Il segretario del Partito Democratico Dario Franceschini sarà a Verona domani, venerdì 1° maggio. Alle ore 08.45 inaugurerà la nuova sede del PD veronese, sita nel pieno centro cittadino in Piazza Cittadella, 22. Seguirà un breve momento di ristoro. Sarà anche l’occasione per incontrare, assieme ai vertici del partito scaligero, il candidato alla Presidenza della Provincia Diego Zardini e il candidato veronese per le europee Silvio Gandini, Sindaco di Legnago. Alle 09.30 Franceschini terrà un incontro-comizio nella stazione di Porta Nuova per poi salire sul treno interregionale in direzione Trento.Si fermerà quindi nella stazione di Domegliara, dove il treno arriverà alle 10.00 circa, per inaugurare virtualmente la festa del primo maggio che si svolgerà a San Zenetto di Sant’Ambrogio per l’intera giornata e organizzata dal locale circolo del PD. La tappa veneta di domani fa parte del tour che il segretario democratico sta facendo lungo tutta la Penisola in treno. Franceschini ha infatti scelto di visitare il Paese da un punto d’osservazione particolare, quello cioè delle centinaia di migliaia di pendolari italiani, di chi lavora con fatica e disagio, di chi è costretto a spostarsi dal luogo d’abitazione a quello di lavoro anche percorrendo centinaia di chilometri ogni giorno.Un segno d’attenzione al tema del lavoro e la volontà di incontrare il mondo reale, quello colpito dalla crisi e dalle difficoltà quotidiane. In questo modo s’intende evidenziare la differenza tra la serietà del PD e una destra sempre più populista, che descrive un Paese immaginario e che inganna gli elettori chiedendo preferenze alle elezioni europee per candidati ineleggibili.
giovedì 30 aprile 2009
mercoledì 29 aprile 2009
BERLUSCONI: FRANCESCHINI, MILIARDARIO HA IN MENTE ITALIA CHE NON C'E'
(ASCA) - Roma, 29 apr - ''Cosa ne sa un miliardario che viaggia su un aereo privato da una villa all'altra delle donne italiane e della loro fatica sul lavoro. Lui ha in mente un mondo di lustrini, veline e denari che e' una cosa diversa dall'Italia vera''.E' quanto ha affermato il segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, commentando le dichiarazioni rilasciate da Berlusconi a Varsavia sulle critiche che sono state espresse alla composizione delle liste del Pdl.
martedì 28 aprile 2009
Giaretta plaude alle candidature PD
(ASCA) - Padova - ''La scelta del capolista rientra in un quadro di scelte nazionali, non e' certo espressione del nostro territorio. Tuttavia e' espressione di competenza e autorevolezza, che sara' molto utile alla rappresentanza italiana in Europa. Di nostro, abbiamo messo in lista candidati fortemente legati al territorio, con prevalenza di sindaci e amministratori locali, perche' riteniamo che questi rappresentino l'immagine migliore del Partito Democratico''. E' il commento di Paolo Giaretta, segretario regionale del Veneto e senatore, alla lista del Partito Democratico per le elezioni europee della circoscrizione Italia Nord Orientale (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), depositata questo pomeriggio presso la Corte d'Appello di Venezia.I nomi dei 13 candidati sono: Luigi Berlinguer (capolista), Salvatore Caronna, Debora Serracchiani, Gabriele Frigato, Vittorio Prodi, Laura Puppato, Luciano Vecchi, Saba Aluisio, Franco Frigo, Simona Caselli, Silvio Gandini, Natalia Maramotti, Michele Nicoletti.Cinque, i candidati veneti: Gabriele Frigato, coordinatore provinciale di Rovigo, Laura Puppato, sindaco di Montebelluna (TV), Franco Frigo, consigliere regionale, Saba Aluisio, lavoratrice funzione pubblica, e Silvio Gandini, sindaco di Legnago (VR).''Chi vuole mandare rappresentanti competenti al Parlamento europeo, nelle liste del Partito Democratico, dove non ci sono candidati-veline ne' candidati-civetta, ha l'imbarazzo della scelta - conclude Giaretta - Il Partito Democratico si e' battuto perche' fosse mantenuta la preferenza alle elezioni europee per dare la possibilita' agli elettori di scegliere il candidato che piu' li rappresenta. Invitiamo dunque gli elettori a non perdere l'occasione per farlo''.
sabato 25 aprile 2009
25/4: Franceschini, no equiparazioni
(ANSA) - Onna (L’Aquila), 25 APR - Dario Franceschini, in visita ad Onna per il 25 aprile, non condivide le parole del premier sui repubblichini di Salò. “Un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combatté dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata - ha detto il segretario del Pd - Lo dico anche per ragioni familiari: mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro l’equiparazione, che non va fatta”.
IdV: Tenere distinti carnefici e vittime
Milano, 25 apr. (Adnkronos) - Tenere distinti carnefici e vittime e no all’idea del “volemose bene”. Lo ha affermato Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, durante la manifestazione in corso a Milano per ricordare il 25 aprile. Una data che, spiega Di Pietro, celebra “la resistenza al fascismo. Bisogna tenere distinti da un lato gli aguzzini, dall’altro le vittime”. Una distinzione che va fatta, secondo l’ex magistrato, in modo chiaro: “Non sono d’accordo sull’idea del “volemose bene”.
venerdì 24 aprile 2009
La Resistenza vive nella Costituzione
INCONTRO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO CON GLI ESPONENTI DELLE ASSOCIAZIONI COMBATTENTISTICHE E D'ARMA E CONSEGNA DELLA MEDAGLIA D'ORO AL MERITO CIVILE AI GONFALONI DELLE PROVINCE DI GENOVA E FORLI'-CESENA
Palazzo del Quirinale, 24 aprile 2009
Generale Buscemi, Senatore Agostini, Signori Ministri, Onorevoli rappresentanti del Parlamento, Autorità civili e militari,Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Confederazione fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, come è tradizione ormai da alcuni anni, questo incontro ha luogo, qui al Palazzo del Quirinale, in forma unitaria e nel quadro delle celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile. Ciò sottolinea il significato solenne dell’evento odierno, arricchito dalla consegna di Medaglie d’oro al merito civile ai Gonfaloni delle Province di Genova e Forlì-Cesena per gli accadimenti del 1943-45.Proprio a Genova, lo scorso anno celebrando il 25 aprile, misi in evidenza l’apporto essenziale alla liberazione d’Italia che garantirono non solo le formazioni partigiane, ma anche i militari, chiamati a durissime prove già all’indomani dell’armistizio. Mi riferisco ai tantissimi ufficiali, sottufficiali e soldati che combatterono contro i tedeschi o che si unirono ai partigiani ; alle centinaia di migliaia di militari italiani che, con i civili, furono deportati ed internati nei lager nazisti, e che, il 27 gennaio scorso, hanno visto ufficialmente riconosciuto il loro sacrificio con la consegna delle prime Medaglie d’Onore. Mi riferisco, altresì, alle rinate Forze Armate italiane - unitesi agli eserciti alleati dapprima con il 1° Raggruppamento motorizzato italiano e successivamente con il Corpo Italiano di Liberazione - che domani ricorderemo presso il Sacrario militare di Montelungo, celebrando il 64° anniversario del 25 aprile 1945. La memoria di quei coraggiosi e di quegli avvenimenti ripropone alla nostra riflessione un fondamentale e ricorrente insegnamento, che, oggi come non mai, ci appare attuale e ineludibile : il rifiuto di ogni forma di sopraffazione e di violenza e, di conseguenza, il ripudio dell'indifferenza e dell’ignavia di fronte all’offesa della dignità dei popoli, ovunque e comunque si compia. Non si tratta semplicemente di una doverosa posizione di principio, ma di una realistica presa d’atto delle conseguenze che l’arbitrio e l’oppressione - ne facemmo l’esperienza negli anni delle dittatura fascista e dell’occupazione nazista - producono ineluttabilmente : sofferenza, sottosviluppo, distruzione e guerra, per le nazioni e i popoli che ne sono direttamente colpiti, ma con riflessi pesanti per l’intera Comunità internazionale. E ciò è tanto più vero e rilevante oggi, in un mondo sempre più connesso ed interdipendente.Per queste ragioni, non possiamo assistere inerti ai conflitti che lacerano tante regioni del mondo ed investono aree ed interessi cruciali per lo sviluppo dell’umanità. La partecipazione di nostri contingenti militari alle missioni per la pace e la sicurezza internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite e nell'ambito delle alleanze di cui il nostro Paese è parte, è coerente con l’aspettativa ideale e la concreta volontà di costruire un futuro migliore, che ispirarono le decisioni dei soldati e dei cittadini italiani, quando, all’indomani dell’armistizio dell’otto settembre 1943, scelsero di reagire, anche mettendo a repentaglio la propria esistenza. E’ questo il retaggio e l’impegno che l’articolo 11 della nostra Costituzione recepì pienamente e che le Forze Armate italiane diffondono oggi nelle molte missioni internazionali in cui sono oggi impegnati oltre 8000 uomini e donne. Un contributo alla sicurezza ed allo sviluppo della Comunità internazionale cui non possiamo venire meno e che, anzi, è necessario rendere in prospettiva più efficace, nell’interesse del nostro stesso Paese, che, per le sue precipue caratteristiche, più di altri trae da un contesto internazionale di pace e di collaborazione risorse e opportunità essenziali per il proprio sviluppo e per un accresciuto benessere. La grave crisi finanziaria ed economica in atto accentua e rende più pressante l’esigenza di costruire un nuovo e più efficace sistema di governance globale, che abbia una delle sue componenti fondamentali proprio nel consolidamento e nella garanzia della sicurezza internazionale.La realtà con cui oggi ci confrontiamo e i suoi possibili sviluppi impongono che le nostre Forze Armate, nel breve-medio termine, mantengano almeno le capacità operative attualmente disponibili, in primo luogo in termini di sicurezza del personale, addestramento e funzionalità di mezzi e materiali.In questa prospettiva, la Difesa si appresta ad affrontare una nuova, difficile verifica che dovrà definire gli interventi per consentire ulteriori recuperi di efficienza e garantire l’operatività necessaria per onorare gli attuali impegni internazionali, nonostante le minori risorse finanziarie a disposizione. E’ a ciò che lavora la “Commissione di alta consulenza e studio per la ridefinizione complessiva del sistema di difesa e sicurezza nazionale”, istituita dal Ministro della Difesa lo scorso gennaio.I recenti drammatici eventi del terremoto in Abruzzo ci dicono poi come possano verificarsi straordinarie emergenze che richiedono anche l’intervento delle Forze Armate, specie nella fase iniziale, in cui l’obbiettivo è salvare il maggior numero possibile di vite umane e prestare tempestivamente i primi soccorsi.E a tal proposito non posso non sottolineare come, anche in questa circostanza, agli uomini ed alle donne in divisa si siano affiancate le Associazioni Combattentistiche e d’Arma che, nello spirito dei valori di cui sono custodi e del loro tradizionale e meritorio ruolo di collegamento tra la società civile e le Forze Armate, hanno fornito il proprio prezioso e disinteressato apporto alla collettività abruzzese in termini di attività specialistiche di protezione civile e di assistenza alla popolazione. Signori Ministri, autorità civili e militari, Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e di categoria, le Forze Armate di oggi si fanno onore in Italia ed all’estero perpetuando e consolidando gli ideali e i valori che ispirarono il coraggio di quanti, civili e militari, persero la vita nella lotta per la liberazione d’Italia.La consegna delle decorazioni al merito civile ai Gonfaloni delle Province di Genova e Forlì-Cesena è un doveroso riconoscimento a popolazioni che reagirono con fermezza ad angherie, deportazioni, stragi infami e distruzioni, offrendo alla causa della libertà un elevato tributo di vittime. Paolo Emilio Taviani così ricorda la sua esperienza : "In effetti la vita partigiana nelle vallate del Genovesato e del Chiavarese fu un fenomeno unanime, proprio perché essendo le brigate garibaldine unitarie - cioè formate da borghesi, operai, contadini, sacerdoti - ognuno portò praticamente il meglio di sé stesso alla lotta comune. Si potevano contare sulle dita di una mano le persone sospette di non collaborare pienamente, anche con grandi sacrifici economici oltre che con il rischio continuo della propria vita". E analogo contegno fu tenuto anche dalle popolazioni dei comuni della Provincia di Forlì-Cesena che vissero i rastrellamenti, gli incendi, le torture e gli eccidi dell’area tra Sarsina, Barze e Sant’Agata Feltria, nonché le feroci rappresaglie nel forlivese, quella di Verghereto o della vallata del Montone, e molte altre ancora.Il nostro ricordo, il nostro omaggio a tanto sacrificio si unisce all’impegno a non ripetere gli errori del passato. Il messaggio, l’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti. Con tali sentimenti, esprimo il mio più sincero apprezzamento ai Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Confederazione fra le Associazioni combattentistiche e partigiane per il loro quotidiano e generoso impegno a favore delle Forze Armate e porgo il mio saluto alle autorità ed ai cittadini tutti delle Province di Genova e Forlì-Cesena.
Generale Buscemi, Senatore Agostini, Signori Ministri, Onorevoli rappresentanti del Parlamento, Autorità civili e militari,Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Confederazione fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, come è tradizione ormai da alcuni anni, questo incontro ha luogo, qui al Palazzo del Quirinale, in forma unitaria e nel quadro delle celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile. Ciò sottolinea il significato solenne dell’evento odierno, arricchito dalla consegna di Medaglie d’oro al merito civile ai Gonfaloni delle Province di Genova e Forlì-Cesena per gli accadimenti del 1943-45.Proprio a Genova, lo scorso anno celebrando il 25 aprile, misi in evidenza l’apporto essenziale alla liberazione d’Italia che garantirono non solo le formazioni partigiane, ma anche i militari, chiamati a durissime prove già all’indomani dell’armistizio. Mi riferisco ai tantissimi ufficiali, sottufficiali e soldati che combatterono contro i tedeschi o che si unirono ai partigiani ; alle centinaia di migliaia di militari italiani che, con i civili, furono deportati ed internati nei lager nazisti, e che, il 27 gennaio scorso, hanno visto ufficialmente riconosciuto il loro sacrificio con la consegna delle prime Medaglie d’Onore. Mi riferisco, altresì, alle rinate Forze Armate italiane - unitesi agli eserciti alleati dapprima con il 1° Raggruppamento motorizzato italiano e successivamente con il Corpo Italiano di Liberazione - che domani ricorderemo presso il Sacrario militare di Montelungo, celebrando il 64° anniversario del 25 aprile 1945. La memoria di quei coraggiosi e di quegli avvenimenti ripropone alla nostra riflessione un fondamentale e ricorrente insegnamento, che, oggi come non mai, ci appare attuale e ineludibile : il rifiuto di ogni forma di sopraffazione e di violenza e, di conseguenza, il ripudio dell'indifferenza e dell’ignavia di fronte all’offesa della dignità dei popoli, ovunque e comunque si compia. Non si tratta semplicemente di una doverosa posizione di principio, ma di una realistica presa d’atto delle conseguenze che l’arbitrio e l’oppressione - ne facemmo l’esperienza negli anni delle dittatura fascista e dell’occupazione nazista - producono ineluttabilmente : sofferenza, sottosviluppo, distruzione e guerra, per le nazioni e i popoli che ne sono direttamente colpiti, ma con riflessi pesanti per l’intera Comunità internazionale. E ciò è tanto più vero e rilevante oggi, in un mondo sempre più connesso ed interdipendente.Per queste ragioni, non possiamo assistere inerti ai conflitti che lacerano tante regioni del mondo ed investono aree ed interessi cruciali per lo sviluppo dell’umanità. La partecipazione di nostri contingenti militari alle missioni per la pace e la sicurezza internazionale, sotto la guida delle Nazioni Unite e nell'ambito delle alleanze di cui il nostro Paese è parte, è coerente con l’aspettativa ideale e la concreta volontà di costruire un futuro migliore, che ispirarono le decisioni dei soldati e dei cittadini italiani, quando, all’indomani dell’armistizio dell’otto settembre 1943, scelsero di reagire, anche mettendo a repentaglio la propria esistenza. E’ questo il retaggio e l’impegno che l’articolo 11 della nostra Costituzione recepì pienamente e che le Forze Armate italiane diffondono oggi nelle molte missioni internazionali in cui sono oggi impegnati oltre 8000 uomini e donne. Un contributo alla sicurezza ed allo sviluppo della Comunità internazionale cui non possiamo venire meno e che, anzi, è necessario rendere in prospettiva più efficace, nell’interesse del nostro stesso Paese, che, per le sue precipue caratteristiche, più di altri trae da un contesto internazionale di pace e di collaborazione risorse e opportunità essenziali per il proprio sviluppo e per un accresciuto benessere. La grave crisi finanziaria ed economica in atto accentua e rende più pressante l’esigenza di costruire un nuovo e più efficace sistema di governance globale, che abbia una delle sue componenti fondamentali proprio nel consolidamento e nella garanzia della sicurezza internazionale.La realtà con cui oggi ci confrontiamo e i suoi possibili sviluppi impongono che le nostre Forze Armate, nel breve-medio termine, mantengano almeno le capacità operative attualmente disponibili, in primo luogo in termini di sicurezza del personale, addestramento e funzionalità di mezzi e materiali.In questa prospettiva, la Difesa si appresta ad affrontare una nuova, difficile verifica che dovrà definire gli interventi per consentire ulteriori recuperi di efficienza e garantire l’operatività necessaria per onorare gli attuali impegni internazionali, nonostante le minori risorse finanziarie a disposizione. E’ a ciò che lavora la “Commissione di alta consulenza e studio per la ridefinizione complessiva del sistema di difesa e sicurezza nazionale”, istituita dal Ministro della Difesa lo scorso gennaio.I recenti drammatici eventi del terremoto in Abruzzo ci dicono poi come possano verificarsi straordinarie emergenze che richiedono anche l’intervento delle Forze Armate, specie nella fase iniziale, in cui l’obbiettivo è salvare il maggior numero possibile di vite umane e prestare tempestivamente i primi soccorsi.E a tal proposito non posso non sottolineare come, anche in questa circostanza, agli uomini ed alle donne in divisa si siano affiancate le Associazioni Combattentistiche e d’Arma che, nello spirito dei valori di cui sono custodi e del loro tradizionale e meritorio ruolo di collegamento tra la società civile e le Forze Armate, hanno fornito il proprio prezioso e disinteressato apporto alla collettività abruzzese in termini di attività specialistiche di protezione civile e di assistenza alla popolazione. Signori Ministri, autorità civili e militari, Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e di categoria, le Forze Armate di oggi si fanno onore in Italia ed all’estero perpetuando e consolidando gli ideali e i valori che ispirarono il coraggio di quanti, civili e militari, persero la vita nella lotta per la liberazione d’Italia.La consegna delle decorazioni al merito civile ai Gonfaloni delle Province di Genova e Forlì-Cesena è un doveroso riconoscimento a popolazioni che reagirono con fermezza ad angherie, deportazioni, stragi infami e distruzioni, offrendo alla causa della libertà un elevato tributo di vittime. Paolo Emilio Taviani così ricorda la sua esperienza : "In effetti la vita partigiana nelle vallate del Genovesato e del Chiavarese fu un fenomeno unanime, proprio perché essendo le brigate garibaldine unitarie - cioè formate da borghesi, operai, contadini, sacerdoti - ognuno portò praticamente il meglio di sé stesso alla lotta comune. Si potevano contare sulle dita di una mano le persone sospette di non collaborare pienamente, anche con grandi sacrifici economici oltre che con il rischio continuo della propria vita". E analogo contegno fu tenuto anche dalle popolazioni dei comuni della Provincia di Forlì-Cesena che vissero i rastrellamenti, gli incendi, le torture e gli eccidi dell’area tra Sarsina, Barze e Sant’Agata Feltria, nonché le feroci rappresaglie nel forlivese, quella di Verghereto o della vallata del Montone, e molte altre ancora.Il nostro ricordo, il nostro omaggio a tanto sacrificio si unisce all’impegno a non ripetere gli errori del passato. Il messaggio, l’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti. Con tali sentimenti, esprimo il mio più sincero apprezzamento ai Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Confederazione fra le Associazioni combattentistiche e partigiane per il loro quotidiano e generoso impegno a favore delle Forze Armate e porgo il mio saluto alle autorità ed ai cittadini tutti delle Province di Genova e Forlì-Cesena.
Giorgio Napolitano
DI PIETRO SCRIVE A FRANCESCHINI
Di Pietro al Pd: basta insulti, vogliamo l’alleanza. Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi tra Franceschini e Di Pietro sul rispetto delle alleanze, il leader dell’Idv ha scritto una lettera al segretario del Pd.
Caro Dario, ti scrivo per manifestare nuovamente la piena disponibilità dell’Italia dei Valori a raggiungere, con il Partito democratico, un’alleanza in tutte le amministrazioni che andranno al voto il prossimo 7 e 8 giugno. A prescindere dal fatto che l’alleanza già c’è nella quasi totalità delle amministrazioni, posso dirti, già da ora, senza se e senza ma, che anche alle elezioni provinciali di Potenza, Matera e Barletta, Idv è pronta a entrare in coalizione da subito.
E nelle rimanenti realtà, pochissime, vi è ancora lo spazio per evitare divisioni. Non posso nasconderti, però, l’amarezza provata nel leggere dai giornali le tue accuse, come quella che l’Idv sarebbe pronta a rompere la coalizione. Sai bene, invece, che proprio tu non hai nemmeno risposto alla richiesta di incontro che ti avevo sollecitato giorni fa, allo scopo di definire le alleanze ancora mancanti. Vedi Dario, non abbiamo alcuna intenzione di inseguire il Pd in una campagna elettorale «fratricida». Sarebbe una scelta miope e dannosa per il Paese che porterebbe alla vittoria di una destra autoritaria e illiberale, pronta a fare a pezzi la nostra Costituzione. Per cui questa risposta, che ritengo doverosa al fine di fare chiarezza nei reciproci comportamenti, sarà anche l’ultima da parte mia. Vorrei ricordarti, allora, che il tuo partito, ormai da mesi, con un interminabile numero di dichiarazioni, non ha perso occasione per ribadire che l’alleanza era finita. Nonostante questo, e solo per senso di responsabilità, ci siamo seduti costruttivamente al tavolo della coalizione nei circa 300, tra province e comuni con più di 15 mila abitanti, che andranno al voto il prossimo 7 e 8 giugno.
In questi 300 tavoli di coalizione, abbiamo accettato, di volta in volta e a seconda delle vostre convenienze, che si facessero le primarie di coalizione, oppure le primarie soltanto del Pd o che le primarie non si facessero per niente e il candidato lo scegliesse direttamente il Pd. Abbiamo preso atto che di queste trecento amministrazioni da rinnovare, soltanto in un paio di casi sia stato indicato un candidato dell’Idv. Abbiamo accettato in silenzio che il giorno dopo le primarie, come è successo un po’ in tutta Italia, il candidato del Pd perdente, uscisse dalla coalizione e facesse una propria lista, contro il vincitore, sempre del Pd. Mi rendo conto che non hai potuto accettare l’incontro che ti avevo chiesto, non per ostilità verso Italia dei Valori, ma perché spesso non siete in grado di dare indicazioni al territorio e di spiegare ai vostri rappresentanti che una coalizione deve scegliere il candidato migliore e più autorevole, a prescindere dal partito. Comprendo la difficoltà dato che i vostri non ascoltano neanche la ragione dei numeri, quando non è a loro vantaggio. Come a Campobasso, dove noi abbiamo più del 30% dei voti e il Pd all’incirca il 20%, ma vuole comunque il sindaco. Comprendo tutto questo. Mi sarei aspettato però che anche tu non solo comprendessi, ma che riconoscessi che solo degli ingenui, quali noi orgogliosamente siamo, avrebbero accettato di entrare in coalizione a queste condizioni in ben 290 amministrazioni su 300. Dopo aver rinunciato sostanzialmente dappertutto a esprimere nostri sindaci e presidenti di provincia, nonostante i numeri ci legittimassero ad averne a decine, mi sarei aspettato di tutto, ma gli insulti, quelli no. Un’ultima considerazione. In questi ultimi 10 mesi, i vari leader del Pd hanno spiegato che la vera alleanza riformista del futuro è quella con l’Udc. Non capisco perché oggi che il partito di Casini quasi ovunque è alleato con il Pdl o, al massimo, corre da solo, tacete tutti. Alla faccia del futuro asse riformista.
E nelle rimanenti realtà, pochissime, vi è ancora lo spazio per evitare divisioni. Non posso nasconderti, però, l’amarezza provata nel leggere dai giornali le tue accuse, come quella che l’Idv sarebbe pronta a rompere la coalizione. Sai bene, invece, che proprio tu non hai nemmeno risposto alla richiesta di incontro che ti avevo sollecitato giorni fa, allo scopo di definire le alleanze ancora mancanti. Vedi Dario, non abbiamo alcuna intenzione di inseguire il Pd in una campagna elettorale «fratricida». Sarebbe una scelta miope e dannosa per il Paese che porterebbe alla vittoria di una destra autoritaria e illiberale, pronta a fare a pezzi la nostra Costituzione. Per cui questa risposta, che ritengo doverosa al fine di fare chiarezza nei reciproci comportamenti, sarà anche l’ultima da parte mia. Vorrei ricordarti, allora, che il tuo partito, ormai da mesi, con un interminabile numero di dichiarazioni, non ha perso occasione per ribadire che l’alleanza era finita. Nonostante questo, e solo per senso di responsabilità, ci siamo seduti costruttivamente al tavolo della coalizione nei circa 300, tra province e comuni con più di 15 mila abitanti, che andranno al voto il prossimo 7 e 8 giugno.
In questi 300 tavoli di coalizione, abbiamo accettato, di volta in volta e a seconda delle vostre convenienze, che si facessero le primarie di coalizione, oppure le primarie soltanto del Pd o che le primarie non si facessero per niente e il candidato lo scegliesse direttamente il Pd. Abbiamo preso atto che di queste trecento amministrazioni da rinnovare, soltanto in un paio di casi sia stato indicato un candidato dell’Idv. Abbiamo accettato in silenzio che il giorno dopo le primarie, come è successo un po’ in tutta Italia, il candidato del Pd perdente, uscisse dalla coalizione e facesse una propria lista, contro il vincitore, sempre del Pd. Mi rendo conto che non hai potuto accettare l’incontro che ti avevo chiesto, non per ostilità verso Italia dei Valori, ma perché spesso non siete in grado di dare indicazioni al territorio e di spiegare ai vostri rappresentanti che una coalizione deve scegliere il candidato migliore e più autorevole, a prescindere dal partito. Comprendo la difficoltà dato che i vostri non ascoltano neanche la ragione dei numeri, quando non è a loro vantaggio. Come a Campobasso, dove noi abbiamo più del 30% dei voti e il Pd all’incirca il 20%, ma vuole comunque il sindaco. Comprendo tutto questo. Mi sarei aspettato però che anche tu non solo comprendessi, ma che riconoscessi che solo degli ingenui, quali noi orgogliosamente siamo, avrebbero accettato di entrare in coalizione a queste condizioni in ben 290 amministrazioni su 300. Dopo aver rinunciato sostanzialmente dappertutto a esprimere nostri sindaci e presidenti di provincia, nonostante i numeri ci legittimassero ad averne a decine, mi sarei aspettato di tutto, ma gli insulti, quelli no. Un’ultima considerazione. In questi ultimi 10 mesi, i vari leader del Pd hanno spiegato che la vera alleanza riformista del futuro è quella con l’Udc. Non capisco perché oggi che il partito di Casini quasi ovunque è alleato con il Pdl o, al massimo, corre da solo, tacete tutti. Alla faccia del futuro asse riformista.
Antonio Di Pietro
(Presidente Italia dei Valori)
Fonte: Il Corriere della Sera, 24 Aprile 2009
giovedì 23 aprile 2009
Di Pietro ospite di Repubblica Tv
Il G8 all'Aquila? "Magari si potesse fare, ci mancherebbe. Ma in questo momento, con tutti i problemi che ci sono, aggiungerebbe confusione a confusione. Ho l'impressione che sia una delle solite marchette politiche di Berlusconi". Così il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro durante il videoforum su Repubblica Tv. Più di cento messaggi arrivati in diretta, su tutti gli argomenti politici più importanti. 25 Aprile Sulle celebrazioni del 25 Aprile, secondo Di Pietro, l'annuncio di Silvio Berlusconi di partecipare è "la più grossa ipocrisia, la più grossa paraculaggine della storia. A lui non gliene frega niente del 25 aprile, non ci è mai andato... L'interesse quest'anno è che ci sono le elezioni alle porte e lui gioca allo statista perché vuole fregarsi anche la presidenza della Repubblica. E' un'offesa ai morti". "Il 25 aprile - insiste il leader di Idv - è la festa della Liberazione, è la festa della Resistenza e non si può confondere tra coloro che erano aguzzini e gli altri che erano poveri cristi". "Anche oggi - avverte Di Pietro - bisogna fare resistenza, perché a furia di battere le mani, si finisce con il battere la testa". Elezioni europee Molti ascoltatori chiedono a Di Pietro il perché della sua candidatura alle elezioni europee, criticata anche dal leader del Pd Dario Franceschini. "Se la maggioranza candida tutti i suoi leader - dice Di Pietro - anche chi sta all'opposizione ha il dovere morale di candidarsi. E' un errore la scelta di Franceschini di restare sugli spalti mentre gli avversari scendono in campo. Il 6 e 7 giugno in realtà ci sarà l'occasione di verificare cosa ha fatto il governo e cosa hanno fatto le opposizioni. Certo, se tutti i candidati bandiera del centrodestra si ritirassero, anche io farei la stessa cosa". Alleanze locali Elezioni amministrative: in alcune città non c'è l'accordo Pd-Idv. "Anche se l'Idv è considerata come un brutto anatroccolo, siamo comunque disponibili a costruire con il Pd un'alternativa negli enti locali al centrodestra. Non è assolutamente vero che facciamo il gioco di Berlusconi. Siamo contro Berlusconi, in tutto e per tutto. Ed è evidente che vogliamo tenere aperto il dialogo con le forze dell'area democratica. Nella maggior parte dei casi abbiamo già fatto un'alleanza, ma in una decina di realtà non abbiamo trovato l'accordo. A Potenza, ad esempio, la candidatura del sindaco Pd non la accettiamo. Ma a questo punto Franceschini ci fa il ricatto di volerci imporre l'intero pacchetto delle alleanze amministrative. E a Campobasso l'Idv è al 33%. Abbiamo chiesto di candidare noi il sindaco. Ma Franceschini non ha voluto darci una mano". Annozero Il caso della sospensione di Vauro dopo la puntata di Annozero sul terremoto, per Di Pietro "è una censura allo stato puro, perché quando c'è la riduzione degli spazi di democrazia nel Parlamento, quando c'è la riduzione di democrazia nelle aule giudiziarie, quando c'è la riduzione di democrazia nell'informazione, la democrazia cade".
(Fonte: La Repubblica, 23 aprile 2009)
mercoledì 22 aprile 2009
PARTE IL TRENO DEL PD
Parigi, 22 apr. (Apcom) - Il 'treno per l'Europa' è partito. La campagna del Pd per le europee inizia così, dalla stazione Porta Nuova di Torino per dirigersi poi verso Parigi, Berlino, Praga e Venezia. Cinque città simbolo dell'Unione e un modo per permettere a tanti giovani di 'scoprire' cosa è la comunità europea. Il segretario Dario Franceschini sale insieme a 400 ragazzi che in cinque giorni non solo toccheranno 3 capitali e due città italiane ma avranno anche l'opportunità di 'studiare' l'Europa. Il treno, un espresso che per l'occasione si è 'vestito' con i colori e i simboli del Pd, è partito alle 14 da Torino, carico di ragazzi entusiasti che hanno creato tra loro un clima da vera e propria 'gita scolastica' e nel quale hanno coinvolto, per un momento, anche Franceschini: sul binario gli hanno chiesto di mettersi il cappello da ferroviere, proprio come fece Berlusconi sul treno dell'alta velocità Freccia rossa, e lui divertito è stato allo scherzo. Poi tutti in carrozza. Scompartimenti separati come quelli dei treni interail ma nel treno ci sono anche tre sale adibite alle lezioni tenute da diversi relatori che faranno tutto il viaggio con i ragazzi e un vagone ristorante. Franceschini appena salito ha voluto fare un giro per conoscere i ragazzi che parteciperanno alla scuola di formazione politica del Pd, a tutti ha chiesto la provenienza compiacendosi non solo della numerosa presenza ma anche del fatto che ci siano giovani da tutte le parti d'Italia, anche una trentina dall'Abruzzo: "E' una cosa bella che 400 ragazzi prendano un treno che attraversa tutta l'Europa. Io credo che la politica sia fatta di studio, lavoro e passione e noi i nostri dirigenti coem i candidati alle europee li scegliamo in base alla competenza e alla preparazione non certo per la bellezza o le comparsate in tv. Farebbe bene anche alla destra. Durante il viaggio si apriranno le cuccette che al segretario fanno tornare in mente il passato da giovane dirigente della Dc: "Anch'io dormirò in cuccetta nella tratta tra Praga e Venezia - ha detto con orgoglio, Franceschini infatti non sarà presente in tutto il viaggio perchè impegnato in altri appuntamenti, come quello del 25 aprile ad Onna - quando ero nei Giovani Dc l'ho fatto per 4 anni due volte a settimana. Allora, nell'84, per arrivare da Ferrara a Roma si partiva la sera a mezzanotte e si arrivava alle 6,30 del mattino. Insomma in cuccetta io mi sento a casa", ha aggiunto divertito.
martedì 21 aprile 2009
Europee: ecco i capilista del Pd
(ANSA) - ROMA, 21 APR - Il segretario del Pd Dario Franceschini ha illustrato oggi alla direzione del partito le liste dei 72 candidati alle elezioni Europee. Questi i capilista nelle cinque circoscrizioni: NORD OVEST, Sergio Cofferati, Patrizia Toia, Gianluca Susta; NORD EST, Luigi Berlinguer, Salvatore Caronna, Debora Serracchiani; CENTRO, David Sassoli, Sergio Domenici, Silvia Costa; SUD, Paolo De Castro, Rosaria Capacchione, Gianni Pittella. ISOLE, Rita Borsellino, Francesca Barracciu, Giovanni Barbagallo.
sabato 18 aprile 2009
giovedì 16 aprile 2009
Ora Michele prepara la resistenza
Da "La Repubblica"
Vauro e la censura nel prologo di Marco Travaglio. Vauro nell'apertura di Michele Santoro, Vauro nelle conclusioni di Sabina Guzzanti che prenderà il posto del vignettista nello spazio finale del programma e promette di essere ancora più corrosiva del censurato. Alla fine, nella puntata di Annozero in onda stasera, Vauro Senesi sarà "sospeso" solo per i regolamenti interni, per il direttore generale Mauro Masi, ma non per i telespettatori del giovedì di Raidue. E i contestati collegamenti esterni andranno regolarmente in onda dall'Aquila in una nuova trasmissione dedicata al terremoto in Abruzzo. Condotti come sempre da Sandro Ruotolo, arricchiti dai servizi degli inviati di Annozero che sono tornati già tre giorni fa sui luoghi del disastro e in queste ore stanno montando il materiale girato. La vera risposta ai provvedimenti disciplinari della Rai Santoro la affida ancora una volta al suo spazio televisivo, quello riconquistato a forza di sentenze giudiziarie dopo l'editto bulgaro. Il fortino di Annozero è abituato alle battaglie, agli attacchi della politica, al corpo a corpo con il centrodestra e il mondo berlusconiano, alla freddezza del centrosinistra (quando non si trasforma in manifesta ostilità). Santoro ormai ha una certa consuetudine con le lettere di risposta alle disposizioni dei vertici, anche ieri ha preso carta e penna per ribattere a Masi punto per punto. "La sospensione di Vauro rappresenta una grave ferita per il nostro pubblico e per l'immagine della Rai. La invito a soprassedervi". Il vignettista è a San Pietroburgo (che da comunista non pentito lui chiama Leningrado). Si limita a rispondere dal suo sito, dove ieri sera campeggiava la vignetta sotto accusa insieme alla scritta "No alla censura, la satira è libertà" La resistenza della "squadra" santoriana intanto sta dando i suoi frutti, dicono i componenti. Masi, raccontano, sta già frenando e avrebbe fatto sapere che l'oscuramento di Vauro vale solo per la puntata di oggi. "È così", conferma il consigliere di amministrazione del Pd Nino Rizzo Nervo, tra i più critici verso il direttore generale. Raccontano però che Santoro sia "deluso" per il silenzio del presidente Paolo Garimberti. Il quale a sua volta attende il prossimo cda (mercoledì, giorno delle nomine, Tg1 in testa) per prendere posizione. "Ma non condivido la scelta di Masi", ha fatto sapere in maniera informale. Santoro ha trascorso buona parte della giornata al telefono per studiare le contromosse. Ha risposto all'azienda per iscritto, si è permesso solo una breve incursione nel campo della polemica per replicare a Bruno Vespa che lo ha accusato di essere un privilegiato. La loro è una rivalità a tutto tondo: idee, stili, rapporti molto, troppo diversi. Ma soprattutto c'è la puntata di stasera. "Noi andiamo avanti per la nostra strada, questa è la risposta che vogliamo dare", ha detto il conduttore ai suoi collaboratori. Con gli ospiti previsti tutti confermati, a cominciare da Antonio Di Pietro, uno dei più assidui, per alcuni transfer politico della visione santoriana. Marco Travaglio è come al solito di buonumore e in giro per l'Italia a presentare i suoi libri, a tenere i suoi incontri pubblici. "Bertolaso dev'essere diventato come Garibaldi e non ce n'eravamo accorti: non si tocca", dice scherzando al telefono. "Sospendere un vignettista è veramente il colmo", aggiunge. Stamattina piomba a Roma "per calibrare con Michele l'intervento". La "squadra" di Annozero pensa di aver già vinto la partita. "Mi sembra ci sia la possibilità che la cosa rientri", si sbilancia persino Sabina Guzzanti. Dalla direzione generale confermano che la "squalifica" di Vauro potrebbe essere di una sola giornata. Anche l'ipotesi di una puntata riparatoria è tramontata velocemente. Già ieri mattina da Viale Mazzini precisavano: "Certo non potrà essere quella di stasera, non c'è tempo". Ma Santoro parla chiaramente di "censura" nella sua lettera al direttore generale e non farà finta di niente. I suoi redattori parlano di una "sorpresa, basta aspettare poche ore". I vignettisti si schierano con Vauro. Dice Vincino: "Questo è un comportamento delinquenziale. Vauro viene pagato pochissimo per il lavoro straordinario che fa. Quelle vignette le sottoscrivo, potevo farle anch'io". Ma la vera difesa Annozero la cerca nel suo lavoro, spiegano nella redazione, e nel pubblico. Come sempre, gli amici e i nemici di Santoro attendono il giovedì mattina per conoscere l'auditel della trasmissione. Che finora ha dato sempre ragione al conduttore.
(Fonte: www.repubblica.it)
SOLIDARIETA’ DI SINISTRA E LIBERTA’ E PDCI A VAURO
No alla sospensione di Vauro da Annozero e no a qualunque tipo di censura della libertà di informazione. Sono queste le ragioni che hanno indotto Sinistra e Libertà a promuovere un sit-in di protesta, davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, a Roma, «contro il bavaglio all'informazione». La mobilitazione è stata convocata nel giorno del ritorno in video di Michele Santoro, a una settimana di distanza dall'andata in onda della contestatissima trasmissione che, nel giorno del lutto nazionale, aveva tra l'altro preso di mira le lentezze nei soccorsi e negli interventi di protezione civile e vigili del fuoco nelle aree devastate dal sisma.
«OPERAZIONE FASCISTA» Il vertice della tv di Stato aveva censurato il programma, chiedendo un'azione «riparatrice» da parte della redazione. E aveva preso provvedimenti contro il disegnatore toscano - colpevole di aver realizzato una vignetta considerata troppo offensiva per l'associazione tra il piano casa del governo e le vittime del terremoto - decidendo di sospenderlo per una puntata. Il Pdci, con Jacopo Venier, definisce quella che ha colpito Vauro una «epurazione, un'operazione fascista».
SOLIDARIETA’ DI SINISTRA E LIBERTA’ E PDCI A VAURO
No alla sospensione di Vauro da Annozero e no a qualunque tipo di censura della libertà di informazione. Sono queste le ragioni che hanno indotto Sinistra e Libertà a promuovere un sit-in di protesta, davanti alla sede Rai di Viale Mazzini, a Roma, «contro il bavaglio all'informazione». La mobilitazione è stata convocata nel giorno del ritorno in video di Michele Santoro, a una settimana di distanza dall'andata in onda della contestatissima trasmissione che, nel giorno del lutto nazionale, aveva tra l'altro preso di mira le lentezze nei soccorsi e negli interventi di protezione civile e vigili del fuoco nelle aree devastate dal sisma.
«OPERAZIONE FASCISTA» Il vertice della tv di Stato aveva censurato il programma, chiedendo un'azione «riparatrice» da parte della redazione. E aveva preso provvedimenti contro il disegnatore toscano - colpevole di aver realizzato una vignetta considerata troppo offensiva per l'associazione tra il piano casa del governo e le vittime del terremoto - decidendo di sospenderlo per una puntata. Il Pdci, con Jacopo Venier, definisce quella che ha colpito Vauro una «epurazione, un'operazione fascista».
(Fonte: www.corriere.it)
mercoledì 15 aprile 2009
IPOCRISIA TERZOMONDISTA
Dal blog di Antonio Di Pietro
Siamo al paradosso: Santoro deve "riparare" alla trasmissione del 9 aprile, Vauro viene allontanato dal servizio pubblico per una vignetta. Parola di Mauro Masi, nuovo direttore generale della Rai, che ad interim suggerirei anche per Mediaset.
In questo Paese l'informazione sta regredendo a propaganda. Chi non si allinea è fuori, sia che si chiami Santoro piuttosto che Vauro, Travaglio, Guzzanti, Mentana, Fazio o Giuliani. In compenso le cariatidi della propaganda avanzano. Come se chiedessimo ad Emilio Fede di riparare a tutti i suoi telegiornali dal 1992, quando fu nominato lacchè televisivo di Silvio Berlusconi.
Come se chiedessimo a Mario Giordano, lacchè giornalistico di Silvio Berlusconi, di dedicare le prime pagine del quotidiano Il Giornale per i prossimi 10 anni alle denunce prese e alle smentite mai pubblicate per l'informazione spazzatura con cui avvelena i cittadini.
In questo Paese la maggior parte delle trasmissioni e degli articoli giornalistici sono volutamente proposti senza contradditorio o con un contraddittorio inesistente.
Le notizie dei TG sono tagliate, censurate, montate ad hoc per costruire continui spot politici. Gli articoli della carta stampata, quando costretti a riportare un'informazione plurima, ricorrono a titoli e fotografie comunque fuorvianti. L'informazione in questo Paese è quella di uno Stato terzomondista.
In questo Paese l'informazione sta regredendo a propaganda. Chi non si allinea è fuori, sia che si chiami Santoro piuttosto che Vauro, Travaglio, Guzzanti, Mentana, Fazio o Giuliani. In compenso le cariatidi della propaganda avanzano. Come se chiedessimo ad Emilio Fede di riparare a tutti i suoi telegiornali dal 1992, quando fu nominato lacchè televisivo di Silvio Berlusconi.
Come se chiedessimo a Mario Giordano, lacchè giornalistico di Silvio Berlusconi, di dedicare le prime pagine del quotidiano Il Giornale per i prossimi 10 anni alle denunce prese e alle smentite mai pubblicate per l'informazione spazzatura con cui avvelena i cittadini.
In questo Paese la maggior parte delle trasmissioni e degli articoli giornalistici sono volutamente proposti senza contradditorio o con un contraddittorio inesistente.
Le notizie dei TG sono tagliate, censurate, montate ad hoc per costruire continui spot politici. Gli articoli della carta stampata, quando costretti a riportare un'informazione plurima, ricorrono a titoli e fotografie comunque fuorvianti. L'informazione in questo Paese è quella di uno Stato terzomondista.
(Fonte: www.antoniodipietro.it)
domenica 12 aprile 2009
giovedì 9 aprile 2009
ACLI, MOBILITATA RETE ITALIANI ALL'ESTERO
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani mobilitano la rete degli italiani all'estero per raccogliere fondi in solidarietà con le popolazioni abruzzesi vittime del terremoto. Con una lettera inviata alle sedi presenti in 18 Paesi nel mondo, la federazione delle Acli internazionali invita a far convergere i contributi sui conti correnti appositamente aperti dall'associazione in Italia.
«Le Acli di tutto il mondo esprimono il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti, ai familiari, a tutte le persone coinvolte». Racconta Michele Consiglio, responsabile della Rete mondiale aclista: «Messaggi di solidarietà sono arrivati e stanno arrivando in queste ore da tutti i Paesi di emigrazione. C'è voglia di esprimere concretamente il proprio affetto e la propria solidarietà. Siamo convinti che gli abitanti de L'Aquila e dell'Abruzzo potranno contare sul sostegno dei migranti italiani presenti in tutto il mondo, che nei momenti di difficoltà come questi sanno riconoscersi come un unico popolo».
I contributi dall'estero possono essere versati sul conto corrente bancario di Banca Etica (Iban - IT 06 M 05018 03200 000000129000; swift - CCRTIT2T84A ) intestato a "Acli - Un aiuto per L'Aquila". Oppure su conto corrente postale intestato alle Acli (Iban - IT68 D07601 03200 000030577001; swift - BPPIITRRXXX), con la causale "Acli - Un aiuto per L'Aquila".
«Le Acli di tutto il mondo esprimono il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti, ai familiari, a tutte le persone coinvolte». Racconta Michele Consiglio, responsabile della Rete mondiale aclista: «Messaggi di solidarietà sono arrivati e stanno arrivando in queste ore da tutti i Paesi di emigrazione. C'è voglia di esprimere concretamente il proprio affetto e la propria solidarietà. Siamo convinti che gli abitanti de L'Aquila e dell'Abruzzo potranno contare sul sostegno dei migranti italiani presenti in tutto il mondo, che nei momenti di difficoltà come questi sanno riconoscersi come un unico popolo».
I contributi dall'estero possono essere versati sul conto corrente bancario di Banca Etica (Iban - IT 06 M 05018 03200 000000129000; swift - CCRTIT2T84A ) intestato a "Acli - Un aiuto per L'Aquila". Oppure su conto corrente postale intestato alle Acli (Iban - IT68 D07601 03200 000030577001; swift - BPPIITRRXXX), con la causale "Acli - Un aiuto per L'Aquila".
mercoledì 8 aprile 2009
ACLI, "UN AIUTO PER L'AQUILA"
Per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni vittime del terremoto in Abruzzo, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani hanno attivato due conti correnti presso Poste Italiane e Banca Etica. Per gli iscritti delle sedi provinciali sparse in tutta Italia e per tutti i cittadini che intendono offrire un contributo economico.
I fondi raccolti saranno destinati alla realizzazione di progetti mirati da attuare nella fase di ricostruzione, in accordo con le Acli territoriali, che in Abruzzo contano 110 circoli per oltre 12mila soci, di cui circa la metà residenti nella provincia de L'Aquila.
Il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero esprime il cordoglio dell'associazione per le vittime, la vicinanza ai feriti, ai familiari, a tutte le persone coinvolte: «Gli abitanti de L'Aquila e dell'Abruzzo potranno contare sul sostegno, l'affetto e la solidarietà degli italiani, che nei momenti di difficoltà come questi sanno riconoscersi come un popolo unito e dare prova di grande generosità».
I contributi di solidarietà possono essere versati sul conto corrente bancario di Banca Etica (Iban - IT 06 M 05018 03200 000000129000) intestato a "Acli - Un aiuto per L'Aquila"; oppure su conto corrente postale intestato alle "Acli" (Iban - IT68 D07601 03200 000030577001), indicando nella causale "Acli - Un aiuto per L'Aquila").
web: www.acli.it
I fondi raccolti saranno destinati alla realizzazione di progetti mirati da attuare nella fase di ricostruzione, in accordo con le Acli territoriali, che in Abruzzo contano 110 circoli per oltre 12mila soci, di cui circa la metà residenti nella provincia de L'Aquila.
Il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero esprime il cordoglio dell'associazione per le vittime, la vicinanza ai feriti, ai familiari, a tutte le persone coinvolte: «Gli abitanti de L'Aquila e dell'Abruzzo potranno contare sul sostegno, l'affetto e la solidarietà degli italiani, che nei momenti di difficoltà come questi sanno riconoscersi come un popolo unito e dare prova di grande generosità».
I contributi di solidarietà possono essere versati sul conto corrente bancario di Banca Etica (Iban - IT 06 M 05018 03200 000000129000) intestato a "Acli - Un aiuto per L'Aquila"; oppure su conto corrente postale intestato alle "Acli" (Iban - IT68 D07601 03200 000030577001), indicando nella causale "Acli - Un aiuto per L'Aquila").
web: www.acli.it
martedì 7 aprile 2009
PD: PIANO CASA SIA ANTISISMICO
Roma, 7 apr. - "La tragedia accaduta in Abruzzo non chiede solo un efficace 'pronto intervento'. Parla del presente, ma parla anche del futuro del nostro paese". Lo scrivono oggi su 'Europa' il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente e Francesco Ferrante, direttore generale del gruppo del Pd al Senato, entrambi esponenti Ecodem. "Questa tragedia ricorda a tutti che l'Italia deve fare i conti da sempre con un diffuso rischio sismico - scrivono Della Seta e Ferrante - che l'età media delle case italiane è relativamente alta e dunque molte sono costruite senza requisiti anti - sismici, che la qualità media delle costruzioni realizzate negli ultimi decenni è relativamente bassa e una notevole percentuale delle case di recente edificazione è abusiva". Tutto questo significa "che centinaia di migliaia di italiani vivono in abitazioni totalmente insicure dal punto di vista anti - sismico - avvertono i due esponentio Ecodem - si è discusso molto nelle ultime settimane di 'piano - casa', termine decisamente improprio con cui viene indicato il progetto del governo di dare sostegno all'edilizia penalizzata dalla crisi liberalizzando la possibilità allargare ville, villette, palazzine e di demolire e ricostruire palazzi o addirittura interi quartieri". E allora, "mai come in questo caso, l'idea per come verrà dettagliata, può dare frutti benefici o avvelenati, cioè contribuire a rendere più moderno, efficiente, sicuro il nostro patrimonio edilizio, o invece portare nuove e più gravi ferite al territorio, al paesaggio e alla stessa sicurezza abitativa", dicono Ferrante e Della Seta. Nei prossimi giorni il 'piano edilizia' "darà luogo, così pare, a un decreto legge del governo che ne fisserà i criteri generali, e affiderà alle regioni, come da Costituzione, il compito di trasformare tali indirizzi in norme specifiche e attuative - scrivono oggi su 'Europa' il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente e Francesco Ferrante, direttore generale del gruppo del Pd al Senato, entrambi esponenti Ecodem - se nel decreto e poi nelle leggi regionali ci sarà scritto che per accedere a bonus volumetrici e altri incentivi bisognerà certificare la sicurezza anti - sismica dell'immobile da ampliare o di quello 'ricostruito', oltre che garantire la buona qualità energetica di ristrutturazioni e ricostruzioni, allora davvero avremo fatto un grande passo avanti per convivere al meglio col nostro 'destino' di paese a rischio di terremoto".
(Fonte: Agenzia Dire)
Franceschini: Governo accetti aiuti estero
(AGI) - Roma, 7 apr. - Dario Franceschini, segretario del Partito Democratico sollecita l'esecutivo ad accettare gli aiuti internazionali. "La linea scelta dal PD di fronte al dramma dell'Abruzzo e' doverosa - afferma Franceschini - di fronte all'emergenza non ci deve essere nessuna polemica, perche' e' il momento di unire tutte le forze del Paese. E ancora una volta, come dimostra il lavoro straordinario degli uomini della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco, di tutte le forze dell'ordine e dei volontari, l'Italia sta dimostrando che nelle situazioni piu' difficili da' il meglio di se'. E' importante che il Paese sia unito, perche' ci sono ancora delle vite da salvare sotto le macerie, ci sono persone che hanno perso la casa e che hanno bisogno di un tetto, di viveri, di assistenza medica". "Il governo pero' - prosegue Franceschini - valuti con attenzione se non sia urgente accettare le offerte di aiuto che provengono da altri Paesi, che si sono detti pronti a mettere a disposizione le loro strutture di Protezione civile. Non ci sarebbe niente di male: anche l'Italia, in passato, ha mandato i propri uomini a fronteggiare l'emergenza per il terremoto in Turchia, per gli incendi in Spagna, per le alluvioni in Germania. Nel frattempo, come abbiamo annunciato ieri, il PD ha offerto alle Protezioni Civili regionali le proprie strutture e i propri volontari. Gia' da adesso quindici cucine da campo, utilizzate in occasione delle feste del partito in Umbria, Toscana ed Emilia, sono pronte a partire per le zone colpite dal terremoto".
lunedì 6 aprile 2009
Antonio Di Pietro: Il giorno del dolore
Oggi e' soltanto il giorno del dolore, della solidarieta' e anche della vicinanza umana e politica verso le istituzioni, Governo compreso, che si stanno prodigando per venire incontro alla popolazione duramente colpita dal sisma.
Esprimo la mia solidarietà ai cittadini abruzzesi, in particolare a quelli aquilani, che oggi vivono un’altra giornata drammatica della loro storia. Questa terra è ad alta attività sismica, come ce ne sono molte in Italia, e non è nuova a questi sconvolgimenti. Dopo il terribile terremoto del 1915, ad Avezzano, di 11.000 abitanti ne sopravvissero solo 300. Ma l’Abruzzo ha le spalle larghe e si rialzerà velocemente, seppur nel dolore.
In Italia “ambasciator porta pena”, anzi rappresenta egli stesso la pena. Se denunci sei denigrato, sospeso, denunciato a tua volta e, come avviene negli Stati a diritto compromesso, ne paghi le conseguenze. E’ accaduto a Giampaolo Giuliani, fisico e tecnico presso il laboratorio nazionale del Gran Sasso.
Quella che è accaduta a L’Aquila è una tragedia che poteva essere contenuta. Giampaolo Giuliani, che aveva preannunciato questo disastro, è stato denunciato per procurato allarme. Sarebbe stato il caso di verificarne accuratamente la segnalazione, attivando le precauzioni necessarie per evitare l’irreparabile o, comunque, contenerne le conseguenze.
L’Italia, come tutti sanno, è un Paese ad altissima attività sismica. Tra gli edifici crollati in Abruzzo ci sono anche scuole, diversi palazzi pubblici ed una casa dello studente. Mi domando che senso abbia investire nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina, esso stesso in zona ad alto rischio sismico, o discutere sulla costruzione di centrali nucleari sicure, se non si riescono neppure a garantire i requisiti antisismici nelle abitazioni. Mi chiedo se, invece di bruciare soldi in inutili opere faraoniche, non sia il caso di restituire i fondi sottratti ai comuni affinché riescano a gestire la manutenzione, il restauro e la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private esistenti.
Ma di tutto questo ne parleremo nei prossimi giorni. Oggi, ribadisco, è il giorno del dolore e della solidarietà.
Fonte: www.antoniodipietro.com
Esprimo la mia solidarietà ai cittadini abruzzesi, in particolare a quelli aquilani, che oggi vivono un’altra giornata drammatica della loro storia. Questa terra è ad alta attività sismica, come ce ne sono molte in Italia, e non è nuova a questi sconvolgimenti. Dopo il terribile terremoto del 1915, ad Avezzano, di 11.000 abitanti ne sopravvissero solo 300. Ma l’Abruzzo ha le spalle larghe e si rialzerà velocemente, seppur nel dolore.
In Italia “ambasciator porta pena”, anzi rappresenta egli stesso la pena. Se denunci sei denigrato, sospeso, denunciato a tua volta e, come avviene negli Stati a diritto compromesso, ne paghi le conseguenze. E’ accaduto a Giampaolo Giuliani, fisico e tecnico presso il laboratorio nazionale del Gran Sasso.
Quella che è accaduta a L’Aquila è una tragedia che poteva essere contenuta. Giampaolo Giuliani, che aveva preannunciato questo disastro, è stato denunciato per procurato allarme. Sarebbe stato il caso di verificarne accuratamente la segnalazione, attivando le precauzioni necessarie per evitare l’irreparabile o, comunque, contenerne le conseguenze.
L’Italia, come tutti sanno, è un Paese ad altissima attività sismica. Tra gli edifici crollati in Abruzzo ci sono anche scuole, diversi palazzi pubblici ed una casa dello studente. Mi domando che senso abbia investire nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina, esso stesso in zona ad alto rischio sismico, o discutere sulla costruzione di centrali nucleari sicure, se non si riescono neppure a garantire i requisiti antisismici nelle abitazioni. Mi chiedo se, invece di bruciare soldi in inutili opere faraoniche, non sia il caso di restituire i fondi sottratti ai comuni affinché riescano a gestire la manutenzione, il restauro e la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private esistenti.
Ma di tutto questo ne parleremo nei prossimi giorni. Oggi, ribadisco, è il giorno del dolore e della solidarietà.
Fonte: www.antoniodipietro.com
Iniziative per le vittime del terremoto
Per sostenere gli interventi in corso (causale "Terremoto Abruzzo") si possono inviare offerte a Caritas italiana tramite il conto corrente postale 347013 o tramite Unicredit Banca Roma (Iban IT38 K03002 05206 000401120727). Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui: Intesa Sanpaolo (filiale di via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012), Allianz Bank (filiale di via San Claudio 82, Roma - Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097), Banca Popolare Etica (filiale di via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113) e CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana (06 66177001). Da stamattina è attivo uno speciale nella home-page del sito www.partitodemocratico.it
Sito ufficiale della Caritas:
sabato 4 aprile 2009
PD CON I LAVORATORI
Roma, 4 apr. - (Adnkronos) - Il posto del Pd è in piazza tra i lavoratori. Dario Franceschini lo ribadisce nel corso della manifestazione indetta dalla Cgil a Roma contro le politiche del governo sulla crisi economica. Ma il segretario democratico lancia anche un monito: in piazza sì, ma i sindacati devono trovare la forza per marciare uniti. Per il segretario del Pd "è doveroso essere a fianco dei lavoratori, di coloro che hanno paura di perdere il posto di lavoro, dei pensionati".
giovedì 2 aprile 2009
FESTIVAL DELLA CITTADINANZA
Domani a Padova l'iniziativa del Laboratorio educativo permanente(Acli, Agesci, Azione Cattolica, Cisl, Csi, Fict, Cor e Fondazione Exodus)
Migliaia di ragazzi in piazza per abbracciare una città. Giovani e adulti insieme per formare un grande abbraccio, per dire che «vince quello che unisce e non quello che divide», per segnare con «un gesto di festa e responsabilità» il rapporto con la città.
E' la prima volta in Italia e succede a Padova domani, 3 aprile, all'interno del Festival della Cittadinanza. L'iniziativa è promossa dal Laboratorio Educativo Permanente - formato da Acli, Agesci, Azione Cattolica, Cisl, Csi, Fict, Cor e Fondazione Exodus - e vede la partecipazione degli Istituti Scolastici e dell'Agorà dei giovani di Padova. Attesi 4000 ragazzi.
Tre meeting point nel centro della città raccoglieranno i partecipanti a partire dalle 18 del pomeriggio in Piazza Garibaldi, Piazza dei Signori (Gran Guardia), Via VIII Febbraio (davanti al Municipio). Il suono delle trombe marcherà il perimetro fino allo squillo finale. L'evento proseguirà in Piazza dei Signori con momenti di animazione e soprattutto musica a cura dei ragazzi delle scuole e di gruppi giovanili. L'iniziativa ha il Patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il Laboratorio educativo permanente (LEP) è una rete di organizzazioni impegnate nell'educazione extra-scolastica dei ragazzi e dei giovani. Nato nel dicembre 2007, dopo un percorso di alcuni anni, promuove iniziative e riflessioni finalizzate a sottolineare la priorità del tema educativo. Sono componenti del LEP: Acli, Agesci, Azione Cattolica, Cisl, Centro Sportivo Italiano, Federazione Comunità Terapeutiche, Federazione Oratori Milanesi, Centro Oratori Romani, Fondazione Exodus.
Informazioni: www.festivaldellacittadinanza.it
E' la prima volta in Italia e succede a Padova domani, 3 aprile, all'interno del Festival della Cittadinanza. L'iniziativa è promossa dal Laboratorio Educativo Permanente - formato da Acli, Agesci, Azione Cattolica, Cisl, Csi, Fict, Cor e Fondazione Exodus - e vede la partecipazione degli Istituti Scolastici e dell'Agorà dei giovani di Padova. Attesi 4000 ragazzi.
Tre meeting point nel centro della città raccoglieranno i partecipanti a partire dalle 18 del pomeriggio in Piazza Garibaldi, Piazza dei Signori (Gran Guardia), Via VIII Febbraio (davanti al Municipio). Il suono delle trombe marcherà il perimetro fino allo squillo finale. L'evento proseguirà in Piazza dei Signori con momenti di animazione e soprattutto musica a cura dei ragazzi delle scuole e di gruppi giovanili. L'iniziativa ha il Patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il Laboratorio educativo permanente (LEP) è una rete di organizzazioni impegnate nell'educazione extra-scolastica dei ragazzi e dei giovani. Nato nel dicembre 2007, dopo un percorso di alcuni anni, promuove iniziative e riflessioni finalizzate a sottolineare la priorità del tema educativo. Sono componenti del LEP: Acli, Agesci, Azione Cattolica, Cisl, Centro Sportivo Italiano, Federazione Comunità Terapeutiche, Federazione Oratori Milanesi, Centro Oratori Romani, Fondazione Exodus.
Informazioni: www.festivaldellacittadinanza.it
VOLONTARIATO ALL'ESTERO
150 POSTI NEI CAMPI ESTIVI DELLE ACLI
Il 10 aprile la scadenza delle iscrizioni per Africa, America Latina e Medio-Oriente. Il 5 giugno per i Balcani
Roma, 1 aprile 2009 - Sono aperte le iscrizioni ai campi di volontariato estivo all'estero organizzati da Ipsia, l'organizzazione non governativa delle Acli, che lavora da 25 anni nel campo della cooperazione del volontariato internazionale. Per la prossima estate sono 150 i posti a disposizione per i campi estivi di animazione, lavoro e conoscenza in Africa, America Latina, Medio-Oriente e Balcani.
I campi nei Balcani - in tutto 15 tra Bosnia, Kosovo e Albania - avranno durata di 2 settimane e saranno campi di animazione giovanile e animazione sportiva, in collaborazione con l'Unione sportiva Acli. In Brasile (Salvador de Bahia e Recife), Argentina (Santiago dell'Espero), Kenya (Meru), Mozambico (Inhassoro) e Palestina (Betlemme), le attività di animazione e condivisione del lavoro dureranno circa 2 settimane, seguite da una settimana di "turismo responsabile", che avrà l'obiettivo di stimolare una conoscenza più profonda e più consapevole del paese e delle popolazioni.
Le iscrizioni termineranno il 10 aprile per i campi in Africa, America Latina e Medio-Oriente e il 5 giugno per i Balcani.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare i siti: www.ipsia.acli.it
Il 10 aprile la scadenza delle iscrizioni per Africa, America Latina e Medio-Oriente. Il 5 giugno per i Balcani
Roma, 1 aprile 2009 - Sono aperte le iscrizioni ai campi di volontariato estivo all'estero organizzati da Ipsia, l'organizzazione non governativa delle Acli, che lavora da 25 anni nel campo della cooperazione del volontariato internazionale. Per la prossima estate sono 150 i posti a disposizione per i campi estivi di animazione, lavoro e conoscenza in Africa, America Latina, Medio-Oriente e Balcani.
I campi nei Balcani - in tutto 15 tra Bosnia, Kosovo e Albania - avranno durata di 2 settimane e saranno campi di animazione giovanile e animazione sportiva, in collaborazione con l'Unione sportiva Acli. In Brasile (Salvador de Bahia e Recife), Argentina (Santiago dell'Espero), Kenya (Meru), Mozambico (Inhassoro) e Palestina (Betlemme), le attività di animazione e condivisione del lavoro dureranno circa 2 settimane, seguite da una settimana di "turismo responsabile", che avrà l'obiettivo di stimolare una conoscenza più profonda e più consapevole del paese e delle popolazioni.
Le iscrizioni termineranno il 10 aprile per i campi in Africa, America Latina e Medio-Oriente e il 5 giugno per i Balcani.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare i siti: www.ipsia.acli.it
mercoledì 1 aprile 2009
Scuola: Proposte del Partito Democratico
“Il governo dovrebbe bloccare il licenziamento di 132.000 precari della scuola, reintroduca il tempo pieno, e dia il via libera alla ristrutturazione edilizia delle scuole italiane”. Queste sono state le proposte lanciate dal segretario del Pd, Dario Franceschini, al termine di un incontro con le associazioni degli studenti, degli insegnanti, dei presidi e dei genitori.La politica dei tagli indiscriminati portata avanti dall'esecutivo non condurrà a nessun risultato positivo. “Ieri Berlusconi si è accorto - ha dichiarato Franceschini - che nei prossimi due anni si perderanno 20 milioni di posti di lavoro nei paesi Ocse, ma non si è accorto che già quest'anno 370.000 lavoratori italiani lo hanno perso, senza pensare ai precari che perdendo il lavoro passeranno a reddito zero. L'espulsione dei precari dal mondo della scuola “si tradurrà nell'attuazione della riforma Gelmini con il suo taglio al tempo pieno, e cioè 'un servizio per le famiglie. Alcune famiglie hanno le spalle larghe e possono affrontare queste nuove difficoltà, per esempio possono pagare la baby-sitter per accudire il pomeriggio i bambini; ma altre non hanno queste spalle. Che senso ha eliminare il tempo pieno".Infine l'edilizia scolastica. “Ha senso – ha continuato Franceschini - che mentre si parla di un piano per l'edilizia delle case per rilanciare l'economia, il governo non permetta di allentare il Patto di stabilita' interno? Comuni e Province hanno i soldi in cassa e li potrebbero spendere se il governo glielo permettesse”.“Il governo ci dica tre sì - ha concluso il leader del Pd - non può rispondere sempre di no. Rinunci all'abrogazione del tempo pieno. Se lo farà noi saremo pronti a confrontarci sui problemi della scuola; se non lo farà troveranno davanti un muro da parte nostra insieme e a fianco del mondo della scuola”.Ma le proposte del Pd non si fermano qui. Il ha presentato una petizione popolare allo scopo di realizzare una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio; una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno, capace di educare al rispetto e alla responsabilità e di rendere effettivo il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito per tutti e per ciascuno. Una scuola più sicura e qualificata per allievi, insegnanti, dirigenti e personale ATA, con adeguate risorse finanziarie e di personale, con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e con interventi per la sicurezza, la funzionalità e il decoro delle strutture scolastiche.
Emergenze da risolvere in tempi brevi:
- Soddisfare tutte le richieste delle famiglie sul tempo scuola (tempo pieno, modulo a 30 ore, tempo prolungato), sulla scuola dell’infanzia e sulla qualità della didattica, rafforzare il patto educativo scuola-famiglie;
- Assegnare risorse adeguate alle scuole, per il loro funzionamento e l’offerta formativa;Bloccare l’espulsione di 87.341 docenti e 44.500 ATA precari, a partire da quest’anno scolastico;
- Attuare un piano straordinario nazionale per la messa a norma degli edifici scolastici, per il risparmio energetico, per laboratori e attrezzature didattiche, anche con la riduzione dei vincoli del “patto di stabilità” che blocca gli investimenti degli enti locali e lo snellimento delle procedure amministrative;
- Evitare la chiusura delle piccole scuole (montagna, isole minori), laddove costituiscono presidio pubblico insostituibile per l’educazione dei bambini e per la comunità
- Soddisfare tutte le richieste delle famiglie sul tempo scuola (tempo pieno, modulo a 30 ore, tempo prolungato), sulla scuola dell’infanzia e sulla qualità della didattica, rafforzare il patto educativo scuola-famiglie;
- Assegnare risorse adeguate alle scuole, per il loro funzionamento e l’offerta formativa;Bloccare l’espulsione di 87.341 docenti e 44.500 ATA precari, a partire da quest’anno scolastico;
- Attuare un piano straordinario nazionale per la messa a norma degli edifici scolastici, per il risparmio energetico, per laboratori e attrezzature didattiche, anche con la riduzione dei vincoli del “patto di stabilità” che blocca gli investimenti degli enti locali e lo snellimento delle procedure amministrative;
- Evitare la chiusura delle piccole scuole (montagna, isole minori), laddove costituiscono presidio pubblico insostituibile per l’educazione dei bambini e per la comunità
Per risolvere queste emergenze il Pd chiede l’immediata cancellazione:
- dei tagli di 8 miliardi di euro e di 132.000 lavoratori della scuola attuati dal Governo Berlusconi con la “finanziaria estiva”;
- del piano programmatico e dei regolamenti attuativi della finanziaria estiva relativi alla scuola elementare e media, nonché alla chiusura delle scuole;
- del maestro unico, dell’orario a 24 ore settimanali e dell’abolizione delle compresenze dei docenti nella scuola elementare.
- dei tagli di 8 miliardi di euro e di 132.000 lavoratori della scuola attuati dal Governo Berlusconi con la “finanziaria estiva”;
- del piano programmatico e dei regolamenti attuativi della finanziaria estiva relativi alla scuola elementare e media, nonché alla chiusura delle scuole;
- del maestro unico, dell’orario a 24 ore settimanali e dell’abolizione delle compresenze dei docenti nella scuola elementare.
Otto le proposte per migliorare la scuola:
1) Mettere gli studenti al primo posto. Diritto allo studio e successo scolastico. Finanziare, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, un piano nazionale straordinario per assicurare borse di studio, libri gratuiti per i dieci anni dell’obbligo, mense e trasporti; per garantire il successo scolastico dei bambini disabili e svantaggiati, e la piena integrazione dei bambini immigrati; per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico.
2) Piano straordinario di aggiornamento dei docenti. Realizzare un piano di formazione in servizio, partendo dalla scuola media e dal biennio dell’obbligo, con priorità per la matematica, le discipline scientifiche e linguistiche.
3)Valutazione delle scuolee dei docenti. Attivare un sistema di valutazione, gestito da una “autorità esterna”, riguardante docenti e dirigenti scolastici e relativo al funzionamento delle scuole e ai risultati di apprendimento conseguiti dai ragazzi, in termini di crescita relativa, al fine di individuare e diffondere le migliori esperienze e di incentivarle, e di sostenere le situazioni di svantaggio.
4) Personale certo e stabile. Assegnare un numero certo e stabile di insegnanti e di ATA (organico funzionale) alle scuole sulla base di criteri oggettivi, in modo da garantire continuità didattica e autonomia, per realizzare un piano dell’offerta formativa (POF) di qualità, nel rispetto delle norme nazionali.
5) Sperimentazione per il miglior utilizzo delle risorse. Avviare, d’intesa con le Regioni, da subito sperimentazioni in varie province, come già stabilito dalla Finanziaria Prodi 2008,per migliorare l’efficacia e l’efficienza della spesa per l’istruzione, lasciando le risorse risparmiate ai territori e alle scuole che le hanno realizzate, premiando così le realtà più virtuose.
6) Riforma della scuola superiore e obbligo di istruzione a 16 anni.Avanzare una proposta di riforma partecipata della scuola superiore, che valorizzi i saperi tecnici e scientifici, porti a sistema il meglio delle sperimentazioni realizzate nelle scuole superiori, e mantenga l’unitarietà del sistema, inclusi gli istituti professionali di Stato. Deve essere garantito e reso effettivo, secondo la normativa approvata dal Governo Prodi, l’obbligo di istruzione a 16 anni.
7) Apprendimento per tutta la vita. Riconoscere l’apprendimento per tutta la vita come diritto di ogni cittadino; pertanto, devono essere potenziati il raccordo scuola-università, i centri territoriali per l’educazione degli adulti, la formazione professionale e le università degli adulti e della terza età.
8) Stabilizzazione e indennità di disoccupazione per i precari. Stabilizzare 50.000 docenti e 10.000 ATA, in attuazione del piano di assunzioni della Finanziaria Prodi 2007 e prorogare tale piano per altre due annualità. Attribuire un’indennità di disoccupazione per due anni (pari al 60% della retribuzione nel primo anno e al 50% nel secondo) ai precari, il cui contratto non possa essere assolutamente rinnovato, che hanno lavorato per almeno 180 giorni in questo anno scolastico.
1) Mettere gli studenti al primo posto. Diritto allo studio e successo scolastico. Finanziare, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, un piano nazionale straordinario per assicurare borse di studio, libri gratuiti per i dieci anni dell’obbligo, mense e trasporti; per garantire il successo scolastico dei bambini disabili e svantaggiati, e la piena integrazione dei bambini immigrati; per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico.
2) Piano straordinario di aggiornamento dei docenti. Realizzare un piano di formazione in servizio, partendo dalla scuola media e dal biennio dell’obbligo, con priorità per la matematica, le discipline scientifiche e linguistiche.
3)Valutazione delle scuolee dei docenti. Attivare un sistema di valutazione, gestito da una “autorità esterna”, riguardante docenti e dirigenti scolastici e relativo al funzionamento delle scuole e ai risultati di apprendimento conseguiti dai ragazzi, in termini di crescita relativa, al fine di individuare e diffondere le migliori esperienze e di incentivarle, e di sostenere le situazioni di svantaggio.
4) Personale certo e stabile. Assegnare un numero certo e stabile di insegnanti e di ATA (organico funzionale) alle scuole sulla base di criteri oggettivi, in modo da garantire continuità didattica e autonomia, per realizzare un piano dell’offerta formativa (POF) di qualità, nel rispetto delle norme nazionali.
5) Sperimentazione per il miglior utilizzo delle risorse. Avviare, d’intesa con le Regioni, da subito sperimentazioni in varie province, come già stabilito dalla Finanziaria Prodi 2008,per migliorare l’efficacia e l’efficienza della spesa per l’istruzione, lasciando le risorse risparmiate ai territori e alle scuole che le hanno realizzate, premiando così le realtà più virtuose.
6) Riforma della scuola superiore e obbligo di istruzione a 16 anni.Avanzare una proposta di riforma partecipata della scuola superiore, che valorizzi i saperi tecnici e scientifici, porti a sistema il meglio delle sperimentazioni realizzate nelle scuole superiori, e mantenga l’unitarietà del sistema, inclusi gli istituti professionali di Stato. Deve essere garantito e reso effettivo, secondo la normativa approvata dal Governo Prodi, l’obbligo di istruzione a 16 anni.
7) Apprendimento per tutta la vita. Riconoscere l’apprendimento per tutta la vita come diritto di ogni cittadino; pertanto, devono essere potenziati il raccordo scuola-università, i centri territoriali per l’educazione degli adulti, la formazione professionale e le università degli adulti e della terza età.
8) Stabilizzazione e indennità di disoccupazione per i precari. Stabilizzare 50.000 docenti e 10.000 ATA, in attuazione del piano di assunzioni della Finanziaria Prodi 2007 e prorogare tale piano per altre due annualità. Attribuire un’indennità di disoccupazione per due anni (pari al 60% della retribuzione nel primo anno e al 50% nel secondo) ai precari, il cui contratto non possa essere assolutamente rinnovato, che hanno lavorato per almeno 180 giorni in questo anno scolastico.
A.Dra
(Fonte: www.partitodemocratico.it)
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