La suora italiana vive da 30 anni nel campo profughi di Shate
Gerusalemme, 13 gen. (Apcom) - Lontana dalle telecamere alla costante ricerca di storie particolari nella Gaza travolta dall’offensiva israeliana contro Hamas, suor Irene Vergani, 77 anni, di origine lombarda, vive la sua vocazione religiosa dedicando l’esistenza ad aiutare il prossimo. La guerra la tiene in ansia ma non al punto da indurla ad abbandonare Gaza, martoriato lembo di terra palestinese dove ha scelto di vivere più di 30 anni fa.Domani, se non ci saranno cambiamenti dell’ultima ora, l’ambasciata americana a Tel Aviv approfitterà di un corridoio umanitario concesso dalle forze armate israeliane ed evacuerà i cittadini statunitensi ancora a Gaza. Le autorità italiane potrebbero utilizzare questa opportunità per consentire l’eventuale evacuazione della suora e di altri nostri connazionali presenti nella Striscia: due medici, Marco Balden e Mauro Dalla Torre, entrambi della Croce Rossa, e un pacifista Vittorio Arrigoni impegnato come volontario presso un ospedale di Gaza city. Ma se i medici e il pacifista, con ogni probabilità, rimarranno a Gaza per continuare ad assistere la popolazione civile palestinese, l’anziana religiosa ha detto oggi ad Apcom di avere motivi “altrettanto validi” per non lasciare la Striscia.“Questa è la mia gente - ha spiegato suor Irene - c’è bisogno di dare conforto a tante persone in questo momento così difficile. Il mio compito perciò è di rimanere qui, con coloro che soffrono, e con l’aiuto della preghiera contribuire alla fine della guerra”.La suora italiana fa parte delle “Piccole Sorelle di Gesù”, seguaci di padre Charles De Foucauld, avendo per unico modello di vita Gesù Cristo, si assumono il compito missionario di vivere in mezzo alla gente più umile del mondo.Suor Irene perciò abita nel campo per rifugiati di Shate, sul lungomare di Gaza, dove, fatto raro nei Territori, risiedono anche alcune famiglie di fede cristiana, discendenti di palestinesi costretti ad abbandonare i loro villaggi durante la guerra arabo-israeliana del 1948 e a cercare riparo a Gaza. A Shate, peraltro, c’è l’abitazione del premier di Hamas, Ismail Haniyeh, ora nascosto in un bunker in una località segreta per sfuggire ai raid israeliani.“Il mio posto è qui a Gaza. I miei amici e i miei vicini sono molto contenti di vedermi qui con loro e io continuerò a far parte della loro vita” ha concluso la religiosa.
martedì 13 gennaio 2009
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