mercoledì 1 ottobre 2008

Convegno Liberal: il dialogo secondo Bersani, Tabacci e Pisanu

“Il dialogo e il conflitto nella Seconda Repubblica sono stati i temi al centro del dibattito che ha aperto oggi a Siena la quinta edizione delle Giornate internazionali del pensiero storico organizzate dalla Fondazione Liberal presieduta da Ferdinando Adornato”. Lo comunica una nota di Liberal. “Il ministro dell'economia del governo ombra Pier Luigi Bersani, il senatore di Forza Italia Giuseppe Pisanu e il deputato dell'Udc Bruno Tabacci hanno affrontato l'argomento nel corso di una tavola rotonda, moderata dal giornalista Stefano Folli, al termine della quale tutti hanno convenuto sulla necessità di un ritorno a un maggior dialogo fra le diverse forze politiche. Ad aprire il dibattito è stato Tabacci che è subito entrato nel cuore della questione spiegando: ‘C’è una distonia tra il bene comune e una certa parcellizzazione degli interessi privati, si tratta di un messaggio devastante che manda spesso la politica. C’è stata una particolare attenzione al concetto di patria e nazione nel passaggio della prima alla seconda repubblica in un momento in cui questo rischiava di entrare in crisi’. Bersani invece ha messo in evidenza il bisogno di ‘lasciar da parte una visione corporativa e localista della politica, a favore di un maggiore slancio riformista necessario a superare le divisioni e gli scontri’”.
“Secondo Bersani, poi, la fase attuale può definirsi come di ‘estenuante ed eterna transizione dove c’è chi ha giocato la carta del populismo, mentre il Pd si candida a diventare un grande partito popolare capace di connettere la sinistra liberale con quella radicale’. ‘Nella seconda repubblica un bipolarismo imperfetto fa emergere un conflitto senza ideologie che spegne il dialogo politico - ha poi detto Pisanu - forse anche perché questo bipolarismo non interpreta in modo perfetto il pluralismo politico italiano. Come dimostra l'assenza dal Parlamento della sinistra estrema, così come di una destra radicale. Il risultato è che oggi si è persa l'inclinazione al dialogo che era ben presente negli anni della Prima Repubblica, quando Partito comunista e Democrazia cristiana avevano spesso un comune sentire su questioni di importanza nazionale”.

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