Roma, 27 gen (Velino) - "Il ricordare, nel senso che qui oggi intendiamo, è un dovere etico, e farne passare il significato di generazione in generazione è una pedagogia paterna, nutrita da un amore fatto di carne e spirito, che scorre lungo le vene di una filiale continuità, prima ancora che sulle pagine dettate dalla storia". Lo ha detto il senatore del Pd Sergio Zavoli, intervenendo nell'Aula del Senato in occasione della Giornata della Memoria. "Sarà l'improvvisa crisi finanziaria ed economica che ha coinvolto tre quarti del pianeta - ha detto Zavoli - l'eco delle bombe e dei razzi su Gaza e Israele, la coinvolgente lezione di Obama, il diffondersi di violenze contro le persone più indifese, a cominciare dalle donne, il concitato momento in cui versa la questione degli immigrati. Sarà questo o altro, sta di fatto che siamo arrivati al giorno della memoria un po' svuotati dell'empito da cui nacque. Abbiamo a tal punto banalizzato la vita e la morte che ciò può accadere anche per la storia la quale parla sempre più da lontano".
"Eppure, nella vita dell'umanità - ha proseguito Zavoli - c'è un passato che non è mai passato del tutto e non possiamo accettare le ottuse o subdole pretese di cancellarlo. Ecco perché il nostro Parlamento, su iniziativa del senatore Furio Colombo, votò all'unanimità l'istituzione del Giorno che si sta celebrando. Bisognerebbe costringere la storia a restare sotto i nostri occhi, se del caso criticandola, sbugiardandola, additandola, non per far durare il rancore ma perché non muoia la certezza della colpa e la lezione della sofferenza. Sebbene milioni di uomini abbiano avuto la vita rubata, sfigurata, incenerita, un grande salto generazionale ha disteso una sorta di oblio sull'onta del secolo. Non è più tempo di memoria, si sente dire. Essa attarda il presente e allontana il futuro. A tale processo, che ha qualcosa di indicibile, ha messo mano chi, avendo dell'esistenza e della Storia un sentimento quotidiano e indistinto, vorrebbe liberarsi da ogni responsabilità precedente. Non mi richiamo all'abusata, declamatoria saggezza secondo la quale chi non sa giudicare il proprio passato è destinato a riviverlo: dico, semplicemente, che una così grande tragedia esige di non essere dimenticata in un tempo che, secondo l'analisi di uno storico apocalittico, si avvia a diventare 'una continua rincorsa tra l'informazione e la catastrofe'".
"Un grande salto generazionale, inedito nella sua irrevocabilità - ha detto ancora Zavoli -, sta infatti cancellando vita e morte di chi conobbe l'onta del secolo. Oggi il mondo ha una memoria che comincia al di qua di quell'immane peccato. Eppure abbiamo ancora tremendi motivi per dire che la memoria non è una sbiadita coscienza che ha già concluso il suo cammino, ma ciò che tiene in vita proprio quella coscienza; perché il ricordare - ha concluso il senatore Pd - nel senso che qui oggi intendiamo, è un dovere etico, e farne passare il significato di generazione in generazione è una pedagogia paterna, nutrita da un amore fatto di carne e spirito, che scorre lungo le vene di una filiale continuità, prima ancora che sulle pagine dettate dalla storia".
martedì 27 gennaio 2009
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