abbia fatto nemmeno un metro, senza che la grande multiutility veneta abbia mai visto la luce, senza che il polo fieristico veneto sia mai nato.
Tornando alle vicende interne al Pd, Giaretta ha ammesso che davvero, dopo l'assemblea di luglio, aveva seriamente pensato di lasciare la segreteria. «Avevo sottovalutato ha spiegato - l'impegno necessario ad organizzare, animare ed indirizzare anche con la presenza fisica dei vertici». «Ho anche pensato ha proseguito che passata la fase di primo impianto potesse essere utile avere alla guida del partito una persona che avesse un bagaglio politico più leggero del mio, perché quando si ha un'esperienza più lunga si fa con più frequenza l'errore di guardare indietro, al passato».
Il Dottor Sottile di democristiana memoria - inchiodato suo malgrado alla poltrona di segretario regionale per mancanza di alternative e per imbarazzanti alchimie procedurali che ne avrebbero reso incerta la sostituzione si è presentato ieri negli inediti panni di Paolo il Vecchio. Certo, su quel gesto qualcuno ha malignato, interpretandolo come vile ed opportunistico, «ma se c'è da combattere una buona battaglia ha tagliato corto non mi sottraggo», annunciando di aver che ha già chiesto al suo capogruppo a Palazzo Madama la dispensa per restare meno a Roma e più nel Veneto.
Un "diamoci una mossa" subito tradotto in alcune iniziative concrete, a comunicare dall'organizzazione di due conferenze regionali: la prima programmatica e la seconda dei circa 500 circoli veneti, per fare il punto sulla esperienza del radicamento territoriale del partito. Nella gestione del partito, Giaretta cercherà di accentuare la collegialità dei vari organismi, puntando sulla valorizzazione dei coordinatori provinciali e la costituzione di un a conferenza dei sindaci.
Giaretta aveva aperto la sua relazione ricordando l'elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti. «Ha vinto un leader ha ricordato che porta il suo secondo nome di origine araba, in un paese choccato dalla tragica storia dell'11 settembre, in cui la destra americana ha cercato in ogni modo di suscitare paure e diffidenze». «La vittoria di Obama ha auspicato il segretario Pd ci incoraggia a ritrovare la forza e l'ispirazione che ha accompagnato la nascita del Pd».
Francesco Cassandro
(Fonte: Il Gazzettino)

FINOCCHIARO, POSITIVA ALLEANZA PD-UDC

(ASCA) - Roma, 11 nov - E' ''positiva'' l'alleanza tra il Pd e l'Udc che ha portato il centrosinistra alla vittoria nelle elezioni provinciali di Trento.
Lo ha sottolineato il presidente dei senatori del Partito democratico, Anna Finocchiaro, a margine di un convegno sul federalismo.
''A livello nazionale, anche in Senato - ha evidenziato Finocchiaro -, i rapporti tra le opposizioni sono continui, costanti e spesso coincidenti''.

lunedì 10 novembre 2008

Finocchiaro: Si è scelta la strada giusta

Roma, 10 nov. (Apcom) - Il risultato del Pd in Trentino è per Anna Finocchiaro, presidente del gruppo al Senato, non solo un "risultato positivo e molto importante", ma anche la conferma che il partito ha "imboccato la strada giusta".
L'esito delle amministrative è positivo, spiega l'esponente Pd, "perchè insieme al successo dell'ampio schieramento di centrosinistra che sostiene Dellai ci permette di essere fondamentale forza di governo in una realtà particolare ma significativa come il Trentino. Importante perchè significa che la strada che abbiamo imboccato con la scelta di dare vita al Pd è quella giusta".
"Si cominciano a cogliere concretamente - sottolinea la Finocchiaro - i risultati della decisione consapevole e convinta, e confortata dalle centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato alla primarie e alla grande manifestazione del 25 ottobre, di unire i riformisti del nostro Paese". "Intorno al Pd e al suo programma si può e si potrà sempre di più costruire - conclude la presidente dei senatori - una reale alternativa al governo di centrodestra: un'altra Italia è davvero possibile".

Gentiloni: Possibile un'alternativa vincente

Roma, 10 nov. (Apcom) - Il responsabile della comunicazione del Pd Paolo Gentiloni plaude al successo del Pd in Trentino osservando che queste elezioni "ci consegnano una ampia vittoria del Pd e del centrosinistra a dimostrazione che sui programmi è possibile costruire delle alternative vincenti".
"Si tratta di un risultato importante - osserva Gentiloni - ottenuto grazie anche all'ottimo risultato dell'amico Dellai e della scelta dell'Udc. Al primo test concreto la fiducia degli italiani nel centrodestra, tanto sbandierata dal presidente del Consiglio, si è dimostrata evanescente. La sconfitta della Pdl è stata pesante, aggravata dai voti risucchiati dalla Lega che ha cannibalizzato gli alleati. Oggi è stata tracciata una via nuova che apre importanti prospettive per il futuro".

Veltroni: Il vento sta cambiando

(ASCA) - Roma, 10 nov - ''I risultati delle elezioni in Trentino sono un importante segnale di valore nazionale, e confermano come anche nel nostro Paese il clima stia cambiando''. Lo afferma in una nota il segretario del Pd, Walter Veltroni. ''Il successo ottenuto, innanzitutto, dal Presidente Lorenzo Dellai premia una positiva azione di governo ed una personalità di notevole spessore politico e amministrativo'' rileva Veltroni, ma accanto a questo ''il risultato ottenuto dal nostro schieramento - che incarna una nuova e coerente ispirazione riformista e una visione di moderno autonomismo - supera di circa venti punti quello del centro-destra - è un dato che deve far riflettere e che si inserisce in un mutato clima politico e sociale dell'Italia nei confronti del Governo Berlusconi''. ''In questo quadro il risultato del Partito Democratico è di grande valore - segnala Veltroni - il Pd è il primo partito del Trentino e l'insieme delle forze che compongono l'area riformista supera il 40%. Davvero significativo il contributo dato all'affermazione di Dellai dalla stessa Udc. Questo conferma il fatto che parte consistente dell'elettorato moderato guardi con sempre maggiore interesse ad uno schieramento di centrosinistra moderno e credibile. Questo mentre il Pdl è precipitato al 12 per cento, scavalcato anche dalla Lega''.

DELLAI VINCE, COL PD MA ANCHE CON L'UDC

(ASCA) - Trento, 10 nov - Il ''laboratorio Trento'' fa vincere, ancora una volta, Lorenzo Dellai, presidente uscente e subentrante della Provincia, che per primo avvio' l'Ulivo e la Margherita. Ha infatti raccolto il 56,9% delle preferenze, con 7 partiti (Patt, Leali al Trentino, Di Pietro, PD, Unione per il Trentino, Verdi e Ual), contro il 36,5% di Sergio Divina, parlamentare leghista, candidato del Centrodestra.Dellai, che nel recente passato non ha voluto entrare nel Pd, si e' presentato con una propria Lista, Unione per il Trentino, e in alleanza con l'Udc (esclusa all'ultimo momento dal voto per la mancanza di una firma). Il Pd e' diventato il primo partito della provincia, col 21,6% di consensi, l'Upt il secondo, con il 17.9%. E tra i partiti della maggioranza, Di Pietro ha raccolto il 2,7% e i Verdi il 2,7%.Il Carroccio, che ha molto insistito con Fi e An per candidare un proprio esponente, ha vinto la sua battaglia, si piazza infatti al terzo posto col 13,9%, lasciando al quarto il Pdl col 12,2%, ma non riesce a fare il botto con Divina.Il candidato non nasconde la delusione, perche' secondo l'ultimo sondaggio del suo partito, si era avvicinato a Dellai e poteva addirittura superarlo; proprio per questo venerdi' scorso erano intervenuti Tremonti a Bossi a chiudere la campagna elettorale. A distanza tutti gli altri delegati: Nerio Giovanazzi, ''Amministrare il Trentino'', area centrista, ha raccolto il 2,9% dei voti, sottraendone al Pdl e in parte anche all'Upt, Remo Andreolli di ''Democratici per Trento'' l'1,9, Agostino Catalano de ''la Sinistra'' l'1,1, Gianfranco Valduga del Pdci lo 0,5. 35 i seggi a disposizione: il Pd dovrebbe contarne 8, l'Upt 7, la Lega 5, il Pdl 4 (di cui uno per Sergio Divina, il Patt (alleato di Dellai) 3, la Civica Divina 1, Di Pietro un altro ed un altro pure i Verdi, l'Ual (i ladini) e Giovanazzi. La prima ipotesi per la giunta Dellai ter? Ne farebbero parte un esponente per ogni lista vincente, piu' un assessore esterno. In totale otto componenti: con il governatore riconfermato Lorenzo Dellai, un rappresentante per Pd, Upt, Patt, Verdi, Ual e Di Pietro, oltre all'esterno Marcello Carli (Udc).

domenica 9 novembre 2008

Carlà le suona a Berlusconi

La premiere dame intervistata dal 'Journal du Dimanche'
Obama abbronzato, la Bruni: ''Felice di essere francese'' La moglie del presidente Nicolas Sarkozy attacca la frase del premier italiano: ''Si farà pure dell'umorismo....Ma spesso sono molto contenta di essere diventata francese''. E sul presidente eletto americano dice: ''Vederlo vincere è una gioia immensa''

Parigi, 9 nov. - (Adnkronos/Ign) - ''Meno male che sono diventata francese''. Carla Bruni (nella foto) lo dice col sorriso sulle labbra ma la sua frase spiega bene come la premiere dame d'oltralpe abbia accolto la battuta del premier italiano Silvio Berlusconi che nei giorni scorsi ha definito Barack Obama ''giovane, bello e abbronzato''. ''Veder vincere Obama è ovviamente una gioia immensa. Per me e per tutti quelli che amano l'America'', dichiara la moglie del presidente Nicolas Sarkozy in un'intervista al 'Journal du Dimanche'. Lo stesso però non si può dire delle frasi del Cavaliere. ''Quando sento Silvio Berlusconi prendere alla leggera l'avvenimento e scherzare sul fatto che Obama è 'sempre abbronzato', questo mi stranisce - confessa l'ex top model italiana - Si farà pure dell'umorismo....Ma spesso sono molto contenta di essere diventata francese!''.

venerdì 7 novembre 2008

Berlusconi, figuraccia internazionale

(ASCA) - Roma, 6 nov - ''Il Presidente Berlusconi ha fatto chiaramente una battuta di spirito rivolta sia a Medvedev che a Obama. Alcuni esponenti della sinistra hanno una visione tetra della vita”. E' quanto afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL riferendosi alle critiche cin termini gaffe sono state rivolte a Berlusconi che ha parlato di Obama con 'abbronzato'.

Obama «bello e abbronzato». La notizia sulla stampa internazionale
Come un fuocherello che prende spazio, la frase di Silvio Berlusconi su Obama, «giovane, bello e abbronzato», si propaga sui siti internazionali.
Il primo fra tutti, DrudgeReport, portavoce della destra americana: la foto del premier e la traduzione, «suntanned», primeggiano. Il sito della Cnn riporta in alto a sinistra 45 secondi della conferenza stampa di Berlusconi. Il Washington Post riporta un articolo della Associated Press, la quale ha battuto quasi subito la notizia da Mosca osservando che il premier italiano «ha una storia di osservazioni controverse». La traduzione varia fra «suntanned» e «has a good tan». Il senso resta il medesimo.
E piace anche ai giornali britannici la storia. Che vanno oltre la cronaca. Il Daily Mail apre la sua edizione online con la notizia: «Insulto a Obama, Berlusconi alle prese con bufera razzismo». Il quotidiano sottolinea poi come il premier italiano sia ormai famoso in tutto il mondo per le sue gaffes. Anche l’autorevole The Times riporta la notizia, indicando Silvio Berlusconi come il primo ministro italiano incline alle gaffes: «Berlusconi nel pieno di una bufera sul razzismo» si legge nella sezione esteri del sito. «Berlusconi, un ex cantante di crociera, che sfoggia un’abbronzatura costante, è famoso per le sue spesso inappropriate battute», scrive ancora il conservatore Daily Telegraph precisando anche la replica con tanto di «imbecille» fornita all’opposizione che ha chiesto al premier di scusarsi con Barack Obama. «Il businessman miliardario è molto conosciuto per le sue gaffes, per la sua abbronzatura permanente, per i trapianti di capelli e per la chirurgia estetica a cui ricorre», scrive ancora the Daily Telegraph ricordando le precedenti battute del premier in sede internazionale, come quando si riferì alle sue «arti da playboy» per convincere il presidente finlandese Tarja Halonen a sostenere la candidatura italiana per la sede dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. The Guardian anche dedica spazio alla notizia: «Non è la prima volta - si legge sul sito - che le dichiarazioni di Berlusconi stonano con l’opinione pubblica». Il quotidiano ricorda come nel 2003, a Strasburgo, Berlusconi paragonò il politico tedesco Martin Schulz, membro del Parlamento europeo, a un kapò nazista. Lo stesso anno, scrive, durante un evento sponsorizzato dal New York Stock Exchange in America, invitò le persone ad investire in Italia perché «le donne lì sono belle».
La notizia arriva anche sui siti tedeschi. «Il capo del governo italiano Berlusconi ha elogiato Obama in modo non convenzionale», scrive sul suo sito il settimanale Focus, che riprende la notizia sulla homepage. Già in passato, ricorda Focus, Berlusconi si era fatto notare sul palcoscenico internazionale per alcune sue dichiarazioni poco convenzionali. «Berlusconi è noto per le sue uscite imbarazzanti», concorda il sito del settimanale Der Spiegel. «Adesso si è permesso una cosa particolarmente di cattivo gusto», aggiunge il sito del settimanale che si chiede «pensava che fosse una battuta divertente?».
Anche Orf, la radio-tv pubblica austriaca, dedica alle dichiarazioni di Berlusconi su Obama un pezzo sul suo sito. «Col suo elogio eccessivo» il premier ha compiuto «una nuova gaffe verbale», nota Orf.
(Fonte: Il Secolo XIX)

giovedì 6 novembre 2008

W "LE IENE" ANTI-CASTA

Le Iene e la Carlucci furiosa

Sketch del Trio Medusa vestiti da vigili urbani davanti a Montecitorio: multa ai parlamentari assenteisti. La deputata del Pdl si arrabbia: «La Camera ci tuteli da questa delegittimazione». E il Trio replica: vedrete tutto in onda. Interviene anche Fini.

«Mi chiedo come sia possibile che qualcuno abusi di una divisa di un pubblico ufficiale e aggredisca un parlamentare italiano, davanti a Montecitorio, senza subire alcuna conseguenza». A farsi questa domanda è l'onorevole Gabriella Carlucci (Pdl), la quale denuncia pubblicamente nientemeno che "Le Iene": «Non possiamo continuare a far finta di nulla. Il rischio di una delegittimazione delle istituzioni è quanto mai reale. Mi attiverò immediatamente per difendere la mia reputazione e la mia immagine con tutti gli strumenti che l'ordinamento mette a disposizione». Gabriella, erano "Le Iene", mica Sabina Guzzanti! Qualcuno avvisi la deputata del Pdl che gli sketch del Trio Medusa sono del tutto innocui, perché a quanto pare la più bella e potente delle tre sorelle Carlucci se l'è presa davvero e ha dichiarato guerra ai suoi colleghi di Mediaset. «È ora di dire basta ad un certo modo di fare televisione, becero e qualunquistico» ha continuato. I fatti: i tre simpaticoni del Trio Medusa vanno davanti al parlamento nel solito servizio di presa per il culo dei parlamentari assenteisti. Si travestono da vigili urbani, con tanto di fischietto e blocchetto delle multe, e si preparano a fare multe a quei deputati che in Aula non ci vanno quasi mai. I tre buffoni si imbattono nella Carlucci, vicepresidente della commissione per l'Infanzia, e la multano con la goliardia che li contraddistingue: 10 euro. Lei non ci sta e racconta in una nota che "oggi, dopo aver partecipato ai lavori della commissione, mentre mi trasferivo a Palazzo Montecitorio per partecipare ai lavori dell'Aula della Camera, alcuni inviati della trasmissione televisiva "Le Iene" travestiti da vigili urbani mi hanno aggredito verbalmente e fisicamente, accusandomi, ingiustamente, di non essere presente in Aula e di non svolgere seriamente la funzione di parlamentare italiana". Urca, roba gravissima.Ma non finisce qui: «Non è più accettabile - prosegue la deputata Pdl - che i rappresentanti del popolo vengano continuamente offesi e aggrediti da inviati di questa trasmissione di dubbio gusto, senza avere alcuna possibilità di difendersi. Le istituzioni che rappresentiamo degnamente devono iniziare a tutelarci adeguatamente». E ancora: «Non permetterò a nessuno di infangare la mia personale storia politica. Nessuno può accusarmi di assenteismo o di scarsa partecipazione ai lavori parlamentari. Le statistiche pubblicate dalla Camera dei deputati - prosegue - dimostrano che la sottoscritta è presente al 100 per cento delle sedute ed al 97 per cento delle votazioni. Le classifiche basate sui dati relativi alla produzione di proposte di legge e di atti parlamentari mi vedono ai primi posti tra tutti i parlamentari italiani». Gabriè, hai finito? Sembra di sì. Ma sono quelli delle Iene a replicare a questa farsa italiota del "lei non sa chi sono io" da una parte e dei paladini anti-casta dall'altra: «Il miglior modo di difendersi dalle accuse insensate di questa signora - scrivono serissimi in una nota quelli delle Trio Medusa in un comunicato - è di mandare in onda integralmente i 10 minuti di video girato, senza tagli, in modo da far capire chi delegittima veramente le istituzioni e chi ha realmente aggredito "fisicamente e verbalmente" qualcun altro. Nonostante la signora Carlucci abbia divelto il microfono della telecamera e poi abbia sottratto e in seguito rotto il microfono-gelato, fortunatamente tutto l'accaduto è stato registrato e siamo felici di poterlo far vedere martedì sera integralmente». Altri parlamentari sono stati al gioco e hanno pagato i 10 euro simbolici di multa. L'episodio ha avuto conseguenze anche alla Camera, addirittura con un intervento del presidente Gianfranco Fini che ha replicato a un onorevole: «Lei sa, onorevole Brigandì che il fatto cui si riferisce fa parte della satira e non credo che si possa censurare una trasmissione satirica. Il problema del gusto è ben altro, ma ciò ovviamente è molto opinabile. Comunque - precisa Fini - questa è l'opinione personale del Presidente». La polemica di Vittorio Sgarbi con il Trio Medusa ha fatto scuola e i tre dopo essere stati definiti "culattoni e raccomandati" hanno anche scritto un libro. Sembra che ormai il copione preveda prima l'attacco delle "Iene", poi la reazione scomposta del parlamentare, i giornali che riportano la "notizia" con grande enfasi, due o tre servizi di controreplica delle "Iene" e come sempre tutto finisce a tarallucci e vino. Scommettiamo che anche questa volta andrà a finire così? (Fonte: Libero News)

Tabacci: Governo in confusione e senza etica

Roma, 6 nov. (Adnkronos) - "E' chiaro l'imbarazzo della maggioranza sulle procedure approvate in Commissione Bilancio, che appare sempre più in ostaggio del Governo". Lo ha detto in Aula il deputato dell'Unione di Centro Bruno Tabacci. "Con quello che è avvenuto a livello internazionale un qualche correttivo a quei 'nove minuti e mezzo' lo si doveva introdurre, tenendo conto che la Manovra approvata in estate è praticamente saltata. Questo Governo -sottolinea ancora- è in confusione totale: ha una maggioranza che è blindata sul nulla e non ha nemmeno la dimensione morale ed etica per rispondere alla profondità della crisi''.

mercoledì 5 novembre 2008

USA: LETTERA VESCOVI A OBAMA, PRONTI A COLLABORARE SU TEMI VITA

(ASCA) - Roma, 5 nov - I vescovi statunitensi si congratulano con Barack Obama per la sua ''storica'' elezione a presidente degli Stati Uniti, ma gli ricordano allo stesso tempo la loro preoccupazione di ''lavorare per la difesa e il sostegno della vita e la dignita' di ogni persona umana''.In una lettera firmata dal presidente della Conferenza episcopale Usa, il card. Francis George, arcivescovo di Chicago (citta' adottiva di Obama), i vescovi statunitensi scrivono che ''il popolo del nostro Paese le ha affidato una grande responsabilita'. Come vescovi cattolici, offriamo le nostre preghiere perche' Dio le dia forza e saggezza per affrontare le sfide che verranno''.Gli Stati Uniti, per i vescovi, si trovano ad affrontare ''molte incertezze''. Senza citare espressamente la crisi economica, la lettera si limita ad auspicare che il nuovo presidente ''usera' i poteri del suo ufficio per affrontarle, con una attenzione particolare a difendere i piu' deboli tra noi e a sanare le divisioni nel nostro Paese e nel mondo''.In conclusione, i vescovi Usa citano esplicitamente le questioni della vita, che non hanno pero' influenzato le elezioni cosi' pesantemente come nelle passate tornate elettorali: ''Siamo pronti - scrivono - a lavorare con lei per la difesa e il sostegno della vita e la dignita' di ogni persona umana''.

martedì 4 novembre 2008

Assalto squadrista alla Rai

(Fonte Affaritaliani.it) Irruzione alla Rai, minacce ai giornalisti di Chi l'ha visto? Gli ultrà di destra puntano l'indice contro la trasmissione di Rai3 che ieri sera ha mostrato un filmato inedito dell'aggressione ad un gruppo di giovani in piazza Navona, mercoledì scorso. Irruzione in via Teulada. Una trentina di ultrà di destra, con il viso coperto da passamontagna, ieri notte hanno scavalcato i cancelli della sede di via Teulada, lanciando uova marce contro le pareti. Sono fuggiti prima che arrivasse la Polizia, ma stamane, telefonate di rivendicazione e minaccia sono giunte alla redazione di Chi l'ha visto? Per i volti di quegli aggressori del Blocco Studentesco mostrati durante la trasmissione, gli estremisti hanno promesso ai redattori pesanti ritorsioni: "Vi abbiamo identificato, a voi ed ai vostri familiari".

LE TELEFONATE- Una voce maschile, adulta, con voce apparentemente pacata, ha chiamato la redazione da un'utenza fissa: "Abbiamo visto la vostra trasmissione dove chiedete nome, cognome e indirizzi di chi è stato fotografato. Noi faremo lo stesso con tutti voi: chi ha visto voi; chi lavora con voi; dove abitate, e poi verremo sotto le vostre case". Sono seguite altre tre telefonate dello stesso tenore. Sciarelli: "Mai chiesti nomi e cognomi". "Ma noi non abbiamo mai coinvolto il pubblico", replica Federica Sciarelli, conduttrice della trasmissione. "Non ho sollecitato i telespettatori a fornire alcuna indicazione. Mi sono solo limitata a dire 'guardate queste immagini': tutto qua".

IL FILMATO- Nel filmato, mandato in onda al rallentatore, sono ripresi gli scontri avvenuti prima dell'aggressione davanti al bar Navona: "Guardate la faccia sgomenta e preoccupata dei ragazzi, sono dei ragazzini - commenta la Sciarelli - sono veramente dei ragazzini che scappano, spaventatissimi da quello che sta succedendo".

IL BLITZ- "Azione squadrista". L'irruzione nella sede Rai di via Teulada ha mobilitato i vertici della Rai: il presidente Claudio Petruccioli ha telefonato preoccupato al ministro dell'Interno mentre Sandro Curzi, ex direttore TG3, oggi consigliere d'amministrazione della Rai, è convinto che il "blitz in via Teulada di fatto rivendica la legittimità dell'azione squadristica di piazza Navona contro la pacifica manifestazione di protesta degli studenti". (Affaritaliani, 4 novembre 2008)

lunedì 3 novembre 2008

Sport: 95milioni di euro in meno in Finanziaria

SALUTE E SPORT: US ACLI, I PREMI DEL GOVERNO? 95 MILIONI DI EURO IN MENO IN FINANZIARIA
Siglata un'intesa tra Anci e Enti di promozione sportiva

Roma, 3 novembre 2008 - «Come è possibile "incentivare lo sport a basso costo" mentre si tagliano in Finanziaria per questa voce 95 milioni di euro?». E l'obiezione dell'Unione sportiva Acli alle parole del presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini, che intervenendo questa mattina al Coni per la presentazione del Decalogo contro il diabete, ha proposto premi ed incentivi per gli enti promotori di attività sportive a basso costo, a vantaggio della salute di tutti i cittadini.
«Il Governo - denuncia il presidente dell'Us Acli Alfredo Cucciniello - ha tagliato in un colpo solo in Finanziaria 95 milioni di euro destinati proprio allo sport di cittadinanza, lo sport di base destinato alla salute, all'educazione e all'integrazione sociale soprattutto di bambini, ragazzi e anziani».
Nei giorni scorsi, intanto, gli enti di promozione sportiva hanno firmato un'intesa con l'Anci per promuovere proprio lo "lo sport per tutti", l'attività sportiva che mira allo sviluppo, alla salute e alla promozione sociale di tutti i cittadini, in particolari i soggetti più deboli e i meno abbienti. L'accordo - siglato il 23 ottobre scorso - impegna le parti ad «avviare azioni comuni» per attività finalizzate in particolare all'inclusione sociale, alla prevenzione del rischio obesità nei bambini, ad animare gli spazi urbani ed offrire attività sportive per gli anziani».

sabato 1 novembre 2008

TORNA GELLI E TIFA BERLUSCONI

Solo nell'ultima puntata di 'Venerabile Italia', talk show che andrà in onda da lunedì prossimo su Odeon Tv e che lo vede protagonista, Licio Gelli sarà, per la prima volta, presente in uno studio televisivo. Ma Gelli ha lasciato già oggi la sua villa Wanda nell'aretino per venire a Firenze, negli studi dell'emittente, per presentare il programma e rispondere come un fiume in piena alle domande dei giornalisti presenti. Suscitando reazioni preoccupate nel mondo politico: dal capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che sollecita una reazione di Berlusconi, indicato da Gelli come il suo erede, al vicepresidente Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, che respinge un "apprezzamento che si trasforma in veleno per chi lo riceve", fino al senatore Pd Vincenzo Vita che chiede l'intervento del Garante delle Comunicazioni perché "la P2 non può andare in onda". Stessa richiesta dalla Federazione della Stampa che afferma: dargli spazio è insulto a storia italiana. Per l'Udc "i cattivi maestri in tv destabilizzano il clima del Paese."Se un'autorità intervenisse con azioni di censura preventiva sarebbe un palese attentato alla democrazia"avverte il proprietario di Odeon Tv Raimondo Lagostena Bassi, che spiega:"Licio Gelli non sarà il conduttore di un programma, ma si è prestato a raccontare davanti alle telecamere di Odeon Tv le sue memorie, che diventeranno materiale per gli storici". Gelli, quasi 90 anni, completo scuro e piglio deciso, non si sottrae a domande sulla politica attuale e del passato: dalle caratteristiche principali del Piano di rinascita democratica alle stragi, dal fascismo ("sono fascista e fascista morirò") alla massoneria, dagli aneddoti ("una volta incontrai, in un hotel a Firenze, Tina Anselmi che aveva dato ordine di cercarmi in tutto il mondo e lei non mi riconobbe, ma la foto di quell'incontro è nell'archivio di Stato coperta da segreto") alle forze politiche attuali e alle manifestazioni studentesche. Di Berlusconi Gelli dice che sul Piano di rinascita democratica è "l'unico che può andare avanti, non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora è in momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare". Poi attacca la magistratura, "potere forte e costituzionale", e lancia un assist a Marcello Dell'Utri, che è "una bravissima persona, onesto e non mafioso" e che tra l'altro sarà ospite della prima puntata del programma. Non nasconde poi il suo disappunto per le proteste studentesche: "le manifestazioni non ci dovrebbero essere, gli studenti dovrebbero essere in aula a studiare" e approva la legge Gelmini "perché ripristina un po' di ordine". "Tornano i fantasmi del passato ed è inquietante che vada in onda l'autocelebrazione di Gelli e un nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica", afferma Rosy Bindi (Pd) vicepresidente della Camera. Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, e Marco Minniti, ministro ombra, si chiedono invece se "Berlusconi non abbia nulla da dire". Il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ed il senatore Pd Vincenzo Vita chiedono l'intervento del Garante delle comunicazioni perché, messa fuori legge, "la P2 non può andare in onda". Dal Pdl interviene il vicepresidente dei deputati Osvaldo Napoli che precisa come "il sostegno di Gelli al Governo non è stato da nessuno richiesto. Chi gli dà credito pesca nel torbido".
(Fonte: Ansa)