domenica 8 febbraio 2009

Soru versus il Caligola di Arcore

(Fonte: Aprileonline, Articolo di Raffaele Deidda)
Rispondendo a Berlusconi che gli dava del fallito, il governatore uscente della Sardegna lo paragona al dispotico imperatore romano. Effettivamente non sono poche le analogie fra il premier e Gaio Cesare Germanico che dominò tra il 37 e il 41 d.C.

Chi l'ha detto che Renato Soru è un introverso e non possiede il senso dell'umorismo? Anche se pronunciate con un'espressione piuttosto rabbuiata, le parole dell'ex governatore della Sardegna, riportate nell'intervista al quotidiano La Repubblica, in risposta alle accuse di Berlusconi: ("E' un incantatore di serpenti, è una persona che è fallita in tutto quello che ha fatto: é fallito come imprenditore, come politico, come governatore della Sardegna''), contengono più ironia di quanto non trapeli ad una prima lettura: "Silvio Berlusconi si comporta come Caligola, lui vuole prevaricare su tutto e su tutti. Ma anche per l'Italia, così come è accaduto per Roma, verranno tempi migliori".
Il Cavalier Berlusconi è stato equiparato da Renato Soru all'imperatore romano Gaio Cesare Germanico detto Caligola. che regnò dal 37 fino al 41 dopo Cristo, anno in cui fu ucciso da un gruppo di sue guardie. La storia ci ha tramandato un'immagine di Caligola ben poco edificante, essendo l'eccentricità e la depravazione le sue caratteristiche principali oltre al suo, divenuto proverbiale, despotismo. Stando alle fonti, Caligola, al culmine del suo regno, avrebbe voluto essere proclamato dio. Pare inoltre che abbia nominato senatore il proprio cavallo, che si chiamava "Incitatus", al solo fine di manifestare il suo totale disprezzo per il Senato.Facendo esercizio di ricerca di analogie fra il cavaliere brianzolo e il despota romano ci sarebbe effettivamente da mettere in risalto delle similitudini, forse non colte nel corpo delle poco amichevoli espressioni di Renato Soru in risposta alle pesanti affermazioni di Silvio Berlusconi.
Prima similitudine: Caligola aveva una scuderia a Roma, Berlusconi l'ha avuta e forse l'ha ancora ad Arcore.Seconda similitudine: Caligola aveva gli stallieri che accudivano i cavalli, Berlusconi pure. Ignoriamo come si chiamasse lo stalliere di Caligola e quali qualità possedesse ma conosciamo il nome di quello di Berlusconi, tale Mangano, e abbiamo appreso dallo stesso Cavaliere che trattavasi di un eroe. Notissimo e certificato mafioso, ma comunque eroe.Terza similitudine: la reggia di Caligola era continuamente meta di pellegrinaggio da parte di personaggi più o meno importanti che partecipavano ad enormi banchetti e festini. Anche la reggia berlusconiana di Arcore e quella a sud dell'impero, Villa Certosa in Sardegna, hanno ospitato e continuano ad ospitare personaggi importanti come i capi di stato degli altri paesi e quelli meno importanti rappresentati dai vassalli del Cavaliere.Quarta e forse più significativa similitudine: Caligola ha nominato senatore il suo cavallo Incitatus . Berlusconi ha nominato ministro della Giustizia il suo segretario particolare Angelino e altri ministri o sottosegretari provengono direttamente dalle "scuderie" di Arcore.Per via della continuità della storia ancora oggi si parla di "cavalli di razza" per i politici più in vista, mentre per le donne in carriera politica è preferibile evitare questa espressione, per ovvi motivi di decenza e la delicatezza di recenti "rumors" collegati a vere o presunte intercettazioni telefoniche in materia di pornopolitica.
Fra i frequentatori di Arcore figura da circa 30 anni, per sua esplicita, orgogliosa ammissione ("Ho cominciato a frequentare Arcore appena finito il liceo") tale Ugo Cappellacci, commercialista e figlio dell'ex commercialista del Cavaliere, che il signore di Arcore ha voluto "manu militari" quale candidato governatore in Sardegna, come sua diretta espressione in quella parte geografica dell'impero che ancora non ha ceduto al suo potere ormai quasi assoluto. Proprio quell'isola, dove ha sede la più fastosa sede di rappresentanza del despota Silvio - Caligola, isola ancora irrispettosamente disubbidiente ai voleri e ai capricci dell'imperatore.Che importa al cavaliere se il cavallo Ugo è semi-sconosciuto? Forse che Angelino Alfano se lo filava qualcuno prima che il Cavaliere lo nominasse ministro facendogli addirittura saltare l'inutile e burocratico passaggio alla Camera o al Senato? E forse che Incitatus se lo erano "montato" in tanti, prima della sua nomina a senatore decisa da Caligola? Come si permettono i sardi, che neppure sapevano prima della visita di Berlusconi al nuraghe Losa, che i nuraghi erano dei semplici magazzini di derrate alimentari (altro che reggie-fortezze!), di contrastare i disegni del monarca assoluto?
E questo Soru, perché non ride mai delle facezie dell'imperatore, perché contesta il (poco) panem e i (tanti) circenses che l'imperatore vuole distribuire generosamente ai sudditi della Sardegna?Perché non tace e si mette prono anche lui, questo sardo a cui il despota da impunemente del fallito come imprenditore e come politico, essendo protetto dal lodo creato apposta per lui dal fido Angelino?
''Ho un senso di pena per quest'uomo ormai alle soglie della vecchiaia" ha commentato Renato Soru che ha poi aggiunto: "Ci si aspetta che una persona di quell'età migliori, diventi più' saggia, e magari si spera nella "grazia di Stato" che lo renda più' adeguato al ruolo che ricopre. Purtroppo con Berlusconi tutto questo non e' successo''.
C'è da osservare che Caligola lasciò molto presto, appena trentenne, la scena politica di quell'epoca, sicuramente "barbara" e sanguinaria che non vorremmo mai rivivere, evitando così altri danni e altre barbarie prodotte per mano sua alla "civitas" di allora.Nel caso di Berlusconi sarebbe davvero apprezzabile se, dopo aver vissuto così intensamente, pericolosamente, e da molti anni anche impunemente, da parte del Cavaliere arrivasse un segnale di saggezza e cioè la rinuncia al despotismo, al capriccio del potente, all'impunità, agli ostracismi, al disprezzo per tutto ciò che non è in sintonia con i suoi desiderata, alle sue agghiaccianti battute.
I suoi nipotini potrebbero recuperarlo fattivamente al ruolo di nonno affettuoso e premuroso che manifesta nelle patinate riviste di famiglia, per i suoi fedelissimi sarebbe più agevole sostenere una linea politica che non coincida con il solo volere dell'imperatore e i cittadini italiani, in attesa che il voto democratico rimandi nonno Silvio a casa, potrebbero forse smettere di vergognarsi di essere rappresentati dall'anziano despota che manifesta, con l'avanzare dell'età, segni sempre più evidenti di incontinenza generalizzata.

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