Roma, 2 febbraio 2009 - Paolo Guzzanti lascia Forza Italia e il gruppo del Pdl alla Camera, si iscrive al Misto e al Partito liberale. Ad annunciarlo è lo stesso giornalista in una lettera a Silvio Berlusconi.
Due i motivi della scelta: il sostegno ''entusiasta, personale e amicale al signor Vladimir Putin'' da parte di Silvio Berlusconi per la ''criminale invasione della Georgia" e la condizione ''preagonica della democrazia parlamentare italiana''.
Due i motivi della scelta: il sostegno ''entusiasta, personale e amicale al signor Vladimir Putin'' da parte di Silvio Berlusconi per la ''criminale invasione della Georgia" e la condizione ''preagonica della democrazia parlamentare italiana''.
Nella lettera aperta d'addio, Guzzanti sottolinea che "il Parlamento è oggi ridotto al rango di cane da slitta del Governo, costretto a correre sotto i colpi di frusta dei voti di fiducia (undici, mentre 44 delle leggi approvate su un totale di 45 portano la firma del Governo) con cui approvare decreti legge che meriterebbero invece ampia, autonoma e approfondita discussione e correzione da parte dei rappresentanti del popolo".
Così "oggi il Parlamento prende ordini dal Governo anzichè esserne il controllore,essendone semmai il controllato, ciò che rende la democrazia parlamentare un cadavere o meglio uno zombie".
Guzzanti lamenta inoltre "la totale assenza, malgrado operazioni di facciata come i ridicoli gazebo, di una sia pur larvata forma di democrazia interna in Forza Italia, partito diventato sempre più un organismo autoritario e piramidale, incapace persino di celebrare un vero Congresso in cui poter ascoltare e votare voci sia discordi che concordi. Ho assistito per anni con imbarazzo, condiviso anche da tantissimi colleghi, a delle kermesse che potevano essere indifferentemente manifestazioni di Forza Italia o celebrazioni per il compleanno di Kim Il Sung. Tu sei l’unico leader di partito che si presenta alla sua gente sul palco di un teatro circondato dai gorilla con la radiolina nell’orecchio, anche quando non è primo ministro".
"Politica estera, collasso istituzionale e assenza di democrazia interna -riassume in conclusione il giornalista- mi inducono a prendere la sofferta decisione di andarmene, non senza averti però prima dato atto di aver realizzato progressi storici e positivi verso il bipartitismo, di aver in particolare creato dal nulla con uno sforzo personale e insostituibile una destra democratica che all’Italia mancava e che oggi, grazie al tuo lavoro, esiste anche se soffre di gravi menomazioni. L’ultima mia delusione è di vedere che nel corso dei quasi 15 anni del tuo impegno politico, non hai fatto nulla per dare a questo Paese la tanto attesa rivoluzione liberale che le grandi democrazie hanno avuto e che all’Italia è stata negata. Questo è il motivo per cui ho scelto di proseguire la mia battaglia nel rinascente Partito liberale che fu di Einaudi e Malagodi".
Così "oggi il Parlamento prende ordini dal Governo anzichè esserne il controllore,essendone semmai il controllato, ciò che rende la democrazia parlamentare un cadavere o meglio uno zombie".
Guzzanti lamenta inoltre "la totale assenza, malgrado operazioni di facciata come i ridicoli gazebo, di una sia pur larvata forma di democrazia interna in Forza Italia, partito diventato sempre più un organismo autoritario e piramidale, incapace persino di celebrare un vero Congresso in cui poter ascoltare e votare voci sia discordi che concordi. Ho assistito per anni con imbarazzo, condiviso anche da tantissimi colleghi, a delle kermesse che potevano essere indifferentemente manifestazioni di Forza Italia o celebrazioni per il compleanno di Kim Il Sung. Tu sei l’unico leader di partito che si presenta alla sua gente sul palco di un teatro circondato dai gorilla con la radiolina nell’orecchio, anche quando non è primo ministro".
"Politica estera, collasso istituzionale e assenza di democrazia interna -riassume in conclusione il giornalista- mi inducono a prendere la sofferta decisione di andarmene, non senza averti però prima dato atto di aver realizzato progressi storici e positivi verso il bipartitismo, di aver in particolare creato dal nulla con uno sforzo personale e insostituibile una destra democratica che all’Italia mancava e che oggi, grazie al tuo lavoro, esiste anche se soffre di gravi menomazioni. L’ultima mia delusione è di vedere che nel corso dei quasi 15 anni del tuo impegno politico, non hai fatto nulla per dare a questo Paese la tanto attesa rivoluzione liberale che le grandi democrazie hanno avuto e che all’Italia è stata negata. Questo è il motivo per cui ho scelto di proseguire la mia battaglia nel rinascente Partito liberale che fu di Einaudi e Malagodi".
(Fonte: Quotidiano Nazionale)
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