lunedì 16 febbraio 2009

XXIX Convegno Bachelet Azione Cattolica

(ASCA) La politica appare sempre più in difficoltà nella cura del bene comune. Scelte e comportamenti ''finiscono spesso per produrre caste di politici e amministratori privi di un'autentica etica pubblica'', con l'aggravante frequente dell'assenza ''di una adeguata ed oggettiva infromazione ai cittadini che appaiono sempre più vittime di media scandalistici o evasivi o strumentalizzati, e quindi di fatto emarginati dal circuito democratico della rappresentanza e poco stimolati alla partecipazione nelle varie dimensioni della politica''. E' una denuncia forte quella che viene dal XXIX Convegno Bachelet, promosso dall'Azione Cattolica Italiana sui temi della ''Crisi della politica e bene comune: alla ricerca di una rinnovata etica pubblica. A parlare è lo stesso presidente del consiglio scientifico dell'Istituto Bachelet, Gian Candido De Martin, osservando che il senso della questione morale in politica ''non è mera istanza di valori astratti non negoziabili, ma è coessenziale al modo di intendere in concreto la democrazia al servizio del bene comune possibile''. Quale il contributo dei cattolici per il superamento di una situazione come quella descritta? Giuseppe Tognon della Lumsa e poi una tavola rotonda animata da esponenti di alcuni movimenti cattolici (da Cesana di Cl ad Olivero delle Acli, a Loriga dei Focolarini, ad altri), hanno tentato di fornire alcune risposte. La politica, ha ricordato Tognon, non è in grado di riprodursi da sola, non contiene in sè le proprie ragioni, perché le prende sempre a prestito. Di qui la necessita' di avere sempre, sopra la tattica e l'attualità ''l'ethos collettivo''. Premessa è l'assunzione dell'amicizia nella prospettiva del bene comune. Amicizia come virtù politica, impegno politico in una missione comunitaria contro l'egoismo fatto sistema. Perché la politica non può essere ridotta ''occasione, a fortuna, a fatto tra i fatti, atto tra gli atti, a un qualcosa da indossare come un vestito, e come tale, quando si voglia, da cambiare, senza che ci sia un amico a guardarti tradire''.

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