giovedì 10 luglio 2008

Abboniamoci tutti a Famiglia Cristiana!!!

UN CONSIGLIO A GIOVANARDI DOPO LE ASPRE CRITICHE A "FAMIGLIA" SUI ROM
Perché altri cattolici non l'avrebbero mai fatto
I politici Dc non hanno mai preso provvedimenti come quello sulle impronte dei bimbi rom perché prima di tutto erano cristiani. E poi perché erano più consapevoli dei problemi del Paese in cui vivevano.
La presa di posizione di Famiglia Cristiana contro la proposta del ministro Maroni di rilevare le impronte digitali di tutti i rom, compresi i bambini, ha suscitato molti commenti. Fra i politici, il giudizio più aspro è stato quello dell’ex democristiano ed ex Udc, oggi del Pdl, onorevole Giovanardi, che ha detto: «Dopo aver respinto con rabbia e sdegno la delirante accusa di Famiglia Cristiana di essere parte di un Governo più o meno nazista, mi chiedo che cosa abbia a che fare con la famiglia e con i cristiani questo settimanale».
Consigliamo a Giovanardi di porsi una diversa, più ragionevole e sensata domanda: «Perché in mezzo secolo nessun Governo democristiano, nessun ministro democristiano (nemmeno l’ottimo Pisanu, al Governo con Berlusconi) ha mai proposto una simile inutile scemenza?».
Governi e singoli ministri democristiani non l’hanno mai fatto innanzitutto perché, prima di essere politici, erano cristiani, consapevoli che nei loro comportamenti avrebbe dovuto contare, riguardo alla persona umana, anche allo straniero, l’insegnamento di Gesù: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo 25, 40).
Poi, non lo hanno mai fatto perché erano intelligenti e consapevoli del Paese in cui vivevano e operavano. De Gasperi prese l’Italia uscita dalla guerra in rovina, insidiata da conflitti interni aperti da minoranze etniche o di altra natura, e angustiata da problemi internazionali come quello di Trieste contesa all’Italia dalla Jugoslavia comunista, sostenuta dalle rivendicazioni dei cittadini di origine slava; oltreché dai rapporti con i Paesi europei nei quali affluivano milioni di emigranti italiani, che Roma doveva difendere senza macchiarsi a sua volta di un qualsiasi gesto razzista, verso qualunque straniero.
Erano politici che avevano conosciuto il fascismo; e avevano partecipato alla scrittura della Costituzione, che avrebbe vietato la ricostituzione del Partito fascista e ovviamente non avrebbe autorizzato nessuna deriva razzista, in ricordo di quella contro gli ebrei. Per tutti questi motivi, operando con intelligenza, trovarono le soluzioni migliori ai problemi che avevano davanti, senza prendere impronte digitali a nessuno – tranne i singoli colpevoli di reati – e gestendo la sicurezza pubblica con i sistemi di una società democratica e garantista.
E dopo, l’Italia ha vissuto momenti ben più pericolosi e angoscianti di quelli di oggi, quando ci fanno paura persino i bambini rom: il terrorismo rosso e nero, le bande di sequestratori sardi e quelle dei sanguinari rapinatori di banche, la mafia, la camorra; e, politicamente parlando, la "guerra fredda". Ebbene, nemmeno in momenti molto drammatici, a nessun democristiano al potere è mai venuto in mente quello che è venuto in mente a Maroni.
Infine, Famiglia Cristiana nasce nel 1931, l’anno delle maggiori, più violente pressioni del fascismo sul mondo cattolico per giungere a egemonizzare l’educazione dei giovani. Don Alberione risponde fondando una rivista "per le madri e le figlie", che tenga saldo il fronte educativo cristiano. Nella primavera del 1943, dopo la tragedia del nostro Corpo militare in Russia, il prefetto di Cuneo proibisce la pubblicazione della rivista, perché riporta lettere dolorose di famiglie che hanno perso i figli in quella tragica avventura. Come si può immaginare che nel Dna di questo settimanale non ci sia, fin dall’origine, un naturale rifiuto di tutto quello che, magari inconsapevolmente, sa di fascismo?
Beppe Del Colle
(Editoriale tratto da Famiglia Cristiana, n°28 - Anno 2008)

Nessun commento: