martedì 19 agosto 2008

Solidarietà al macchinista licenziato

ROMA. Prosegue la mobilitazione per ottenere il reintegro del macchinista Dante De Angelis che, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è stato licenziato dalle Ferrovie per aver parlato pubblicamente dei rischi di incidenti degli Etr. I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls) chiedono con una petizione online a Trenitalia il suo reintegro immediato, definendo il licenziamento un «attacco a tutti gli Rls d’Italia. De Angelis», sottolineano, «ha solo ricordato che i casi di spezzamento degli Eurostar a Milano il 14 e il 22 luglio sono stati incidenti molto pericolosi». La vicenda di De Angelis provoca molte reazioni politiche, e non solo a sinistra: «Il licenziamento», dice il deputato Pdl Amedeo Laboccetta, «al di là del merito della questione sul quale si auspica che la magistratura faccia pronta chiarezza, rivela che in Italia esista un’emergenza ferroviaria fatta di imperdonabili ritardi e insufficienze gestionali. Il licenziamento è una risposta grossolana a problemi seri e gravi». Prende posizione anche l’UDC Maurizio Ronconi: «Se questo dovesse essere il metro» per un licenziamento, dice, «prima di De Angelis sarebbero da licenziare tanti amministratori che non sono ancora riusciti a rendere accettabile il servizio pubblico». «Dichiarare la guerra ai macchinisti, come le Fs sembrano voler fare è atto infausto», dice Ezio Gallori, il leader storico dei Cobas dei macchinisti che ha rivelato il licenziamento, «perché il 50 per cento della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d’animo, al loro impegno. Per il segretario Pdci Diliberto, il licenziamento «è un provvedimento antisindacale che Trenitalia dovrebbe ritirare». E il vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda dice che chiedera al governo «di venire in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo nelle nostre ferrovie». De Angelis, dal canto suo, dice: «Sono responsabile per la sicurezza: penso che il mio dovere sia dire prima che ci sono dei problemi, di evitare di andare ai funerali».
(Fonte: Il Giornale di Vicenza)

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