(Fonte: L'Unità, 19 marzo 2009)
venerdì 20 marzo 2009
L'Economist: «Franceschini incisivo»
«Nuovo leader, vecchi problemi». Titola così, The Economist, l'intervista a Dario Franceschini, nel numero in edicola sabato. Un articolo dedicato al cambio di passo del principale partito d'opposizione italiano, che al settimanale inglese non sembra dispiacere. Franceschini viene definito «incisivo» e «fortunato» perché la crisi economica che ha colpito il Paese «per la prima volta» ha messo «Berlusconi sulla difensiva». Infatti, spiega The Economist, se una delle maggiori ragioni per cui Berlusconi rispetta Franceschini è il fatto che viene bene in televisione, è anche è vero che finora il leader del Pd lo ha messo in crisi sulla sostanza, non sull'immagine. Dall'assegno per i disoccupati alla tassa di solidarietà da applicare ai redditi superiori ai 120mila euro annui, le proposte hanno reso Berlusconi «vulnerabile» alla accuse di non combattere abbastanza la crisi. «Ho l'impressione - dice Franceschini nell'intervista - che egli creda che, siccome la crisi è globale, le sole risposte siano quelle globali».Berlusconi, riporta ancora The Economist, ha tentato di screditare il suo avversario definendolo un catto-comunista: «Anche i suoi più fedeli sostenitori sanno che non ha senso», scrive l'autore dell'articolo, perché «Franceschini è la perfetta espressione delle “due Italie” emerse dalla seconda guerra mondiale». Infine, secondo il settimanale inglese, il neo segretario del Pd sarà «più fortunato» del suo predecessore perché «gli incessanti bisticci hanno distrutto il governo di centrosinistra di Romano Prodi e anche minato Veltroni». Quanto alla sua «temporaneità», è lo stesso Franceschini a spiegare nell'intervista che «tutti i leader sono temporanei, solo Berlusconi crede di essere insostituibile».
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