Fa infatti un certo effetto sentir parlare di "emergenza informativa" dopo l'ennesimo nulla di fatto in merito all'elezione del presidente della Commissione di vigilanza Rai, che consuetudine democratica vuole essere indicato dall'opposizione (nell'ultimo governo Prodi fu Landolfi di An); così come non ci si attendeva certo la partecipazione di Bruno Tabacci, che invitato a prendere la parola dal presidente di Articolo 21, Beppe Giulietti, non esita a far sapere di "aver aderito volentieri all'iniziativa". Il motivo è presto spiegato: "Da qualche anno sostengo la tesi dell'apertura del mercato televisivo, privatizzando una rete Rai, in maniera da far saltare il tetto pubblicitario. Vale a dire l'unico modo per aprire veramente il mercato televisivo nel nostro paese, palesemente vittima di un duopolio ossificato".
Tabacci si sofferma poi sul caso Saccà, argomento scottante di cui Beppe Giulietti spiega bene l'incongruità di fondo: "Invece di soffermarsi sulle intercettazioni da gossip, come in molti hanno fatto, in pochi si sono invece chiesti come mai non siano stati presi provvedimenti nei confronti di un dipendente pubblico che apertamente discute delle strategie editoriali dell'azienda Rai con il proprietario delle reti Mediaset, il polo privato che tra l'altro controlla oltre il 60% del flusso pubblicitario nazionale". E ai cronisti presenti, Giulietti tiene a precisare che "per la prima volta è tutta l'opposizione che compatta si esprime riguardo un intesa istituzionale da rispettare". Il riferimento è naturalmente alla mancata elezione di Orlando, del quale Giulietti tende a precisare: "Dopo i gesti di Bossi e le parole di Gasparri, che sia proprio quest'ultimo a discutere dell'affidabilità di una personalità come quella di Leoluca Orlando, vuol dire essere veramente giunti ai confini della realtà". Una teoria, questa, precedentemente espressa dallo stesso Tabacci.
Qualche minuto prima, era stato Vincenzo Vita a rendere note le sue preoccupazioni: "Non voglio stare qui a discettare di regime o non regime; ma se mettiamo in fila alcune cose, dal lodo Alfano ai tagli a scuola e università, per finire con questo ingiustificato e democraticamente pericoloso ostruzionismo sulla commissione di vigilanza Rai, cui assistiamo come fosse una cerimonia imbarazzante, ci troviamo di fronte a uno scenario politico-istituzionale a dir poco inquietante. Senza l'istituzione della Commissione -conclude Vita-, si mina dalle fondamenta il nostro sistema democratico".
Ricostruito il quadro della situazione, le iniziative proposte sono innanzi tutto due esposti l'uno rivolto al ministero delle Attività produttive e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sollecitate ad avviare le necessarie attività istruttorie e adottare i conseguenti provvedimenti di legge in merito al caso Saccà. L'altro rivolto alla Corte dei Conti, che come spiegato dall'avvocato Giovanni D'Amati, chiederà conto del mancato licenziamento del presidente di Rai Fiction, oltre che dei "due pesi e due misure", avallati in altri casi che hanno visto coinvolti dipendenti Rai: tra i più eclatanti il caso di Oliviero Beha, vincitore di quattro cause nei confronti dell'azienda, ancora in attesa di reintegro; tra i più recenti l'allontanamento ingiustificato di Loris Mazzetti, storico collaboratore di Enzo Biagi.
Nel frattempo la Commissione di vigilanza veniva nuovamente convocata alle ore 14, su decisione dei due presidenti di Camera e Senato, chiamati in causa proprio all'inizio della conferenza-stampa. Se le votazioni dovessero andare nuovamente a vuoto, si riproverà martedì e giovedì prossimi.
Inoltre è stata anche individuata la data (da confermare) di una manifestazione molto particolare. Il prossimo 22 ottobre infatti dovrebbe svolgersi una Perugia-Assisi del tutto atipica, trasferita di sana pianta, vista l'emergenza, sotto le finestre di Viale Mazzini. Ad organizzarla la Tavola della pace di Flavio Lotti, insieme naturalmente ad Articolo 21.
E le adesioni, c'è da scommetterci, non mancheranno davvero.
(Fonte: Aprile on-line)
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