Buon 2009!
"Veneto Popolare Blog"
(ASCA) La Chiesa di Terra Santa e i capi cristiani della regione seguono "con profonda preoccupazione e rammarico" i combattimenti che stanno insanguinando la Striscia di Gaza. In una Dichiarazione comune firmata oggi e di cui sono stati riportati alcuni stralci dalla Radio Vaticana, i tre Patriarchi: latino mons.Fouad Twal, greco-ortodosso Teofilo III e armeno Torkom II esprimono il loro "profondo dolore per il nuovo ciclo di violenza tra israeliani e palestinesi e la continua mancanza di pace nella nostra Terra Santa", invitando le parti in causa ad "astenersi da tutti gli atti di violenza" e in particolare le varie fazioni palestinesi a difendere il proprio popolo al di là degli interessi di parte. I Patriarchi invitano inoltre la comunità internazionale "a intervenire immediatamente" per "arrestare lo spargimento di sangue" e favorire una soluzione del conflitto "basata su risoluzioni internazionali".Secondo p. Pier Battista Pizzaballa, Custode di Terrasanta, anche se in Cisgiordania "siamo relativamente lontani da quanto sta accadendo" e "le bombe non le vediamo e non le sentiamo", c'è però "in tutta la popolazione civile, soprattutto nella popolazione araba palestinese, una grande rabbia e frustrazione".
"ESUBERANTI": DEDICATA AI LAVORATORI A RISCHIO L'ULTIMA COPERTINA DELL'ANNO DI AESSE, LA RIVISTA DELLE ACLI
Gaza: Il Presidente delle Acli da Betlemme, «Bombardamenti indifferenziati». Appello accorato al cessate il fuoco: «Qualcuno non vuole la pace...»
Bersani: "Alternativa a Veltroni? Non mi sottraggo"
L'arcivescovo di Milano costituisce un Fondo famiglia-lavoro per venire incontro a chi, nella crisi finanziaria ed economica sta perdendo il posto di lavoro. Il primo stanziamento è di un milione di euro attinti dall'otto per mille destinato alle opere di carità e dalle offerte pervenute in questi giorni. Tettamanzi sottolinea come la decisione nasca "da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali". E raccoglie il plauso delle istituzioni lombarde pure impegnate in propri piani a sostegno delle famiglie e delle imprese in difficoltà.
(AGI) - Milano, 26 dic. - "La crisi impone a tutti di rivedere le priorità e le scelte di spesa. L'ha fatto la Diocesi di Milano e l'ha fatto anche la Provincia, stanziando 25 milioni di euro. Gli obiettivi sono identici a quelli annunciati dal cardinale Tettamanzi: sostenere famiglia e lavoro". Con queste parole Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano, commenta la decisione dell'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, di creare un fondo da un milione di euro per aiutare le persone che hanno perso il lavoro in seguito alla crisi economica. "Dal cardinale - continua Penati - nella notte di Natale, è venuto un prezioso impegno perché da Milano prenda vita una forte spinta per aiutare le famiglie a uscire dalla crisi. Una crisi di cui ancora non si conosco tutti gli effetti, ma per la sua ampiezza paragonata a quella del '29". "Sono molte le famiglie che cercano un sostegno. Il numero verde 800.133.300 attivato dalla Provincia di Milano per chiedere informazioni sul finanziamento di 25 milioni di euro è letteralmente preso d'assalto. Ogni giorno infatti arrivano oltre 350 chiamate per avere informazioni sugli interventi a sostegno delle famiglie, che potranno presentare la domanda per ricevere il finanziamento a partire dal 15 gennaio 2009".
Finalmente la sinistra milanese ha trovato il suo leader: Dionigi Tettamanzi. L'uomo giusto è nella diocesi del capoluogo lombardo. Ha ragione Dario Fo quando dice che il cardinale Tettamanzi è l'erede di Sant'Ambrogio, l'unico in grado di rispondere ai bisogni dei diseredati. Mentre nelle aule della politica si discute di tutt'altro e ci si azzuffa per spartirsi la torta del potere e dei denari. Quello del cardinale è un segnale concreto: un piano di aiuti di un milione di euro in favore degli indigenti che travalica l'aspetto meramente economico e che diventa simbolo ed esempio da seguire.
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "La decisione del cardinale Dionigi Tettamanzi, in favore delle persone che perdono il lavoro in questa fase di pesante crisi economica, testimonia la determinazione e la concretezza della chiesa ambrosiana nello stare vicino all'umanità e specialmente all'umanità bisognosa di solidarietà e aiuto. Ma richiama anche la politica a parlare meno di sé stessa e a occuparsi di più della sua intrinseca missione, ovvero la risoluzione dei problemi che la popolazione incontra quotidianamente". Lo afferma il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei.
Per il premio Nobel Tettamanzi risponde ai bisogni dei più poveri seguendo l'insegnamento di Ambrogio al di fuori di ogni logica di potere
Un milione di euro per integrare il reddito dei disoccupati, dei cassintegrati e dei lavoratori per i quali si profila il licenziamento. E’ il fondo, annunciato dall’arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi durante la Messa di Natale, per aiutare le famiglie dell’arcidiocesi ambrosiana, la più grande del mondo. Si tratta di un territorio molto colpito dalla crisi economica, con 180 mila persone che rischiano di perdere il posto di lavoro. “Il Natale – ha detto il porporato - ci chiama ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà”. Ad uno slancio che possa poi essere seguito anche da altre iniziative, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco lo stesso cardinale Dionigi Tettamanzi: R. – In occasione di questo Natale, ho voluto – in rapporto alla crisi finanziaria ed economica che si sta profilando e sta ricadendo in particolare sulle famiglie, anche da noi, anche a Milano – ho voluto scegliere come campo di riferimento il campo delle famiglie, in particolare di quelle famiglie nelle quali un membro finisce per perdere il posto di lavoro. Questo fondo è come un “la” che vorrebbe poi dar vita ad un concerto che coinvolge la responsabilità di ciascuno e la responsabilità di tutte le comunità parrocchiali della diocesi e degli uomini di buona volontà. Proprio per promuovere questa sinfonia solidale, oltre allo stanziamento del fondo sono previste, eminenza, altre iniziative per rispondere all’avanzata della crisi economica? E’ chiaro che le possibilità o le responsabilità per venire incontro alle situazioni di povertà sono davvero numerose, sto pensando alle Caritas, alle Acli … Però tutto questo evidentemente è uno scenario che è chiamato ad aprirsi il più possibile e a fare riferimento, davvero, a tutte le risorse che sono in gioco: quindi le istituzioni amministrative, gli industriali, tutte quelle persone che in un modo o in un altro hanno davvero la possibilità di sapere offrire, proprio per venire incontro alle situazioni di povertà. In questo senso, l’appello mio vuole essere un appello a ritornare ad una santa sobrietà che io chiamo “questione di giustizia” prima ancora che questione di virtù. A quale rivoluzione interiore dobbiamo allora affidarci per riscoprire in questo tempo la via della sobrietà? Il riferimento è a Gesù Cristo. A Gesù Cristo che crea dei legami profondi tra di noi proprio grazie alla sua presenza nell’Eucaristia. La rivoluzione interiore è data appunto dalla imitazione di Cristo, dalla partecipazione al suo amore, che è un amore che riceve dal Padre e come tale si vuole rendere visibile e concreto presso tutti gli uomini. Nel messaggio natalizio, il Santo Padre ha auspicato che il Natale possa essere occasione di più grande solidarietà tra le famiglie. Come far crescere ancor di più in Italia e in tutti gli ambiti anche della vita sociale e politica, il seme della solidarietà? La Chiesa vede la famiglia come piccola espressione di se stessa, nello stesso tempo come cellula fondamentale della società, sicché il valore di solidarietà come valore fondamentale della vita di relazione e dunque della vita della società, trova il suo germe e la sua forza di crescita decisamente nello stile di vita che le famiglie sanno avere e in particolare al quale sanno educare i loro figli. Quali luci servono oggi per rischiarare quella che il Papa ha definito “la cara nazione italiana”? Il recupero di ciò che è tipico della nostra nazione, ossia le sue radici tipicamente cristiane; un recupero che significa trovare proprio in queste radici l’energia, il dinamismo, la voglia di farle fiorire e maturare nei gesti di un’autentica fraternità, che esprime il rispetto di ogni essere umano e pertanto dare la possibilità ad ogni vita di svilupparsi secondo quei talenti, quelle responsabilità che Dio Creatore e Padre mette nel cuore di ogni uomo e ogni donna. A proposito di rispetto, di accoglienza, questi ultimi due giorni sono stati segnati in Italia dallo sbarco a Lampedusa di oltre mille immigrati e dal rogo in una baracca ad Ostia costato la vita ad una madre e al suo piccolo. Cosa si può e si deve fare? Occorre richiamare alla coscienza di ciascuno che un qualche cosa può essere fatto, magari di piccolo, di piccolissimo, ma ciò che può essere fatto da ciascuno di noi non può essere delegato ad altri, non può essere trasferito alla responsabilità delle istituzioni. Cominciando a camminare su questa strada così personale ma anche così coinvolgente ed esigente, io penso che non sarà difficile poi dar vita ad una rete di solidarietà e quindi dar vita ad un impegno anche delle istituzioni pubbliche perché non soltanto a livello nazionale problemi così grossi possano essere insieme affrontati e, proprio per questo, anche risolti. Eminenza, come giudica il 2008 e cosa si augura per il prossimo anno? Iniziamo l’anno nuovo sempre ricordando la benedizione di Dio sui popoli: la benedizione di Dio è come una carezza che non manca mai. E allora, io non so se il 2008 sia migliore dell’anno che inizieremo tra pochi giorni; l’augurio mio è che questa carezza sia sentita come una realtà viva, presente. Quindi è l’augurio che rinasca la fede e con la fede la consapevolezza, lucida e gioiosa, che non siamo soli, che non siamo abbandonati ma siamo sempre presi per mano e accompagnati su quel cammino che conduce tutti e ciascuno di noi a quella meta di felicità piena che noi possiamo trovare soltanto nel cuore paterno di Dio.
Città del Vaticano, 26 dic. (Ign) - "Siano liberate quanto prima le suore rapite in Kenya". E' questo l'appello che papa Benedetto XVI lancia al termine dell'Angelus in San Pietro, nel giorno di Santo Stefano. Un invito esteso anche a tutti gli altri sequestrati del mondo "sia per motivi politici che per altri motivi" in America Latina, così come in Medio Oriente e in Africa e "di cui non sempre si ha chiara notizia". Il Pontefice ha sottolineato come nel periodo natalizio si avverta "più forte la preoccupazione per quanti si trovano in situazioni di sofferenza e di grave difficoltà". Da qui, dunque, il pensiero di Ratzinger alle due sorelle Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, sequestrate il 10 novembre scorso da un gruppo armato a El Wak, nel nord del Kenya, poi trasferite in Somalia. "Vorrei che in questo momento - ha aggiunto il Benedetto XVI - sentissero la solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa. Il Signore, che nascendo è venuto a farci dono del suo amore, tocchi il cuore dei rapitori e conceda quanto prima a queste nostre sorelle di essere liberate per poter riprendere il loro disinteressato servizio ai fratelli più poveri".Inoltre, Benedetto XVI ha invitato "tutti a pregare, senza dimenticare i numerosi sequestri di persone in altre parti del mondo". Una "solidale" preghiera "sia in questo momento per tutti loro di intimo, spirituale aiuto".
(IRIS) - CITTA' DEL VATICANO, 20 DIC - "Cari ragazzi, voi potete pregare il Signore perché cambi il cuore dei costruttori di armi, faccia rinsavire i terroristi, converta il cuore di chi pensa sempre alla guerra e aiuti l'umanità a costruire un futuro migliore per tutti i bambini del mondo". E' ls preghiera che il Papa ha rivolto a una rappresentanza di ragazzi dell'Azione Cattolica Italiana, ricevuta questa mattina in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano. "Sono sicuro anche che voi pregherete per me, aiutandomi cosí nel non facile compito che il Signore mi ha affidato", ha aggiunto Benedetto XVI.
Gli arretrati di ottobre, novembre e dicembre solo per le domande presentate entro il 31
È polemica dopo il discorso del presidente della Camera Gianfranco Fini a Montecitorio in occasione dell'anniversario dell'approvazione delle leggi razziali. «L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali - ha dichiarato Fini in un passaggio del suo intervento -. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo da parte della Chiesa cattolica». Affermazioni che il presidente della Camera ha ribadito anche nel pomeriggio, nonostante le numerose e trasversali critiche.
(ASCA) - Città del Vaticano - ''La Chiesa reagì subito alle Leggi razziali del 1938'': il Vaticano affida la risposta alle critiche del presidente della Camera Gianfranco Fini a due storici cattolici, Francesco Malgeri e Andrea Riccardi, intervistati dalla Radio Vaticana.''Non è vero che la Chiesa italiana non si oppose alle Leggi razziali del 1938. Dal mondo cattolico arriva secca la smentita alle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ieri a Montecitorio ha definito le Leggi razziali un'infamia verso la quale neanche la Chiesa cattolica manifestò resistenza'', spiega l'emittente pontificia nel servizio, che definisce quelle di Fini vere e proprie ''accuse'' e ricorda come la ''storia abbia visto contrapposti Mussolini e Pio XI, il quale sia contro il razzismo che contro le leggi razziali prese posizione di aperta condanna''. Per Malgeri, docente di storia contemporanea alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma, dire che la Chiesa cattolica non manifestò nessuna resistenza nei confronti delle leggi razziali è ''un'affermazione eccessiva''. ''La Chiesa - aggiunge - deve muoversi su un piano legato anche alla sua collocazione sul piano diplomatico e doveva tener conto anche dei rischi che determinati atteggiamenti, particolarmente forti, potevano avere sul mondo cattolico, sulle popolazioni, sui complessi problemi che in quel momento erano al centro della vita internazionale. Anche in occasione delle Leggi razziali, la Chiesa forse usò in un primo tempo un atteggiamento più prudente, ma non mancano indubbiamente prese di posizione da parte del clero, delle gerarchie ecclesiastiche, di condanna e comunque di presa di distanza molto ferma rispetto a quelle leggi''. Riccardi, invece, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e docente di Storia contemporanea presso la Terza Università degli Studi di Roma, definisce quello di Fini ''un buon testo in un momento come questo'', ''una bella presa di distanza'' in un'epoca segnata da ''una risorgenza di antisemitismo, di antigitanismo, di movimenti di destra''. Ma, aggiunge, non è vero che la Chiesa non oppose resistenza alle leggi razziali. ''Resistette come una forza debole quale era la Chiesa in una realtà di regime autoritario. E poi, la Chiesa resistette durante l'occupazione tedesca con l'aiuto agli ebrei. Quindi, mi sembra che la Chiesa, a suo modo, resistette. Il vero, grande problema è che quello era il fascismo, una dittatura che non lasciava spazi e mortificava la libertà''. Più in generale, Riccardi nota come la ''Chiesa del 1938, del 1943, non era la Chiesa di oggi''.
[...] Nei militanti c’è il timore che confluire nel Pdl possa far perdere l’identità alla destra italiana [...]. La Russa, cui certamente non fa difetto l’orgoglio di un’appartenenza più che trentennale, non vede questo pericolo: «E’ normale che in un soggetto che punta al 40% rimangano vive identità diverse e la nostra sarà una di queste. Anche perché il Pdl non è un partito di centrodestra, ma di destra e basta. Così come il Pd è di sinistra e non di centrosinistra. Anche in Italia dovremmo chiamare le cose con il loro nome».
MILANO (13 dicembre) - «Il decreto anti-crisi è zero». Così Pierluigi Bersani, ministro ombra dell'Economia del Pd, torna a bocciare il decreto varato dal governo per combattere la crisi economica. «Bisogna far qualcosa di più del niente che il governo sta facendo, non ci sono nuove risorse e dopo quattro decreti e la manovra finanziaria stiamo ancora chiedendo -conclude Bersani- che si faccia veramente qualcosa di utile per affrontare la crisi». Il ministro ombra chiede che il governo faccia qualcosa in più per quei cittadini che hanno manifestato con la Cgil. Un richiamo poi all'unità nel mondo del lavoro e dell'impresa per affrontare la situazione. Una risposta a Berlusconi arriva da Bersani anche sul tema della leadership del Pd, dopo i sondaggi citati dal premier che vedrebbero Sergio Chiamparino o Renato Soru come uomini preferiti dalla base del Pd.
Nicolas Sarkozy è il leader Europeo più qualificato tra i 27 capi di stato e di governo dell'Unione Europea secondo il verdetto del quotidiano francese La Tribune, che ogni anno affida la scelta a una giuria di 12 giornalisti (corrispondenti da Bruxelles e esperti di politica europea) di 9 diversi paesi. Ultimo della lista, invece, il leader italiano Silvio Berlusconi.
Un progetto per diffondere in tutta Italia i Gruppi di Acquisto solidale
Prime elaborazioni del Caf Acli in base ai redditi e la composizione familiare: favoriti i nuclei con 1 o 2 componenti
Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio tocchi i cuori di chi crede che la violena può risolvere i problemi degli uomini. Le vittime di Mumbai e di Jos hanno dato occasione oggi a Benedetto XVI di rinnovare “l’orrore e la deplorazione” per il terrorismo e di pregare “il Signore di toccare il cuore” dei violenti. La preghiera del Papa ha segnato una domenica nella quale Benedetto XVI ha sottolineato l’inizio del tempo liturgico dell’Avvento, ha avuto un ricordo di Pio XII ed ha rivolto un augurio ai fedeli ortodossi del Patriarcato ecumenico. Momenti che hanno scandito la domenica di Benedetto XVI che prima si è recato in visita nella basilica romana di San Lorenzo (nella foto) e poi ha recitato, in piazza San Pietro, l’Angelus, alla presenza di circa 15mila persone.
(ASCA) - San Miniato (Pi) - ''Si e' aperta la nuova stagione dell' impegno dei cattolici in politica auspicata dal Papa lo scorso settembre a Cagliari''. Lo ha affermato a San Miniato padre Bartolomeo Sorge, intervenendo alla Tre Giorni Toniolo, dedicata a ''Movimento cattolico e popolo di Dio, dalla Rerum Novarum ad oggi''.Sulla scorta delle recenti dichiarazioni rese dal presidente francese Sarkozy in presenza di Benedetto XVI, per padre Sorge, direttore di Aggiornamenti Sociali ''Anche tra i non credenti e tra i politici sta prendendo piede una nuova laicita' positiva, non si e' mai sentito il presidente della laicissima Francia parlare di necessita' della politica di rifarsi ai valori della fede cristiana''. Questo consente di aprire un dialogo ''senza steccati'' sulle questioni globali.Per padre Sorge, dopo l'ultima tornata elettorale, il problema della collocazione partitica dei cristiani e' da archiviare: ''Tra i cattolici deve nascere un movimento dal basso ispirato all' antropologia della dottrina sociale''.Scettico sul futuro del Pd, il gesuita guarda piuttosto alle ragioni che avevano fatto nascere la Rosa per l'Italia e, come ha scritto sulla rivista milanese, guarda con interesse alla nuova idea formulata da Alberto Monticone, di un' esperienza originaria che trovi nei valori della Costituzione repubblicana e nell'azione condotta sulla scorta della dottrina sociale della Chiesa, il fondamento della sua azione: una iniziativa che trovi nelle esperienze civiche locali alimento e denominata provvisoriamente Incipit (Iniziativa civica popolare italiana).Nel 90* anniversario della morte di Toniolo, la VI Tre Giorni della fondazione a lui intitolata intende offrire una riflessione sulla vicenda complessiva del movimento cattolico italiano alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, che ha avuto con esso un rapporto autenticamente dialettico (basti pensare che la Rerum Novarum segue, non precede, la nascita dell'associazionismo sociale moderno dei cattolici, non solo italiani, risultando, tuttavia, decisiva per il suo sviluppo ulteriore).
Domani a Verona, per Job&Orienta, il convegno nazionale delle Acli
Nuova, durissima critica di Famiglia Cristiana alle politiche del governo in tema di sicurezza e immigrazione. Mentre al Senato slitta a dopo la Finanziaria il voto sul cosiddetto pacchetto sicurezza, il nuovo editoriale del giornale dei paolini, a firma di Beppe Colle, condanna il contenuto del disegno di legge proposto dal ministro dell'Interno Maroni. Un provvedimento «indegno di uno stato di diritto», lo giudica il settimanale cattolico: caratterizzato da misure «inutili» rispetto «ai fini a cui sono rivolte» ed estremamente difficili «da metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze». Inoltre, aggiunge Famiglia Cristiana, «esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom». Insieme alle ronde e al permesso a punti per gli immigrati, inserite nel pacchetto Maroni su spinta della Lega, il settimanale cattolico non risparmia critiche alla schedatura dei senza fissa dimora, un'altra idea del Carroccio che, ricorda Del Colle, non ha nulla a che vedere con il progetto della Bartolomeo&C, l'associazione fondata da Lia Varesio nel 1980 a Torino, gestita da volontari che tutte le notti uscivano nelle strade per cercare e aiutare i clochard che dormivano sulle panchine o sotto i portici delle stazioni. «Per loro – scrive Del Colle - Lia aveva attuato, in accordo con il comune, la reiscrizione anagrafica, in modo tale che potessero riacquistare un'identità, visto che molti erano stati davvero cancellatì». Un'opera, insomma, che era spinta «da una cultura opposta a quella della paura, del rifiuto del diverso e del ricorso all'autodifesa in cui le ronde rischiano di essere il simbolo di un comportamento che uno Stato di diritto non può e non deve permettersi». Inoltre, osserva il settimanale, molti clochard una dimora «ce l`hanno, anche se non è scritta in nessun registro pubblico: sono le panchine dei giardini in cui passano le notti, rischiando di essere bruciati vivi dai soliti ignoti, come è capitato a uno di loro a Rimini».Immediata, dopo la pubblicazione del giornale paolino, la replica del Carroccio. «Tante polemiche per nulla, ha affermato la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia a Montecitorio, secondo la quale le ronde sono una risposta «reale» per garantire la sicurezza e legalità, mentre le critiche di Famiglia Cristiana sono tutte «polemiche ideologiche, come quella già costruita sulle impronte digitali per i rom». A puntellare le tesi di Beppe Colle, che aveva già accusato il governo Berlusconi di essere forte con i deboli (rom e immigrati) e pavido e tollerante con i delinquenti, è intervenuto il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei della Camera. «L`intero pacchetto – ha sottolineato Farinone – risponde alla necessità di diffondere nella gente un senso di insicurezza. Pensiamo solo alle ronde. Non ci sono paragoni nel resto d`Europa. Davvero il ministro Maroni ritiene che gruppi di persone possano garantire maggiore sicurezza? Non teme che in questi gruppi si possano infiltrare esaltati e mitomani?».
(AGI) - Roma, 18 nov. - L'Italia dei Valori abbandona la Commssione di vigilanza Rai e affida a Walter Veltroni "il compito di individuare con tutte le altre forze di opposizione una soluzione condivisa, se mai Villari dovesse dimettersi". Lo ha confermato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro dopo che i due componenti Idv della Vigilanza, Leoluca Orlando e Pancho Pardi, avevano annunciato le loro dimissioni dall'incarico. Di Pietro ha sottolineato che i due membri di Idv non saranno sostituiti e che "Idv andra' in giro per l'Italia per denunciare la pericolosa deriva antidemocratica che si sta realizzando nel nostro Paese". Di Pietro ha sottolineato che la scelta dell' Idv di ritirare la sua delegazione in Commissione di Vigilanza e' stata decisa "prendendo atto del veto posto nei suoi confronti dal presidente del Consiglio, dal governo e dalla maggioranza". Il leader dell'Idv ha aggiunto che non c'e' "nessuna resa dei conti con Veltroni e con il Pd che ringrazio, come ringrazio l'Udc e Casini che coerentemente hanno cercato di mantenere vivo un principio democratico. Non abbiamo niente da recriminare perche' Veltroni e il Pd sono stati vittime come noi, anzi lo stati due volte, perche' offesi dall'esterno e traditi dall'interno". "Non cadremo nel tranello di chi si aspetta da noi una resa dei conti - ha proseguito - usciamo dalla Vigilanza affinche' si assuma la responsabilità di andare avanti e deleghiamo a Veltroni il compito di individuare con le altre opposizioni una soluzione condivisa sulla presidenza, perche' Villari e' il presidente della maggioranza e non dell'opposizione. E' stata stanata cosi' l'ambiguita' della sua posizione perche' ora il suo incarico non ha piu' ragion d'essere, noi considereremo corretta la scelta che fara' il Pd e non interverremo in alcun modo. Naturalmente sempre che Villari si dimetta, perche' se dovesse restare e' chiaro che sarebbe il presidente della maggioranza e non certo espressione di garanzia della commissione". Di Pietro ha quindi annunciato che l'Italia dei Valori, a partire dalla campagna elettorale in Abruzzo, "andra' in giro per il Paese Paese affinche' i cittadini decidano chi ha tenuto un comportamento eversivo, se noi oppure la maggioranza. Nei nostri confronti - aggiunge - c'e' stato un veto da parte della maggioranza e di qualche scheggia dell'opposizione. Chiederemo quindi ai cittadini se e' eversivo il nostro comportamento o quello del premier e dei suoi sodali".
(ASCA) - Venezia, 17 nov - ''Come può rimanere in maggioranza chi si dichiara nemico del federalismo? Le ridicole esternazioni di Casini contro il federalismo, sono un motivo in più per chiedere all'Udc veneta un atto di chiarezza''. A evidenziare le ''ricadute'' in Veneto, negli equilibri regionali di maggioranza, delle dichiarazioni di Pier Ferdinando Casini in materia di riforma federalista è Mara Bizzotto, consigliere regionale della Lega Nord del Veneto. ''Come possono gli esponenti dell'Udc pretendere di rimanere in maggioranza in Regione - domanda il consigliere regionale vicentina - quando il loro leader si erge a nemico pubblico numero uno del federalismo?''. Secondo Mara Bizzotto ''le parole di Casini spingono sempre piu' l'Udc fuori dalla maggioranza e dalla Giunta dopo la crisi di queste settimane''.''Ovviamente qualunque decisione spetta al nostro segretario federale Umberto Bossi e al nostro segretario nazionale Gian Paolo Gobbo - conclude Mara Bizzotto - ma è francamente difficile poter essere alleati a livello locale con chi rifiuta e persino combatte il federalismo''.
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(ASCA) - Roma, 15 nov - ''L'alleanza Pd-Udc e' stata la piu' credibile. Ed e' la stessa strada da seguire, sia a livello locale che nazionale''.Ad affermarlo e' il senatore Pd Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, in un'intervista al quotidiano 'Liberal' sulle recenti elezioni nella provincia di Trento.''Priorita' programmatiche, obiettivi chiari, persone credibili. Penso che l'Italia abbia bisogno, per realizzare in tutti i campi un'innovazione di cui c'e' bisogno, di una stabilita' -ha detto ancora Chiti- che dia fiducia, dopo anni di contrapposizioni e di coalizioni eterogenee. E penso che questo nuovo centrosinistra, che ha nel Pd e nell'Udc i soggetti fondamentali, possa dare questa risposta al Paese''.''Su un'eventuale partecipazione della maggioranza di Rifondazione, Chiti ha sostenuto che ''alla sinistra del Pd c'e' una situazione abbastanza confusa, la maggioranza di Rifondazione non sembra disponibile a spendersi in una coalizione riformista di Governo, ma se Vendola e Fava volessero partecipare, a quel punto parleranno i contenuti.La compatibilita' va verificata nel merito, e deve essere rigorosa''.Riguardo al rapporto con l' Idv, ''io -ha aggiunto Chiti- penso che quando si sta all'opposizione sia giusto trovare soluzioni convergenti, mentre se si tratta di stabilire una piattaforma programmatica di governo non possono esserci incertezze. Quindi per partecipare a un'azione di governo l'Idv dovrebbe mettere rigorosamente fuori pista ogni indulgenza verso il populismo''.
Bruno Tabacci e Francesco Boccia a YouDem
«Il riconoscimento dei diritti individuali di formazione è il miglior strumento di sostegno e promozione delle persone, dentro e fuori il lavoro». Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, a Bruxelles, nel corso del seminario organizzato dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul tema: "Conoscenza, lavoro e cittadinanza: condizioni dello sviluppo economico e sociale europeo". Con il contributo dell'Unione europea e dell'Eza, il Centro europeo per le questioni dei lavoratori.
(ASCA) - Roma, 11 nov - ''Nella vicenda abruzzese c'e' una cosa molto importante da far notare, abbiamo dimostrato che tra Idv e Pd c'e' un'alleanza strategica. Non siamo una corrente del Pd e credo che la forza di questa alleanza nasca proprio dalla diversita' dei due partiti''. Leoluca Orlando (Idv), intervistato da Lucia Annunziata su Red a ''Titoli'', ha commentato anche la mancata alleanza con l'Udc: ''Non dico nulla di segreto, mi auguravo che si potesse andare insieme anche con l'Udc, che pero' ha ritenuto di fare scelte diverse. Ne prendiamo atto''.
È lei favorevole alla adozione da parte del Consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico amministrativo, di una deliberazione per l'avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell'area aeroportuale "Dal Molin" - ove è prevista la realizzazione di una base militare statunitense - da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l'integrità ambientale del sito?