mercoledì 2 luglio 2008
Veltroni-Casini a Fini: Parlamento espropriato dei diritti
ROMA - Il governo sta tentando "di espropriare di fatto il Parlamento delle sue prerogative" attraverso la presentazione della Manovra sotto forma di decreto. E' quanto scrivono, in una lettera indirizzata al presidente della Camera, Gianfranco Fini, i leader dell'Udc e del Pd, Pier Ferdinando Casini e Walter Veltroni. La lettera a Fini è firmata anche dal capogruppo del Pd, Antonello Soro e dal vicecapogruppo vicario dell'Udc, Michele Vietti. La lettera ricorda che "in questi giorni la Camera è impegnata nell'esame di un complesso di provvedimenti di grande rilievo, sia sul piano dell'ordinamento costituzionale, sia sul piano dei conti pubblici", sui quali "é fondamentale che i parlamentari possano esprimere compiutamente i loro giudizi ed esercitare responsabilmente la funzione che la Costituzione assegna loro". "Il rischio estremamente grave - sottolineano Veltroni e Casini - è che questo possa non accadere. E il motivo è nella evidente volontà del Governo di comprimere, con le procedure scelte, i tempi della discussione, fino al punto di cambiare in corsa le regole del gioco e di espropriare di fatto il Parlamento delle sue prerogative. Se si manca di rispetto al Parlamento si colpisce il primo diritto che in democrazia è dato alla minoranza: quello di veder discusse le sue ragioni. Un diritto inviolabile quanto quello del rispetto della legittimità della maggioranza". Pd e Udc chiedono pertanto a Fini "di salvaguardare in questo difficile passaggio il ruolo e la dignità del Parlamento, garantendo i tempi e le modalità necessarie ad affrontare alla Camera, come è giusto e doveroso, temi e concrete questioni che riguardano da vicino la vita di milioni di famiglie italiane". "La manovra economica del Governo di cui in queste ore si sta discutendo alla Camera - proseguono Veltroni e Casini - si configura, con i suoi ottantacinque articoli, come una vera e propria legge finanziaria, cosa peraltro riconosciuta dallo stesso Governo nel Dpef. L'opposizione da noi rappresentata ritiene che questa manovra debba essere fortemente corretta. Ritiene che non sia adeguata ad affrontare la crisi in cui versa il Paese e a rispondere alle domande ed ai bisogni degli italiani". In particolare Pd e Udc sottolineano l'aumento delle tasse dello 0,2% nel 2010, nonché i tagli alla sicurezza e alla scuola". Inoltre "mentre le spese delle famiglie aumentano, nulla viene fatto di concreto per tutelare i risparmi e il potere d'acquisto di salari e stipendi". Non lo è certo "la 'social card', finanziata per soli 200 milioni ed esclusivamente per il 2009, a fronte di maggiori entrate tributarie, con la cosiddetta 'robin tax', pari a circa 5 miliardi". "Da parte nostra, signor Presidente - proseguono Casini e Veltroni - c'é la volontà di svolgere il ruolo di opposizione che l'esito delle elezioni ci ha assegnato in un modo netto e incalzante, entrando sempre nel merito delle questioni, privilegiando il dibattito, la critica e la definizione di proposte alternative. Non saremo noi a tornare al passato, a ricadere nel clima rissoso e sterile di questi ultimi quindici anni, a guardare troppo indietro o troppo a se stessi per occuparsi delle riforme e delle scelte di innovazione necessarie al nostro Paese come l'aria che respiriamo". "Noi crediamo - si legge infine nella lettera - che esattamente di questo l'Italia abbia bisogno. Si ristabilisca dunque la giusta gerarchia delle priorità, mettendo al primo posto i problemi degli italiani, e si garantisca che su di essi si possa svolgere, nelle istituzioni e in ogni ambito politico, quel confronto aperto e approfondito che è l'unico modo per assicurare al Paese crescita ed equità sociale". (ANSA)
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