
Sono 912.615 gli infortuni sul lavoro registrati nel corso del 2007. Ma le voci di chi ha subito un incidente dicono più di mille statistiche: dolore, rabbia, delusione, umiliazione ma soprattutto dignità e coraggio. Le Acli le hanno un raccolte in un libro, realizzato in collaborazione con l'Inail, dedicato alla prevenzione e all'informazione sul tema della sicurezza sul lavoro: "Bastava poco. Storie di vite invisibili" è il titolo della pubblicazione, disponibile nelle sedi territoriali del Patronato Acli (in copie limitate) e scaricabile integralmente dai siti www.patronato.acli.it/interna.asp?idPag=668 e www.inail.it
Il libro è un racconto e insieme una ricerca, realizzata dal Patronato Acli e dall'Iref, l'Istituto di ricerca delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. Sono presentate, selezionate tra tante, nove esperienze di infortuni e mancata prevenzione sui luoghi di lavoro. Un'antologia di storie che diventano anche paradigma per la conoscenza di norme e comportamenti, garanzie e procedure, riflessioni e azioni. L'obiettivo di fondo è quello di mettere in luce le conseguenze che gli infortuni hanno sulla vita delle persone che li subiscono ma anche le loro ricadute all'interno della famiglia; di seguire queste persone per un percorso più lungo di quello necessario a "liquidare il danno", con ciò individuando i limiti e le inadeguatezze del nostro sistema di tutela della salute, fino ai casi paradossali e imprevisti dalle norme, ma non per questo unici e rari.
«Un infortunio sul lavoro può sconvolgere la vita di tante persone, ma non deve mai essere considerato una fatalità ineluttabile - afferma il presidente del Patronato Acli Michele Rizzi - ogni spazio di intervento per evitarlo deve essere individuato». Come testimoniano le storie raccolte, molto spesso "Bastava poco".
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