Udc e alleanze. Ipotesi aperte a più soluzioni
di Chiara Bonan
«Il Pdl governa da solo, Lega e Udc sono all’opposizione. La realtà bassanese non è uniforme a quella regionale o provinciale»
(Fonte: Il Giornale di Vicenza, Lunedì 26 Gennaio 2009, pagina 23)
Ultimi mesi dell'Amministrazione Bizzotto, campagna elettorale in vista anche nel Bassanese per le amministrative di giugno. Luigi D'agrò traccia un bilancio dei 10 anni trascorsi e una panoramica dei possibili scenari futuri. «È più facile dare un giudizio che lavorare con la responsabilità di chi ha avuto il mandato per farlo, quindi non è tanto il caso di chiedersi come abbia operato questa Amministrazione ma interrogarsi su come trovare una squadra, delle risorse diverse, una novità che apra un nuovo ciclo. Sappiamo che i 10 anni di Bizzotto sono terminati, il giudizio, nel bene e nel male, è già patrimonio della storia, quindi è una nuova proposta che serve, piuttosto che il giudizio». Secondo lei c'è la concreta possibilità, a Bassano, di costituire una squadra nuova? «È vero che le élite culturali che sono alla base del cambiamento hanno difficoltà ad affermarsi in questa città. Credo sia necessario scompaginare un artefatto, quello che stabilisce singoli schemi di incompatibilità tra ambienti definiti di centro destra e centro sinistra. Credo che lo schema bipolare delle politiche nelle amministrative non debba avere un certificato di vita perpetua. Ci stanno le sperimentazioni, la capacità di trovare gente che ha voglia di fare pur non essendo stata in mostra, gente che ha deciso di dare pur non avendo mai avuto responsabilità di natura politico amministrativa. Lì bisogna cercare la novità, altrimenti la tradizione resisterà oltre misura, facendo prevalere in città il conservatorismo più che la tradizione». Ipotizza quindi delle alleanze “diverse”? «Qui ci sono delle alleanze che non sono tali, il Pdl governa da solo, la Lega e l'Udc sono all'opposizione, quindi la realtà non è uniforme né con la situazione nazionale né con quella regionale o provinciale. Se volessimo fare le cose per bene diremmo che a Bassano si è consumata un'anomalia, quindi perché non creare le fondamenta per dar vita ad un'anomalia nuova, che diventi cartina di tornasole per il futuro». Quali scenari o ipotesi di alleanza si prospettano secondo lei? «Le ipotesi si costruiscono. Nella mente delle persone esistono delle idee, realtà virtuali che han bisogno di trovare nel dibattito la possibilità di diventare fatto concreto. Se in politica, come nella vita, fosse sempre possibile realizzare ciò che piace, non avremmo bisogno di intermediari né di apparati. Ognuno, in qualche modo, si organizzerebbe per sé, mentre il bene comune ha bisogno di un dibattito che parta da un'idea. Il rischio, a volte, è quello di sedersi a dialogare senza sapere chi si è. È fondamentale la consapevolezza di sé: togliere il tornaconto, il vantaggio, per evitare che il confronto non sia libero e che diventi sopraffazione di sé nei confronti degli altri». Si sarà fatto un'idea del possibile scacchiere su cui si andrà a giocare… «Ho il mio pensiero, cercherò di farlo transitare nella logica di chi dovrà responsabilmente impegnarsi nella campagna elettorale. Non mi pare corretto riferirlo ora ai giornali, perché dev'essere frutto di elaborazione e confronto e non bisogna mettere in piazza ciò che è più prezioso nell'attività di partito, il progetto, prima che diventi tale. Il dato di riservatezza è dunque intuibile». Si sente di escludere un affratellamento con la Lega o in qualche modo ogni scenario è possibile? «In politica non dò nulla per scontato. Le alleanze a volte sono frutto di ripicche o di situazioni che vengono a determinarsi come salvagente o come ultima spiaggia. Però mi pare che questa prospettiva avrebbe bisogno di valenze culturali e progettuali che non possono partire dalla rinuncia di chi siamo». Quale sarà il ruolo del suo partito in questa “battaglia”? «Questo è il problema. Deve capire cosa intende per confronto e su quale schema vuole giocare: se uno schema centro destra e sinistra, allora è una collocazione e vuol dire entrare in una gabbia piuttosto che volare libero. Va da sé che la consistenza del partito è tale che nelle elezioni comunali dovrà far parte di un'alleanza. Difficile pensare di nuovo l'idea di andare da soli: dobbiamo tentare di mantenere una classe dirigente che ha fatto bene in consiglio comunale e in questo sta il punto più importante, salvaguardare queste capacità e valutare ogni passaggio che porta ad avere più adesione a questo progetto». Il suo ruolo? «Sono un iscritto all'Udc e come tale rimango». Poche parole: incertezza o distacco strategico? «La politica è un vestito che uno si ritrova addosso. Dopo averla fatta ai livelli in cui ho espresso la mia responsabilità, è difficile allontanarsi realmente da essa, ma ci sono stagioni in cui è opportuno pensarla piuttosto che farla. E qui sta la diversità tra chi ci deve essere per forza, per non pensare che la politica non valga, e chi invece ha ancora pensiero di politica perché lo ritiene l'habitat entro cui si affina il futuro e una scelta che serve alla gente».
POLITICA. Prove di dialogo fra democratici e centristi in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera
L’alleanza tra Pd e Udc? A Bassano il primo test
di Antonio Trentin
Stefano Cimatti potrebbe essere il candidato sindaco del cartello elettorale contro Pdl e Lega nord
(Fonte: Il Giornale di Vicenza, Lunedì 26 Gennaio 2009, pagina 14)
Troverà sponda nell’Udc la “chiamata” fatta in questi giorni dal segretario del Partito democratico del Veneto, Paolo Giaretta, in vista delle elezioni amministrative dei primi di giugno? «Alleanze programmatiche di buon governo con il Pd e l’Italia dei Valori»: questa l’offerta ai centristi da centrosinistra. «Gli elettori capirebbero queste alleanze, costruite attorno a candidati credibili e a progetti condivisi» dice Giaretta. E l’Udc?«Stiamo preparando nostre liste, pronti a correre per conto nostro - è la risposta del segretario regionale dei centristi, Antonio De Poli - e comunque pronti anche a eventuali valutazioni sulle alleanze». Si tratta di un’aperturina? Per il momento è difficile leggerla così, anche perché la vocazione alla sfida è, dentro le varie Udc locali, molto meno forte della preferita tendenza a rinnovare le alleanze di centrodestra. Lega Nord permettendo, però.Un laboratorio tutto particolare potrebbe essere Bassano, il più grande tra i Comuni che rinnoveranno le Amministrazioni. Lì l’Udc è minoranza, come lo è anche la Lega, sempre fierissima avversaria di Forza Italia-Alleanza nazionale, forse sue prossime coalizzate, se arriverà l’ordine da Milano di quietare la concorrenza a centrodestra. Lì il Pd potrebbe tentare di scompaginare gli schemi - ne parlano tutti nel mondo della politica provinciale - appoggiando un’iniziativa civica centrista, imperniata proprio sull’Udc. Nella propria assemblea provinciale, sabato scorso, l’Italia dei Valori ha trattato ufficialmente della cosa: «Il Pd bassanese - secondo il segretario Carlo Rizzotto, che è proprio di Bassano - ha già scelto l’Udc al posto nostro». Una tattica che sarebbe deficitaria in partenza. E infatti un’altra bassanese leader provinciale, Rosanna Filippin, la corregge così: «Ci mancherebbe altro che l’Italia dei Valori venisse esclusa da un’alleanza per cambiare l’Amministrazione di Bassano. Noi del Pd cerchiamo di mettere in piedi una seria e ampia alternativa alla coalizione uscente e alla Lega che oggi è opposizione e domani vedremo. Il che significa parlare anche con l’Udc». Continua a circolare il nome consueto per l’operazione-Comune: quello di Stefano Cimatti, consigliere comunale e ex-segretario provinciale dell’Udc. Intorno a una sua candidatura a sindaco, e in coalizione con uno schieramento centrista da lui promosso, si potrebbe schierare subito anche il Pd, per superare con chance adeguate il primo turno di voto e tentare il colpaccio nel secondo turno di ballottaggio. «Di sicuro non sarò un candidato sindaco per il Pd - spiega lui -. Poi, se ci saranno prospettive di alleanze ampie, le valuteremo». Attenzioni all’Udc potrebbero spuntare anche nelle altre città dove il Pd è maggioranza e nelle quali il centrodestra tenterà di rovesciare i rapporti. Tutti e quattro i sindaci democratici in carica (Luigi Dalla Via a Schio che forse affronterà un “primaria”, Alberto Neri a Valdagno, Stefano Fracasso a Arzignano e Maurizio Scalabrin a Montecchio) saranno riproposti per un bis in Comune: nessuna novità da questo punto di vista. Ma la Filippin, in linea con Giaretta, auspica che il ventaglio delle liste in appoggio sia il più vasto possibile.
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