Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio tocchi i cuori di chi crede che la violena può risolvere i problemi degli uomini. Le vittime di Mumbai e di Jos hanno dato occasione oggi a Benedetto XVI di rinnovare “l’orrore e la deplorazione” per il terrorismo e di pregare “il Signore di toccare il cuore” dei violenti. La preghiera del Papa ha segnato una domenica nella quale Benedetto XVI ha sottolineato l’inizio del tempo liturgico dell’Avvento, ha avuto un ricordo di Pio XII ed ha rivolto un augurio ai fedeli ortodossi del Patriarcato ecumenico. Momenti che hanno scandito la domenica di Benedetto XVI che prima si è recato in visita nella basilica romana di San Lorenzo (nella foto) e poi ha recitato, in piazza San Pietro, l’Angelus, alla presenza di circa 15mila persone.“Il tempo liturgico dell’Avvento – ha detto al’Angelus - celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: ‘Vegliate!’ (Mc 13,33.35.37). E’ rivolto ai discepoli, ma anche ‘a tutti’, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha invitato i fedeli alla preghiera “per le numerose vittime sia dei brutali attacchi terroristici di Mumbai, in India, sia degli scontri scoppiati a Jos, in Nigeria, come pure per i feriti e quanti, in qualsiasi modo, sono stati colpiti. Diverse sono le cause e le circostanze di quei tragici avvenimenti, ma comuni devono essere l’orrore e la deplorazione per l’esplosione di tanta crudele e insensata violenza. Chiediamo al Signore di toccare il cuore di coloro che si illudono che questa sia la via per risolvere i problemi locali o internazionali e sentiamoci tutti spronati a dare esempio di mitezza e di amore per costruire una società degna di Dio e dell’uomo”.
Oggi, inoltre, “ricorre la festa dell’Apostolo sant’Andrea, fratello di Simon Pietro”. “Sant’Andrea – ha ricordato il Papa - è patrono del Patriarcato di Costantinopoli, così che la Chiesa di Roma si sente legata a quella costantinopolitana da un vincolo di speciale fraternità. Perciò, secondo la tradizione, in questa felice circostanza una delegazione della Santa Sede, guidata dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, si è recata in visita al Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Di tutto cuore rivolgo il mio saluto e il mio augurio a lui e ai fedeli del Patriarcato, invocando su tutti l’abbondanza delle celesti benedizioni”.
La visita ha dato occasione a Benedetto XVI di evocare alcuni degli eventi più recenti legati alla storia della chiesa, costruita sotto l’imperatore Costantino. “Cade quest’anno – ha ricordato - il 50° anniversario della morte del Servo di Dio, Papa Pio XII, e questo ci richiama alla memoria un evento particolarmente drammatico nella storia plurisecolare della vostra Basilica, verificatosi durante il secondo conflitto mondiale, quando, esattamente il 19 luglio 1943, un violento bombardamento inflisse danni gravissimi all’edificio e a tutto il quartiere, seminando morte e distruzione. Non potrà mai essere cancellato dalla memoria della storia – ha proseguito - il gesto generoso compiuto in quella occasione da quel mio venerato Predecessore, che corse immediatamente a soccorrere e consolare la popolazione duramente colpita, tra le macerie ancora fumanti. Non dimentico inoltre – ha detto ancora - che questa stessa Basilica accoglie le urne di due altre grandi personalità: nell’ipogeo infatti sono poste alla venerazione dei fedeli le spoglie mortali del beato Pio IX (ultimo papa non sepolto in Vaticano, ndr) mentre, nell’atrio, è collocata la tomba di Alcide De Gasperi, guida saggia ed equilibrata per l’Italia nei difficili anni della ricostruzione post-bellica e, al tempo stesso, insigne statista capace di guardare all’Europa con un’ampia visione cristiana”.

























Solo nell'ultima puntata di 'Venerabile Italia', talk show che andrà in onda da lunedì prossimo su Odeon Tv e che lo vede protagonista, Licio Gelli sarà, per la prima volta, presente in uno studio televisivo. Ma Gelli ha lasciato già oggi la sua villa Wanda nell'aretino per venire a Firenze, negli studi dell'emittente, per presentare il programma e rispondere come un fiume in piena alle domande dei giornalisti presenti. Suscitando reazioni preoccupate nel mondo politico: dal capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, che sollecita una reazione di Berlusconi, indicato da Gelli come il suo erede, al vicepresidente Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, che respinge un "apprezzamento che si trasforma in veleno per chi lo riceve", fino al senatore Pd Vincenzo Vita che chiede l'intervento del Garante delle Comunicazioni perché "la P2 non può andare in onda". Stessa richiesta dalla Federazione della Stampa che afferma: dargli spazio è insulto a storia italiana. Per l'Udc "i cattivi maestri in tv destabilizzano il clima del Paese."Se un'autorità intervenisse con azioni di censura preventiva sarebbe un palese attentato alla democrazia"avverte il proprietario di Odeon Tv Raimondo Lagostena Bassi, che spiega:"Licio Gelli non sarà il conduttore di un programma, ma si è prestato a raccontare davanti alle telecamere di Odeon Tv le sue memorie, che diventeranno materiale per gli storici". Gelli, quasi 90 anni, completo scuro e piglio deciso, non si sottrae a domande sulla politica attuale e del passato: dalle caratteristiche principali del Piano di rinascita democratica alle stragi, dal fascismo ("sono fascista e fascista morirò") alla massoneria, dagli aneddoti ("una volta incontrai, in un hotel a Firenze, Tina Anselmi che aveva dato ordine di cercarmi in tutto il mondo e lei non mi riconobbe, ma la foto di quell'incontro è nell'archivio di Stato coperta da segreto") alle forze politiche attuali e alle manifestazioni studentesche. Di Berlusconi Gelli dice che sul Piano di rinascita democratica è "l'unico che può andare avanti, non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora è in momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare". Poi attacca la magistratura, "potere forte e costituzionale", e lancia un assist a Marcello Dell'Utri, che è "una bravissima persona, onesto e non mafioso" e che tra l'altro sarà ospite della prima puntata del programma. Non nasconde poi il suo disappunto per le proteste studentesche: "le manifestazioni non ci dovrebbero essere, gli studenti dovrebbero essere in aula a studiare" e approva la legge Gelmini "perché ripristina un po' di ordine". "Tornano i fantasmi del passato ed è inquietante che vada in onda l'autocelebrazione di Gelli e un nuovo tentativo di inquinare la vita pubblica", afferma Rosy Bindi (Pd) vicepresidente della Camera. Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, e Marco Minniti, ministro ombra, si chiedono invece se "Berlusconi non abbia nulla da dire". Il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ed il senatore Pd Vincenzo Vita chiedono l'intervento del Garante delle comunicazioni perché, messa fuori legge, "la P2 non può andare in onda". Dal Pdl interviene il vicepresidente dei deputati Osvaldo Napoli che precisa come "il sostegno di Gelli al Governo non è stato da nessuno richiesto. Chi gli dà credito pesca nel torbido".
