Roma, 6 marzo 2009 - Hanno una visione ampia e complessa dell'economia, ma si sentono più capaci di spendere bene che di rischiare in investimenti economico-finanziari. Si dividono, di fronte alla crisi, tra chi vorrebbe sostenere i consumi e chi vede nella sobrietà e nel risparmio la strada da percorrere per superare le difficoltà. Sono le donne nel loro rapporto con l'economia, secondo le prime anticipazioni di un'indagine realizzata dalle Acli - "Donne: uno sguardo diverso sull'economia?" - che verrà presentata il prossimo 20 marzo a Roma, nel corso di un seminario promosso dal Dipartimento welfare, il Coordinamento donne e i Giovani delle Acli.
Appassionate dell'economia "reale" e critiche «rispetto ai modelli dominanti di produzione e di consumo», le donne delle Acli hanno predisposto per l'8 marzo un breve documento per raccontarsi come "Protagoniste di un'economia diversa": «Il divario tra l'economia reale e la bolla speculativa e finanziaria ha messo in luce quello che, come donne, già sapevamo: il rischio di una crescita senza promozione umana e di uno sviluppo senza incremento delle opportunità, per tutti e per ciascuno». Ma la crisi - si legge - può essere anche un'opportunità per «riaffermare il ruolo positivo e propositivo che un rinnovato protagonismo femminile può giocare nell'attuale fase, per ribadire la centralità e il primato della persona in ogni ambito della vita». «Il nostro modo di essere cittadine responsabili, portatrici di un'economia diversa, per la quale la felicità non risiede nella quantità dei beni posseduti ma nella qualità delle relazioni vissute».
venerdì 6 marzo 2009
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