
«Esiste una coscienza politica trasversale - spiega Olivero - che si è già espressa con il voto e con iniziative pubbliche per una profonda revisione del pacchetto sicurezza del Governo, con particolare riferimento alle misure che riguardano l'ingresso e il soggiorno dei cittadini stranieri in Italia. La società civile, le associazioni impegnate nel sociale, le organizzazioni cattoliche e di ispirazione cristiana hanno chiesto modifiche e proposto emendamenti puntuali su aspetti del disegno di legge ritenuti di particolare gravità, incontrando consensi e conferme nelle forze politiche e nei singoli deputati dell'opposizione e della stessa maggioranza».
Le correzioni apportate al disegno di legge nelle ultime ore non sono considerate sufficienti. «E' vero - conferma il presidente delle Acli - che sono stati corretti, per giunta parzialmente, i passaggi che imponevano l'obbligo di denuncia ai presidi e al personale sanitario, ma restano aperte questioni ugualmente gravi che riguardano l'iscrizione anagrafica dei minori, il diritto al matrimonio, i ricongiungimenti familiari, per non parlare delle ronde e del prolungamento della permanenza degli stranieri nei Centri di identificazione per l'espulsione».
«Il problema purtroppo è a monte - conclude Olivero - nell'idea che l'immigrazione sia una minaccia più che una risorsa. Nell'illusione che si possa ottenere la sicurezza senza garantire contemporaneamente percorsi reali d'integrazione per i cittadini stranieri».